Il grande Massimo Lugli se ne va meritatamente in pensione e ha deciso di annunciarlo ad amici e colleghi con un sonetto in romanesco, che sicuramente il nostro @CannonMan_ apprezzerà.
Ciao Massimo, ci mancherai.
Cari amici, e mo’ è arivato
Er momento der commiato
Pe trent’anni in redazzione
E’ finita, sto m’penzione
E un saluto, p’esse schietto
Ve lo mando con sonetto
Nun so’ stato tra i mijori
Però adesso sorto fori
Cor penziero d’avè fattoSempre er mio, so’ soddisfatto
Pezzi, titoli, interviste
Cazzo, sa’ quante n’ho viste
Polizia, carabigneri
Guardie, viggili, pompieri
Infamoni, delinguenti
Omicidi, grandi eventi
Corse, incazzature, strada
Er cronista dico, bada
N’ze fa solo pe’ dovere
E’ na’ gioia, sto mestiere
E a chi resta, chi è all’inzio
Vojo tojerme lo sfizzio
De n’augurio: sto giornale
Mantenete, tale e quale
Lavorà pe’ sta testata
Na fierezza è sempre stata
Cari amici, sta poesiola
Chiude qua, ciò n’groppo n’gola
E saluto, puramente
a chi pensa, gnente gnente
“ma de questo che me frega?”
Io l’abbraccio, da collega
5 commenti:
ma gli anni non sono quasi quaranta? lui c'è dal primo giorno, come racconta benissimo Mauro Favale ne "L'aspra stagione" (con Tommaso de Lorenzis, Einaudi 2012)
Giusto . Ma lui dice «in redazione», mentre se non erro inizio' da collaboratore esterno per seguire la cronaca " di strada". Si accettano conferme dal Quartier Generale..
AM
Chissà se lo stesso Massimo ci aiuterà a sbrogliare la matassa.
Beh, eccomi qua.
Io ho iniziato nel 75 a paese sera e ho avuto la fortuna di.essere assunto dopo un solo anno di volontariato come si diceva allora molti colleghi ne fecero 5 o 6. A Repubblica sono entrato nell''85 e non sono mai stato esterno. Lo divento ora, la vita è strana. L'attenzione nei confronti di questo umile cronista mi confonde e mi lusinga grazie dal profondo del cuore
massimo
Grazie Massimo, ero certo che avresti interagito con noi.
In bocca al lupo per tutto.
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