mercoledì 5 novembre 2014

Il ritorno di Barbapapà. Il nostro Barbapapà.

L'arrivo di Stefano Folli a Repubblica è un'ottima notizia. E' un giornalista molto equilibrato (certamente non di sinistra...) ed attento nelle analisi, con una profonda conoscenza storica della politica, non solo italiana, che sembra mancare ai tanti giornalisti che vivono solo di presunti retroscena. Fu una grande intuizione di De Bortoli, l’arrivo di Folli al Sole come notista politico, dopo la sua incolore direzione del Corsera (si fece notare, Folli, solo per lo strapagatissimo acquisto di Magdi Allam).

L’arrivo di Folli ha un senso perché a Repubblica manca oggi qualcuno che faccia veramente il punto della situazione politica. Il giornale ha perso i suoi riferimenti, da Giannini (che, differentemente dal Feticista Supremo, ritengo possa prima o poi rientrare nella famiglia di Repubblica) a Maltese, e naviga un po’ a vista nell’analisi della situazione salvo qualche commento di Tito che però non è mai di particolare efficacia e il soliloquio domenicale del Fundador. 

L’arrivo di Folli avrebbe, a mio modo di vedere, ancora più senso se Mauro cogliesse finalmente l’occasione per ripensare una volta per tutte la sezione politica. Che straborda di inutili retroscena dal fiato cortissimo, scritti per la solita congrega autoreferenziale romana che è la prima ad alimentare ad arte le chiacchiere raccolte dai giornalisti. Da antologia il racconto, nei giorni scorsi, delle candidature alla poltrona di Ministro degli Esteri: prima, negli immancabili retroscena, ci hanno fatto credere che una tipa di 32 anni potesse realmente essere papabile per quel delicatissimo ruolo, poi dopo la nomina scopriamo grazie a Francesco Bei che era solo una cortina fumogena dell’abilissimo Renzi che aveva già in testa il nome di Gentiloni. Basta con questa consumatissima e sterile narrazione della politica! 

Che Ezio Mauro cambi per favore registro. Via il rumore cacofonico prodotto dal chiacchiericcio politico, via le inutili interviste a persone che non hanno alcunché da dire (oggi Marco Rizzo…), una pagina di sintesi di tutta la giornata politica e Folli a chiudere. E si dedichi più spazio all’analisi delle questioni serie, per cortesia.
Per chiudere, come Virgela ha già osservato nel blog, veramente poco elegante il saluto odierno di Roberto Napoletano, in piena overconfidence oramai, a Stefano Folli. La politica 2.0, non facciamo ridere, su.

Barbapapà. Il nostro Barbapapà.

1 commento:

virgela ha detto...

sottoscrivo in toto quanto affermato da Barbapapà, soprattutto laddove si fa riferimento alla necessità di cambiare registro nell'analisi politica della giornata; anche perché, quando il Diretur presentò la nuova edizione di Repubblica, nel proprio editoriale "è un nuovo inizio" affermò che il giornale avrebbe riempito le sue pagine con ".. servizi speciali, inchieste, reportage, storie, interviste, analisi e commenti ..." e che avrebbe abolito la "nota politica, quel collage di dichiarazioni di leader e partiti .." ed infine che avrebbe ridotto ".. le notizie che hanno dominato i siti per l'intera giornata ..".

A distanza di circa 8 mesi dal nuovo inizio, alcune cose tra quelle promesse mi sembrano centrate (soprattutto commenti, editoriali autorevoli, storie e reportage) mentre continuo a pensare che un giornale così autorevole dovrebbe scavare, indagare di più e fare inchieste più incisive, con cronisti che abbiano fame (alla Carlo Bonini).