Ricordiamo inoltre, a chi l'avesse persa, la recensione del nuovo Venerdì di Repubblica del nostro MUDD.
sabato 31 ottobre 2015
Nota di servizio.
Per assoluta mancanza di tempo (tra l'altro stasera c'è pure Inter-Roma) i feticismi del giorno e gli appunti della sera, oggi non verranno pubblicati.
venerdì 30 ottobre 2015
Grazie a dio è Venerdì (e Gianni Mura non è più una sagoma).
Speriamo che sia l'ultimo. Nel senso che il restyling del Venerdì è talmente perfetto che non si potrà fare meglio — sì, diciamo così ogni volta che anche Repubblica cambia faccia, e poi puntualmente dobbiamo ricrederci (e infatti è accaduto anche dopo il 27 marzo 2014).
In generale si tratta di un intervento soft, di quelli già apprezzati per gli altri gioielli di famiglia: l'Helvetica prende piede anche nelle rubriche più lunghe (Napoleoni, Veronese, Di Giacomo etc.) e talvolta viene utilizzato in bold. La testata si sposta a sinistra (negli ultimi due ritocchi l'abbiamo vista prima emergere da un orizzonte quasi marino, e con altro lettering, per poi riacquistare, subito dopo, il font originario con cui stagliarsi a centro pagina): il tutto permette di ricavare un richiamo in alto a destra – stavolta è il pezzo di GM – che presenta un altro simbolo distintivo: il segno + che ricorrerà anche all'interno, nelle testatine e nelle didascalie. Avvistato anche qualche cerchietto rosso, ma in misura più ridotta.
Restando in ambito circolare, il capolettera bianco su tondo nero ricorda il brand che RivistaStudio mette in coda ai suoi pezzi (terza foto sotto), ma piace anche in versione al negativo. Nel blocco firma esordiscono due elementi: la fascetta nera con autore in bianco (ma anche qui c'è la versione opposta: vedi Deaglio a pag. 59), o grigia con autore in nero, e il sommario su più righe nonché sottolineato (con una o più parole-chiave in bold); i sommarietti all'interno degli articoli, invece, tutti in maiuscolo bold bicolore ricordano molto quelli della Domenica, naturalmente di copro più piccolo.
Le sezioni sono indicate da quadrati di colori diversi, con un mood diciamo Affari&Finanza ma spostate a destra: bello e luminoso, in particolare, il ruggine di Dolcevita, sezione nella quale è una notizia la trasformazione di Gianni Mura da sagoma a ritratto — seppure senza connotati, un po' come il Goria di Forattini (i volti a colori degli opinionisti sono firmati Gipi, quelli in bianco e nero delle rubriche, tra cui appunto Mangia e Bevi, sono opera di Stefano Savi Scarponi: sua anche l'illustrazione a pagina 127).
A proposito di rubriche, segnaliamo l'assenza (definitiva?) di Bergonzoni nel blocco iniziale e l'addio di Marco Filoni a Barweb, che si trasforma in Scopertine (rubrica sulle copertine dei libri, non proprio originale: vedi Stefano Salis sul domenicale del Sole etc.); e infine lo slittamento in avanti dell'intervista di Brunella Schisa a favore della Recensione d'autore – oggi la firma Antonella Lattanzi – e, nella pagina accanto, il blocco di segnalazioni di Augias diventare rubrica in verticale su mezza pagina: i titoli in uscita sono invece opera di a.m.f. Daniela d'Antonio, moglie di Paolo Sorrentino, nel suo Sussurri e Grida (pag. 141) parla di Wes Anderson [assolutamente da leggere questo pezzo di Michele Masneri http://www.ilfoglio.it/gli-inserti-del-foglio/2015/10/26/festa-cinema-roma-wes-anderson___1-v-134233-rubriche_c285.htm dove si parla di una sera all'Esquilino con i coniugi Sorrentino e il regista cult di “Grand Budapest Hotel”].
Altra novità le testatine riquadrate con scritta in maiuscolo (vedi “Chimica naturale” a pag. 73): queste, sempre volendo forzare, ne ricordano vagamente alcune usate dal Foglio sul web (foto sotto).
Il sommario iniziale saluta i bei fotomontaggi di Silvio Coiante – ricordate le illustrazioni che da sole davano un'idea dei contenuti, con tanto di numero di pagina? Peccato averle perse – e si sviluppa in modo più schematico: i titoli sono incolonnati per sezione (e colore). I contenuti? Vabbe', la qualità è confermata. Al prossimo restyling.
MUDD
Feticismi di oggi: Forrest Marino e Ignazio Miskin.
Partiamo con due note di servizio.
Il nostro MUDD è impegnato nella consueta recensione del nuovo Venerdì, che pubblicheremo quanto prima, in un post straordinario. O in uno straordinario post, se preferite. Stay tuned, come dice il nostro amico NonLeggerlo.
Oggi, con tutta probabilità, gli Appunti della sera non saranno pubblicati.
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Nella fotonotizia spazio alla decisione del governo cinese di abbandonare la regola del figlio unico. La mini rivoluzione si porta dietro il ritorno in prima del pechinese Giampaolo Visetti, che si becca anche due paginate interne.
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Sempre in prima, da segnalare la scelta azzeccata di affidare alla milanese Natalia Aspesi la risposta alla domanda: cosa rimane dell'Expo dopo l'Expo.
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Oggi le cinque pagine di apertura sfoglio su Ignazio Marino sono più che giustificate. Memorabile il ritratto che ne fa Filippo Ceccarelli, che definisce il sindaco "Una via di mezzo tra Forrest Gump e il principe Miskin dell'Idiota di Dostoevskij".
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Il mitteleuropeista Andrea Tarquini continua il suo flipper su e giù e oggi lo troviamo a "Spielfeld confine austro-sloveno", dove si sta costruendo un muro per sigillare il transito dei profughi. "Da Spielfeld" scrive Tarquini "in una settimana sono passati 58mila profughi".
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Il feticismo del giorno è trovare Pietro Del Re "inviato a Parigi" per commentare la sentenza del processo (che si tiene però a Cracovia) al regista Roman Polanski, che risiede nella capitale francese.
Ciò significa che Anais Ginori ha chiesto un break? Vi terremo informati.
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Il fattaccio di cronaca del giorno, la diciassettenne che avrebbe ucciso la madre che le vietava i social, viene coperto da Alessandra Ziniti, inviata a Melito Porto Salvo, Calabria.
Il fatto risale a cinque mesi fa, e quindi il pezzo della Ziniti non ha lo stile concitato e da film giallo che una notizia di cronaca nera del genere meriterebbe. Una curiosità: la Ziniti utilizza "Anna" come nome di fantasia per la presunta assassina.
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Sollecitato dai social network (e anche un po' da noi) la redazione interni di Largo Fochetti ha deciso di inviare Antonio Fraschilla a Messina, dove da sei giorni manca l'acqua.
Scrive Fraschilla: "Benvenuti a Messina, la città da domenica in una situazione da Dopoguerra". Notare la D di Dopoguerra volutamente maiuscola.
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"Hitler temeva gli ebrei soprattutto perché ne odiava lo humour".
Michele Serra, Amaca.
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Da conservare l'inserto (non estraibile) R2 sulla fine dell'Expo: sei pagine graficamente corrette con contributi della già citata Aspesi, Livini, Gallione, Liso, Montanari e Petrini. In rigoroso ordine di apparizione.
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Continuano su Repubblica le commemorazioni del quarantesimo della morte di Pier Paolo Pasolini. Oggi Simonetta Fiori intervista Graziella Chiarcossi, cugina dello scrittore, e Filippo Ceccarelli recensisce il libro di Anna Tonelli Per indegnità mirale, che racconta la cacciata di PPP dal partito comunista.
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Gli appassionati di Francesco De Gregori (il FS per esempio) non si lasceranno scappare la recensione di Gino Castaldo del nuovo disco di "traduzioni dylaniane".
"Un album per nulla banale" scrive Gino.
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Oggi la rubrica "Libri di sport" è curata dallo scriba Gianni Clerici.
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