Gentile Feticista,
con l'arrivo di Robinson il lettore dell'inserto culturale di Repubblica fa molta più fatica a capire chi sia collaboratore una tantum, occasionale, saltuario, costante oppure perpetuo. Dall'Agenda che in seconda pagina mette ritratti di personaggi vecchi e nuovi della cultura pop (pensiamo agli appuntamenti della settimana scelti da Carmen Consoli), dall'articolo di copertina che sempre più spesso è la "gentile concessione" di uno stralcio di saggio già in corso di pubblicazione, agli articoli e articolini di scrittori o presunti tali che si ritagliano un piccolo spazio di notorietà, quale è la direzione che vuole prendere questo settimanale? Vuole attrarre lettori poco attratti dalla serietà di riflessioni filosofiche, sociologiche e psicologiche, come quelle che si imponevano nel vecchio RCult? Inoltre gli spazi bianchi e colorati dominano sempre più le pagine, mentre gli articoli principali non sono divisi in colonne, ma sono presentati in corpi testuali compatti e con caratteri immensi. Ho l'impressione che le quaranta pagine attuali riducano lo spazio del pensiero e aumentino quello dell'immagine più o meno godibile. Da RCult siamo passati aRCool? Ogni tanto potresti proporre uno sfoglio feticistico di Robinson, che faccia capire, attraverso lo studio dei particolari, i motivi di questa scelta editoriale.
Cordiali saluti Matteo Fabbri
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