domenica 22 gennaio 2017

Rumiz, i treni e i ragazzi ungheresi bruciati sul bus

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,

ho recentemente finito di leggere il libro di Paolo Rumiz Come cavalli che dormono in piedi.

In diverse pagine l'autore critica ed inveisce contro il sistema dei trasporti ferroviari in Europa, così retrogrado e schizofrenico che rende praticamente impossibile, se non con cambi su cambi, viaggiare in treno e raggiungere anche località importanti. 

Cita l'esempio che sotto gli Asburgo da Trieste per Vienna ogni giorno partivano la bellezza di 12 treni ed oggi nessuno. Da Venezia Mestre per Vienna ne parte ad oggi uno solo al giorno, quando una quindicina di anni fa c'erano diversi treni a lunghissima percorrenza che arrivavano nel nord Europa fino a Bruxelles ed anche diretti all'Est Europa, con destinazione Timisoara passando per Lubiana, Zagabria, Belgrado, Budapest e Bucarest, toccando quindi non una, bensì cinque capitali. 

Tutto questo mi è tornato in mente leggendo della tragedia dei ragazzi ungheresi morti a Verona. Ho pensato ai loro sogni ed alle loro speranze infranti in un attimo. Ho pensato come tutti al dramma delle loro famiglie. Ma c'è anche da riflettere che tutto questo poteva essere evitato, se al posto del bus ci fosse stata la possibilità di usare il treno, magari a volte non così economico, ma infinitamente più sicuro. 

Che la terra sia loro lieve.

Elleelle



1 commento:

Frank ha detto...

Tu chiamale, se vuoi,Elleelle (anche) infrastrutture assenti.