martedì 24 giugno 2014

Proud to be italian.

Care PPRine e PPRini tutti, 

oggi si decide il destino della nostra nazionale. Una delle poche occasioni in cui è presente l'orgoglio nazionale, come ci ricorda Gaber nella canzone "Io non mi sento italiano" "lo so che non gioite se il grido "Italia, Italia c'è solo alle partite. Ma un po' per non morire o forse un po' per celia abbiam fatto l'Europa facciamo anche l'Italia."

Orbene, nell'edizione di oggi di Repubblica la punta di diamante della redazione in fatto di mafia, cioè Attilio Bolzoni, ci ricorda attraverso un sintetico ma ottimo ritratto, chi fu Joe Petrosino da Padula in provincia di Salerno, il primo poliziotto di un certo livello ucciso dalla Mafia, all'epoca denominata Mano Nera (da non confondere con l'omonima setta nazionalista serba, organizzatrice dell'attentato di Sarajevo). il mandante dell'omicidio fu Vito Cascio Ferro, che restò impunito all'epoca e morì in carcere sotto il fascismo. Il mito di Petrosino fu tale durante la spedizione di Cesare Mori, il Prefetto di ferro, alla fine degli anni '20, vi fu chi affermò che costui era in realtà Petrosino stesso sotto mentite spoglie. Vito Cascio Ferro morì poi in carcere durante la seconda guerra mondiale a Pozzuoli, probabilmente per un'accusa inventata, ma il regime, atterrito dalla potenza della mafia in Sicilia (il motivo vero per cui fu mandato Mori nell'isola), voleva farla finita con i vecchi padrini.
Se volete saperne di più vi consiglio i libri di Arrigo Petacco sui nostri eroi antimafia.

Queste poche parole per ricordare, a tutti noi in primis, che siamo stati un popolo di emigranti, e che se tutti ricordano Al Capone, Albert Anastasia e Lucky Luciano, per fortuna a dare lustro al nostro Paese ci sono stati esimi rappresentanti come appunto Petrosino e Fiorello La Guardia

ElleElle

                                  

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