domenica 19 gennaio 2014

Dal nostro inviato al cinema.

Inizia oggi la rubrica di PPR che recensisce i film in circolazione.
Iniziamo, guarda caso, con il film Il capitale umano di Paolo Virzì.
La recensione è di Michele R.

Ieri sono andato a vedere Il capitale umano, è un bel film e merita.
Molto distante dalla "livornesità" espressa in molti dei film di Virzì - il regista ha detto di sentirsi come in terra straniera - e molto diverso dai canoni del cinema italiano, tanto che se fosse stato girato con un cast di attori sconosciuti si sarebbe faticato, mia impressione, a dire che è un film italiano. Bravi gli attori, e soprattutto le attrici Golino, Bruni Tedeschi e in particolare la rivelazione, Matilde Gioli, la Angelina Jolie di casa nostra. Per quanto riguarda le polemiche devo dire che il film scava su alcune delle specificità del nostro paese, se qualcuno si è sentito offeso è perché forse si è visto allo specchio e inoltre, visto anche il periodo storico e la crisi, è da annotare una delle battute del film "Avete scommesso sulla rovina del paese e avete vinto".
Bravo Paolo Virzì!

Michele R.

7 commenti:

Michele R. ha detto...

Che onore! per un mio banale commento il FS ne ha fatto un post.
Ringraziandolo, preciso che volutamente non mi sono addentrato nella trama.

Saluti a tutti, MR.

illustrAutori ha detto...

Si vede che non sei un critico di professione: quelli usano tutto lo spazio a disposizione a parlare della trama, svelare il finale e NON dare un approccio critico... ;-)

Michele R. ha detto...

illustratori,
qualche giorno fa il post ha riproposto il commento di Filippo Facci su "la grande bellezza" film che ancora non ho visto, e alla fine della lettura non avevo capito se il film gli era piaciuto o meno. Ora FF non è un critico cinematografico, però è un buon esempio di cosa i critici dovrebbero fare e non fanno mai: Dire se l'opera è piaciuta e spiegarci il perché.
Saluti MR.

illustrAutori ha detto...

Mah sai, arrivo a dire che al limite potrebbero anche non dirmi se gli è piaciuto ("gli" per dire "loro", colloquiale - NdR per i Precisini della Fungia) o no, magari alcuni film non si riesce a stabilirlo subito, però certamente dovrebbero dare qualche approccio critico e/o dire come affrontano la cosa, preparare lo spettatore che magari resta deluso o altro ancora, certamente NON spiegare la trama né tantomeno rivelare il finale... chiedo anche a mad283 che lo fa di mestiere, tu che dici?

Frank ha detto...

Michele, il post lo hai meritato proprio per i motivi che illustrAutori. E, per dire, io ti sono grato, perché il film di Virzì non l'ho ancora visto :-)

Frank ha detto...

...ha elencato.

mad283 ha detto...

La materia è complessa, giusto per tirarmela un po'.

Diciamo che il racconto della trama è la cosa più semplice che lo scribacchino può fare, anche perché potrebbe copiarla pari pari dalla cartella stampa e abbellirla dove serve. E infatti, guarda caso, è la cosa che viene fatta più spesso, anche da critici di provata esperienza e serietà. Il rivelare il finale è un'usanza vomitevole che ha però purtroppo il suo pubblico, probabilmente mal educato da anni di trame approfondite con finale annesso pubblicate da TV Sorrisi & Canzoni e affini.

Sul far capire se al critico il film è piaciuto o meno ci sono in realtà due scuole di pensiero, entrambe valide. Se il critico parte dal proprio punto di vista allora deve far capire se il film gli è piaciuto o meno e spiegare bene perché, sforzandosi di far sì che il lettore si convinca di avere gusti simili a quelli del critico (quindi, subdolamente, di sforzandosi di convincerlo a priori di avere ragione). Oppure può analizzare il film più freddamente spiegando quali sono i suoi pregi e i suoi difetti e lasciare che sia il lettore a tirare le conclusioni, decidendo da solo se un film con quella trama, di quel genere, con quei pregi e quei difetti gli possa piacere o meno. Perché alla fin della fiera una recensione su un giornale serve (servirebbe) a quello: a convincere il lettore ad andare al cinema oppure no, e nel caso a prepararlo allo spettacolo cui assisterà.

Sono tre modi diversi di affrontare il compito, insomma: due critici e uno di merda. Come quando l'attaccante si trova davanti al portiere e decide di scartarlo o alzare la palla per scavalcarlo. Oppure gli tira addosso e lancia il contropiede avversario.

Peraltro, secondo me la Gioli assomiglia a Eva Green più che ad Angelina Jolie, ma mi viene il dubbio che il paragone fosse fatto sull'assonanza del cognome...