Riapriamo (temporaneamente) il vaso di Pandora di settimana scorsa per condividere un intelligente post apparso su Talking Clouds, il blog di Lorenza Parisi all'interno del sito del Sole24Ore:
Dunque, torno sulla lettera di Michele Serra pubblicata ieri da Repubblica. Un fatto è importante, come hanno fatto notare molti:
alle 7.39 di ieri mattina il presunto ladro di identità aveva già
annunciato, scusandosi, la chiusura della like page di Michele Serra. Al
momento la pagina mi sembra sia stata cancellata. Insomma, come poteva
vedere chiunque sfogliando la pagina, più che furto di identità, si
trattava un’attività portata avanti da un fan, nata dall’ammirazione per
l’autore dell’Amaca. Iniziativa presa, certo senza consultare l’autore,
con l’obiettivo di far circolare gli scritti di Serra a un pubblico più
ampio.
Eppure Michele non ci sta, e chiede a gran voce la rimozione
del suo doppio digitale, con una lettera intrisa di retorica che certo
non meritava la prima pagina di un quotidiano nazionale (se ancora
crediamo che esista una priorità nel dare le notizie). Perchè quella
pagina doppio non è ma cassa di risonanza di pensieri e parole. Stimo un
autore e voglio condividere i suoi scritti.
Mi ricordo che nel lontano ’99 ricevetti una diffida da parte di un
avvocato per aver pubblicato i testi (!) di un gruppo musicale su un
sito amatoriale senza scopo di lucro che allora gestivo insieme ad
alcuni amici, dedicato proprio a quella band. I testi, mi scriveva
l’avvocato, sono di proprietà privata, quindi la pubblicazione è
vietata. Nessuna attenzione al fatto che stessimo contribuendo a far
conoscere quelle canzoni, ormai di patrimonio pubblico, a una platea
molto più ampia. Una battaglia per fortuna direi persa, basti cercare i
testi delle canzone di qualunque cantante in rete.
La stessa reazione stizzita nel vedere la propria opera creativa
addomesticata e abitata dal pubblico l’ho vista in Francesco De Gregori,
anche lui noto, parlo per esperienza diretta, per reprimere ogni
tentativo dei fan di cantare durante i concerti. De Gregori detesta al
tal punto che i suoi fan possano cantare con lui (inaudito!) che cambia
l’arrangiamento delle canzoni più famose ad ogni concerto, in modo da
confondere il pubblico al quale chiede esplicitamente ‘per favore, non
cantate’. Ecco, questo la dice lunga su una certa sinistra snob che ha
il terrore di sporcarsi con le emozioni e i pensieri di chi (ancora)
l'ascolta…
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