martedì 9 giugno 2015

Genova per noi (di PPR).

Quando arrivo nella bella piazza De Ferrari, a Genova, mancano pochi minuti alle 9. Non abbiamo (io e il FS) neppure il tempo di ammirare la maestosa fontana che qualcuno mi tocca su una spalla in modo amichevole e confidenziale. “Siete qui?” “Sì, ciao”. Abbracci e baci, strette di mano, appuntamento a breve.


Nessun nome, perché nella sequenza continua di incontri che da lì a poco si sarebbero susseguiti con analoga familiarità, rischierei di dimenticare qualcuno. E sarebbe un peccato opacizzare il senso di cordiale ospitalità che è stata la cifra stilistica di una festa ormai abituale.

L'ingresso nel cortile Maggiore del Palazzo Ducale equivale ad entrare nella scatola magica, riconoscere ed essere riconosciuti. Scoprire ed essere scoperti. Con un pensiero fisso: un incontro, anzi l'Incontro per antonomasia. Nel pomeriggio, alle 18, sarà presente Eugenio Scalfari. La pazza idea: incontrarlo e salutarlo. Che poi, l'idea, così folle non è. Un giornalista amico, la presentazione della segretaria del Fundador: sì, si può fare anche se “Scalfari ieri sera era molto affaticato”. Ma nel tardo pomeriggio ci sarà.

In attesa della Reunio dal vivo, che è sempre un evento, c'è chi offre un caffè, ci sediamo nel bar che sembra sorto apposta (ma naturalmente non è così), parliamo. E poiché non esiste spazio per le sciocchezze gli argomenti sono stimolanti. Si chiede, ma soprattutto si ascolta.

Un salto nella sala delle Grida al Palazzo della Borsa è d'obbligo, laddove Luca Bottura sta conducendo in diretta “Lateral”. Ci sediamo, io e il FS, anche perché non si sa mai. E infatti capita che venga offerto un gelato (il microfono) verso la fine della trasmissione. Esordiamo anche in radio, il programma adesso può concludersi. Poi sarà bene andare a prendere posto nel cortile, per non rischiare di seguire in piedi un appuntamento che in qualche modo ci appartiene.

Il saluto al Diretùr, che ci fa una presentazione gradita, è d'obbligo. Si parla anche della finale di Coppa dei Campioni della sera dopo. E poi su per le antiche scale del Palazzo Ducale, verso l'archivio per ascoltare Natalia Aspesi parlare di cinema, di attori, non come critica, ma giornalista amante del cinema che racconta in modo divertente, favorita dalle puntuali domande di Elena Stancanelli. La Aspesi, dotata di vivacissimo spirito, si concede volentieri al pubblico dei suoi lettori, verso i quali esercita un forte ascendente: “E' molto amata”, confermerà il Diretùr. Ce ne siamo accorti.


Le idee vanno benissimo, certo, nutrire il cervello è abitudine da mantenere, ma anche il corpo va tutelato. La gradita presenza di Sergio, un republicone indigeno che ci ha accompagnato per tutta la giornata, ci porta a scoprire qualche angolo di Genova, soprattutto l'aspetto gastronomico quanto mai opportuno per quel certo languorino che si sta manifestando. Prima è d'obbligo un aperitivo con la scoperta del chinotto di Savona: una delizia. http://espresso.repubblica.it/food/dettaglio/il-chinotto-ritrovato/2081615

Alle 15 ci aspetta la sala del Maggior Consiglio dove Liana Milella converserà con Gherardo Colombo e Giovanni Castellucci. L'ora scorre via veloce e questa volta si scendono le scale per tornare in cortile in attesa di Daniele Mastrogiacomo e Massimo Razzi e del workshop sull'inchiesta multimediale, l'interessante progetto su cui Repubblica.it ha investito molto e a ragione. I numeri sono imponenti e motivo di giusta soddisfazione.

Ci siamo, ormai. Nella sala del Minor Consiglio si radunano fondatore e direttori dell'Espresso: si celebrano i primi 60 anni di un settimanale che ha contribuito a cambiare l'Italia. Ed è qui che si consumano le emozioni maggiori. Dapprima il prolungato applauso al termine dell'intervento di Eugenio Scalfari dove confluiscono affetto, gratitudine e ringraziamenti. Un applauso molto commovente. Poi, al termine, l'attesa. Ci avviciniamo con molta speranza, Scalfari scende le scale, quello stesso giornalista amico (sempre presente) gli si avvicina, gli sussurra alcune parole, lui appare sorpreso, ci guarda, si scambiano poche parole (difficili da trovare). Gli chiedo se posso abbracciarlo, acconsente e lo stringo con molta delicatezza sfiorandogli le guance. Il cuore batte forte e custodirà queste emozioni. Grazie.


Scendendo si fa ancora in tempo a seguire parte degli interventi di Giuseppe Smorto e Massimo Razzi sul giornale in tempo reale, vale a dire repubblica.it, mentre appare il sorriso fatto persona, così smagliante da illuminare la zona attorno. La visita, annunciata, di una pipierrina sfolgorante. E ci troviamo ancora seduti, come già al mattino, nello stesso bar, a bere, parlare e sognare. Poi la realtà ci piomba addosso, la giornata si sta concludendo, ma chi ci aveva fatto caso. L'orologio, oggi, è stato un optional. A battere solo i rintocchi del cuore.

Frank

4 commenti:

Barbapapà ha detto...

Bellissimo resoconto di una giornata che definire unica è decisament riduttivo. Complimenti di cuore al Feticista Supremo e al grande Frank. L'abbraccio a Scalfari! Wow!

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie Barbapapà. Sì, abbiamo abbracciato il tuo omonimo.

nonunacosaseria ha detto...

grandi frank e feticista!

Frank ha detto...

Grazie Barbapapà e nonunacosaseria. Grazie per gli apprezzamenti e anche per le riapparizioni che fanno sempre piacere :-)