Francesco Merlo, nel suo pezzo di oggi, parla di giustizialismo e si ricorda di Dürrenmatt. Ma si ricorda male. Accenna (senza farne i titoli) al romanzo La panne e al film La più bella serata della mia vita che ne trasse Ettore Scola, e parla dell'"imputato innocente Alberto Sordi convinto che fosse un divertente gioco, fino a quando una risata epica di tre minuti non lo accompagnò...alla condanna".
Senonché nel libro e nel film il processo è effettivamente un gioco, e la morte del protagonista non avviene mai per condanna a morte. Nel libro Alfredo Traps si suicida e nel film finisce in un burrone con la macchina (incidente favorito, certo, da un gioco del destino).
Fabio P.
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