mercoledì 14 ottobre 2015

Vita di redazione 1021.
Le democrazie in crisi dopo settant'anni.

VITA DI REDAZIONE del 12/10/2015
Durata: 8'18”

L'apertura obbligata è per il like del Diretùr durante la sua intro. Feticismo prezioso, perché non capita tutti i giorni.




Giancarlo Mola non riesce a celare la sua impazienza per l'esordio ormai imminente in audio-video.




Marco Madoni ha terminato lo sfoglio e appoggia il giornale dietro di sé. Ma non poteva appoggiarlo sulla scrivania, si chiederebbe l'ignaro passante? No, perché lo spazio è tutto per il taccuino del vero cronista di strada.




Per la pazza gioia della Brigata Di Lellis un intenso primo piano di Stefania che il regista Giorgio Caruso coglie prontamente.




Il tap di Valentina Desalvo sul suo bel tablet. Non ci sembra, tuttavia, la home della Nostra. Chissà cosa ne pensa Giuseppe Smorto, il diretùr 2.0?




Il Diretùr dice che le inquietudini della Turchia (e della situazione contemporanea) sono espresse
nell'intervista del premio Nobel Omar Pamuk a Marco Ansaldo. Nazione contraddittoria. Recalcitrante a entrare nella coalizione contro l'Is pur facendo parte della Nato, ha un concetto di Occidente molto particolare e praticamente bombarda i curdi. Il contesto che Erdogan ha costruito è stato propizio per stragi come quella di ieri, ponendo pure in discussione che possano svolgersi le elezioni il 1° novembre. Ad inquietare ancora di più c'è poi un altro avvenimento e cioè la terza Intifada palestinese, più pericolosa della seconda.

La sensazione è, dunque, che tutto sia precario e il sistema fuori controllo. Dopo settant'anni. Sono tre le crisi che ci riguardano da vicino. Le migrazioni e la mancata risposta unitaria dell'Europa. La crisi economica che ha accentuato le differenze tra ricchi e poveri, tra giovani e anziani per quanto riguarda il lavoro. Il terrorismo che bussa alle nostre porte. È come se la democrazia non ce la facesse a rispondere alle esigenze di sicurezza e di governo. L'Occidente, l'Europa, sono in grado di ripensare a se stessi? Non c'è una risposta anche perché non si vede una formazione politica che abbia questa progettualità, conclude il Diretùr.

In ordine di apparizione.

Stefania Di Lellis (Esteri) aggiorna sulla situazione turca dove il governo imputa all'Is i 128 morti, mentre l'opposizione rilancia le accuse contro il governo. La società civile teme la guerra civile, raccogliendo i timori di Pamuk manifestati nell'intervista citata.

L'unica cosa certa sono i 128 morti, il resto purtroppo non è noia.

Claudio Tito (Politica) annuncia che oggi è il giorno delle dimissioni di Ignazio Marino che diventeranno poi effettive dal 2 novembre. Durante questi venti giorni si selezionerà il commissario e si valuteranno le candidature per le elezioni di primavera.

Commemorazione dei fedeli defunti: coincidenza profetica?

Giancarlo Mola (Cronaca) riferisce che sono stati identificati ed arrestati i killer di Cocò, il bimbo calabrese bruciato in auto con il nonno e la madre. Un caso che aveva commosso papa Francesco. Particolari sconcertanti emergono, in pratica il piccolo è stato ucciso due volte: dalla 'ndrangheta e dalla famiglia, perché il nonno lo portava sempre con sé come assicurazione sulla vita in caso di attentati.

Incommentabile bestialità. Il terrorismo non è solo islamico.


Visto si stampi
@Frank201410

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