lunedì 11 dicembre 2017

Scarabocchi veloci del giorno.

Subito una errata corrige segnalata da MUDD:

Quello di sabato non era l'esordio di Valentina Ruggiu in Nazionale, ha firmato a inizio agosto il pezzo-sfogo sulla odissea del padre abbandonato dal 118 (finì in prima pagina e fece il botto sul web).

Chiediamo scusa all'interessata.

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Il lettore Fabio Bertolin torna sulla discussa vicenda del layout di prima pagina:

Caro Pazzo,
la prima pagina in miniatura evidenzia un aspetto negativo del restyling che ancora non mi pare affrontato qui su PPR: nella testata, "la Repubblica" adesso è rimpicciolita e spostata in basso e a sinistra, sormontata da spazio vuoto. Trovo che sia un errore comunicativo (quindi grafico): connota la nuova Repubblica come qualcosa di ridimensionato. 

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Pubblichiamo la lettera che Vittorio Sabadin, crediamo si tratti dell'ex condirettore de La Stampa, ha inviato alla (bella) newsletter Anteprima di Giorgio Dell'Arti:

Caro Giorgio,

complimenti per la tua Anteprima, come sempre curiosa e ben fatta. Arrivo sempre fino in fondo e dunque ho letto le tue considerazioni sui giornali e sulla grafica. La “riforma grafica” è stata per anni il toccasana dei giornali che perdevano copie, un modo per fare finta di cambiare tutto lasciando tutto come prima. La grafica dovrebbe essere al servizio dei contenuti e non viceversa. Prima di mettere mano al tiralinee bisognerebbe porre alcune domande: che giornale volete fare? Quale lettore avete in mente? Dove siete? Dove volete andare? E’ stata la carenza di risposte sensate a queste domande a dare alla grafica il potere che si è presa. Nei giornali americani circolava anni fa una battuta: l’incubo di ogni direttore era che la nuova art director sposasse l’editore. Forse hai ragione tu: è finito il tempo dell’ennesima foto di Trump o di Pisapia messa lì solo perché ci vuole una macchia, e del bianco “che fa tanto fine” di fianco alle colonne. La carta costa, e bisognerebbe oggi più che mai riempirla di contenuti utili e intelligenti, cosa che continua a restare l’aspetto più difficile del giornalismo.

Un caro saluto,
Vittorio Sabadin

3 commenti:

filocane ha detto...

Caro Pazzo,
perché non pensano a Repubblica di inserire nello spazio bianco attorno alla testata la citazione più forte o più bella da un pezzo all'interno del giornale, un po' come fa Internazionale nel suo sommario?

filocane

tinni ha detto...

+ filocane Forse perché ricorderebbe la frasetta sopra la testata del Fatto quotidiano.

@Frank241410 ha detto...

Che, a sua volta, l'ha ripresa dall'Unità (quando era leggibile), rubrica: "La striscia rossa" (se non ricordo male). Editarono, all'Unità quand'era leggibile, anche un libriccino che raccoglieva le migliori "strisce".