giovedì 27 marzo 2014

Io ci credevo, nel cambiamento.

Pubblichiamo un commento tra i tanti che sono arrivati oggi in calce a questo post:

Ciao Pazzo,
quello della nuova Repubblica sembra un inizio stentato, rispetto a come lo hanno enfatizzato in questi giorni.
 

Il corpo dei caratteri sembra diminuito (oppure hanno cambiato il font). Comunque, non è per presbiti. Vale la "prova auto", insomma: se prima lo leggevo mentre mia moglie guidava, oggi proprio non ce l'ho fatta.
 

La pagina commenti è stata definitivamente mortificata. Del resto, sono anni che una parte consistente delle lettere fa veramente pena - tranne le mie :-) - e questa svolta ha un suo significato ben preciso.
 

Per finire, io sono nato con Repubblica e ho vissuto accanto a lei per anni. Da troppo tempo, però, è un giornale che guarda "in alto", e mal sopporta "il basso"; in più, vive troppo di luoghi comuni, di titoli urlati, di prudenze sin troppo evidenti, di un senso del reale tutto suo, di familismi e "conventicole" (ricordi il film "Caterina va in città"?).
 

È un giornale che gongola sulle proprie ipocrisie e che non mi vede più lettore partecipe e attento, ma solo abitudinario e superficiale.
Con questo cambiamento, speravo in qualcosa: per ora siamo fermi.
 

Ciao e grazie per l'ospitalità, l'impegno e anche la simpatia,
Alessandro Loppi 


ps Se volete pubblicare un commento di carattere generale sulla nuova grafica di Repubblica, fatelo cortesemente in calce a questo post. Grazie FS

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