Era il 30 luglio del 2011, 3 anni fa esatti.
Ci lasciava improvvisamente Giuseppe "Peppe" D'Avanzo, autore di inchieste giornalistiche che hanno fatto scuola. Da quella sul Rapido 904 a quelle su Gladio e la mafia in quegli anni ancora bui dei primi '90 fino a Telekom Serbia, Nigergate, scandalo Telecom Sismi e per finire alle famose "10 domande".
Ricordo ancora la curiosità prima e il piacere poi di leggere i suoi articoli sempre così precisi, quasi chirurgici. Un dote non comune di "stare sul pezzo" come si dice in gergo giornalistico. Talmente intrigante lo stile e importante l'argomento che allora, (ero studente universitario e poi medico specializzando) totalmente preso, a volte trascuravo lo studio.
E, alla fine del ciclo di studi, gli ho dedicato la tesi di specialità.
Non è retorica affermare che il suo addio ha lasciato un vuoto incolmabile nei suoi cari e nei suoi lettori, numerosissimi.
Giusto ricordare Biagi, Montanelli, Bocca come i grandissimi del giornalismo in Italia. Ma del filone investigativo, come D'Avanzo non ce n'era, e non ce n'è. Usando un paragone calcistico (anche se lui preferiva, avendolo praticato e avendone scritto, il rugby), come il "10" della Nazionale sarà sempre Roberto Baggio, il numero 1 del giornalismo di inchiesta in Italia sarà sempre Giuseppe D'Avanzo.
Noi di PPR non ti dimentichiamo. D'altronde come potremmo?
ElleElle
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