Iniziamo col dire che è stato (è) un numero da collezione: i pipierrini doc se ne sono accorti e il merito non è solo di Gianni Mura, ma anche di Romagnoli, Serra, Clerici e (molti) altri.
Tre sono i temi che ne fanno un numero memorabile: città, anni e anniversari.
Città. Come Genova e Roma, raccontate in modi diversi ma allo stesso modo straordinari da Curzio Maltese e Francesco Merlo.
Curzio racconta la rabbia della Genova d'oggi come se ci fosse nato. Francesco si fa beffe di Roma e del suo primo cittadino citando persino "la poubelle agréée" di Italo Calvino, e confessando a tutti che lui, la foto dei maiali davanti al cassonetto, l'ha vista su un quotidiano del Sussex dove si trovava in vacanza. Un mito.
E poi città come Padova, nel cui ospedale è ricoverata Caterina Simonsen a cui va la nostra solidarietà (oltre a quella di Serra sulla sua Amaca). A Padova, da Caterina, c'è andato il bravo Luigi Spezia. Che però ci deve spiegare come ha fatto ad intervistarla dopo aver scritto che "non le hanno fatto incontrare nemmeno le zie che sono andate a trovarla". Mistero.
E comunque #iostoconcaterina (FS)
E ancora città come Siena, dove tutto e tutti stanno cercando di risollevare il Monte (dei Paschi), come ci raccontano i due (perché due?) inviati Maurizio Bologni e Andrea Greco.
Anni. Come il 1964, magistralmente raccontato nel Domenicale dal vice-Diretùr Angelo Aquaro e da Michele Serra (AA si è ricordato dei bei tempi andati sfoderando un bel The Times Are a-Changing (dove manca il "they" e c'è una "g" di troppo: The Times they are a changin'.
Anniversari. Come quello dei trent'anni di Word, il programma di scrittura che ha spodestato le vecchie macchine da scrivere e che provocano l'eccitazione di Bartez (Stefano Bartezzaghi) in un pezzo da ritagliare per i nipotini, che chissà se riusciranno mai ad utilizzare Word. Il ragionamento di Bartez è tutto condensato in questa frase: "Il nostro modo di comporre non è più lo stesso: non serve pensare prima di scrivere".
E poi la prima carrellata dei cento nomi dell'anno di Mura, un Romagnoli d'annata sul selfie, nuova forma dell'autoscatto e un Gianni Clerici che ricorda gli anni 80 del bel tennis che fu.
E infine, e purtroppo, ci sono anche le cose per cui il numero di ieri di Repubblica non verrà ricordato: il Domenicale sbrodoloso del Fundadòr su Papa Francesco e le due stucchevoli lettere nell'apposita rubrica (Augias è in vacanza natalizia): quella dell'animalista che scrive (anche) cose anti-scientifiche e quella del lettore che esulta per il dietrofront dell'energia eolica.
2 commenti:
sull'editoriale di scalfari vi segnalo questo post che ho trovato in rete: http://www.tempifrufru.blogspot.it/2013/12/eugenietica-larte-di-essere-scalfari.html
Grazie Luisa, molto interessante.
Posta un commento