mercoledì 19 luglio 2017

Speciale Paolo Borsellino: "Giudice, io avrei dovuto ucciderla..." (di Francesco Viviano).

Da Repubblica di Martedì 21 luglio 1992 - pagina 14

di FRANCESCO VIVIANO

L' ITALIA IN TRINCEA Come Falcone, Borsellino godeva del rispetto degli ' uomini d' onore'
' GIUDICE, IO AVREI DOVUTO UCCIDERLA' E IL PENTITO LO BACIO' SCUSANDOSI

Più d' una volta il magistrato difese la loro credibilità chiedendo premi per chi collaborava. Spatola ' Non tornerò più in Sicilia'


PALERMO - Come Falcone, anche Paolo Borsellino godeva del "rispetto" e della fiducia di numerosi pentiti di mafia che in questi ultimi anni hanno deciso di collaborare con la giustizia. Con lui si "confidavano", avevano stima di quel magistrato "tutto d' un pezzo" che è sceso più volte in campo per difendere la loro attendibilità e chiedendo per i collaboratori leggi premiali. Negli ultimi mesi Borsellino non faceva altro che spostarsi per andare ad ascoltare i pentiti nei luoghi segreti dove erano protetti. Adesso che è morto si sentono come orfani ed uno di loro, Rosario Spatola, ha fatto sapere che non tornerà più in Sicilia. La pentita Giacoma Filippello, ex convivente del capomafia Natale L' Ala, intervistata dal Tg3 ha detto: "Ora posso dire che veramente sono rimasta sola, con Borsellino ci eravamo sentiti una settimana dopo la morte di Falcone e gli avevo detto che avevo scritto una poesia per l' amico e lui mi ha detto: ' Sono felice che lei se lo sia ricordato nella maniera che sa fare dedicandogli la poesia che mi sta leggendo e speriamo che non debba scriverne una anche per me' ". "Ho un ricordo bellissimo di lui - ha detto la Filippello - sempre sorridente, sempre in cerca della verità e della giustizia. In tutti questi mesi, in questi anni che sono stata lontano dal mio paese, noi ci sentivamo spesso: ci rincuorava e ci incoraggiava. Ora a chi ci dobbiamo rivolgere? Siamo rimasti veramente soli". Ogni volta che un pentito "gestito" da Borsellino in un modo o in un altro veniva attaccato per essere screditato, il magistrato correva in suo soccorso continuando a ripetere che si trattava di persona "attendibilissima" le cui dichiarazioni avevano trovato "riscontri oggettivi". Qualche mese fa conversando con i cronisti (ai quali chiese di non scriverlo), Borsellino raccontò alcuni particolari sui suoi incontri con Vincenzo Calcara incaricato di ucciderlo dal suo capo-"famiglia" Antonino Vaccarino. "Ogni volta che lo vedo - disse Borsellino - Calcara mi bacia, ma in segno di rispetto. La cosa mi imbarazza, ma quel bacio significa che ha grande stima di me e se mi sottraessi, conoscendo la mentalità dei mafiosi, potrebbe offendersi". "La prima volta che lo incontrai mi chiese scusa perché aveva ricevuto l' incarico di uccidermi". Dopo la strage di Capaci, Calcara aveva inviato una lettera ritrattando tutto, ma successivamente tornò sui suoi passi proprio pensando a Paolo Borsellino che nonostante tutto continuava il suo lavoro di magistrato onesto. Adesso, dopo la morte di Borsellino il pentito Spatola attraverso il suo legale ha già fatto sapere che non metterà più piede in Sicilia. "Non vengo più, non perché io abbia paura, ma semplicemente perché non intendo mettere più a repentaglio la vita degli uomini della mia scorta per colpe che sono soltanto ed esclusivamente mie". L' uccisione di Borsellino provocherà certamente rallentamenti nelle indagini che erano state avviate dal magistrato dopo il pentimento di altri mafiosi tra cui Leonardo Messina, il presunto killer della cosca del latitante Giuseppe Madonia.

Ringraziamo Frank per la preziosa collaborazione.

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