domenica 3 maggio 2015

Il Diretùr-copertina.

Quando il 14 gennaio 1997 il direttore di ‘Repubblica’, Ezio Mauro, inaugurò il sito, ci mise a lavorare cinque giornalisti. Ora sono trenta, Repubblica.it è diventato la spina dorsale del sistema informativo del quotidiano e Mauro vuole farne il grande portale d’informazione e d’intrattenimento degli italiani, come racconta su ‘Prima Comunicazione’. “Con i video e Repubblica Tv siamo in una fase in cui il sito sta mettendo una terza gamba. Tutti sanno che la missione informativa di Repubblica.it è un elemento identitario, il che ne fa uno dei principali canali del real time. Detto questo, penso che sia arrivato il tempo di raggiungere il lettore italiano anche nell’intrattenimento, nel tempo libero, nel consumo culturale”, spiega Ezio.Su Repubblica.it vengono messi on line circa 150 video al giorno di RepTv, un terzo dei quali prodotti in casa. Il compito è fornire una copertura in diretta sulla cronaca (italiana ed estera), i due tg per LaEffe, la tivù di Feltrinelli, e clip su eventi della giornata. Ma RepTv produce anche video di approfondimento ed è attiva anche nell’intrattenimento con format come ‘Webnotte’, il web live show di cultura musicale di Ernesto Assante e Gino Castaldo, o ‘Know How’, trenta minuti di approfondimento sui temi del giorno. “La puntata di ‘Webnotte’ con Jovanotti di martedì 7 aprile è stato il programma più popolare nell’offerta di Rai, Mediaset e Repubblica.it”, racconta a ‘Prima’ Ezio Mauro, “realizzando più di 100mila contatti. Il giorno successivo abbiamo registrato più di 100mila accessi in real time e in streaming con ‘Next’, il programma realizzato da Riccardo Luna dal Tempio di Adriano a piazza di Pietra. Ci siamo trovati a essere in modo spontaneo – e per spontaneo intendo: nato da una naturale proiezione sul web del nostro lavoro quotidiano – produttori di contenuti di prima serata”. Ora, anticipa il direttore di ‘Repubblica’, “quello a cui miriamo è fare di Repubblica.it un portale degli italiani dove sia possibile reperire informazioni sicure su vari temi, dagli spettacoli teatrali ai film, a molto altro”. E conclude: “Piuttosto che essere l’ultimo vagone di una tivù generalista in declino, conviene essere il primo vagone sperimentale”.

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