mercoledì 4 aprile 2018

Scarabocchi sparsi di giornata: il caso Odifreddi, il refuso di Baricco e altre cose.

Intanto comunichiamo che lo stato di scartamento ridotto proseguirà fino a data da destinarsi.

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Si è inevitabilmente scatenata la discussione sulla "cacciata" di Odifreddi da Repubblica.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro PPR,

perché definisci "insulti" gli argomenti di Odifreddi? Se leggi il suo articolo, si vede che ha ragione: Scalfari INVENTA le notizie e non solo riguardo a Bergoglio: lo ha dichiarato Scalfari stesso. Ha infatti sostenuto che in tutte le sue interviste lui si presenta senza taccuini o registratori, e in seguito riporta la conversazione non letteralmente, ma con parole sue. In particolare, ha confessato, “alcune delle cose che il papa ha detto non le ho riferite, e alcune di quelle che ho riferite non le ha dette”. Sono fake news e un razionalista come Odifreddi non poteva tacere, anche per il bene del giornale. E Odifreddi non ha insultato Repubblica, come sostiene Calabresi: ha scritto "la mia impressione è che in fondo ai giornali della verità non importi nulla". Giornali, in generale, non Repubblica. Se Calabresi se la prende dimostra di avere la coda di paglia. Ma se un giornale non prende le distanze da un ex-direttore/Fundador che s'è messo a sparar balle, bè allora Odifreddi ha fatto bene ad andarsene.

G. Bruno

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Il rapporto fra Odifreddi e Repubblica è sempre stato un po' controverso, tra addii e ritorni (ricordate quando paragonò la politica di Israele ai nazisti Ezio Mauro non la prese benissimo e il prof decise di andarsene). Io l'ho sempre letto volentieri e spesso condiviso; dire che ai giornali non interessa la verità,però, dovrebbe offendere tutti i giornalisti e non solo quelli di Repubblica, perchè anche a quest'ultima si riferiva. Si può anche sostenere che abbia ragione, ma insomma non si può sparare e far finta che non sia successo niente. Io però non lo avrei allontanato, nonostante tutto. Ma anche Calabresi ha diritto di difendere il giornale che dirige.

Simona
 
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Rispondiamo così:

Detto che a noi Odifreddi sta cautamente antipatico pensiamo che poteva risparmiarsi la lunga omelia sull’etica della carta stampata. E ancora di più poteva evitare di polemizzare in modo velenoso con Eugenio Scalfari.

Repubblica sta attraversando un periodo di crisi di identità come abbiamo già detto altre volte su questo blog, Forse è la stessa crisi della sinistra italiana ed europea.
Una crisi di idee, di proposte ,di lettura, di analisi, di fenomeni sociali che sfuggono alla definizione ideologica di destra o sinistra.
E Repubblica sente più di altri i morsi duri e cattivi di una crisi che investe il giornalismo di qualità.

Mario Calabresi è un ottimo direttore e conosce bene la macchina del giornale.
Pensiamo che a Repubblica manchi invece un condirettore o vice di grande spessore culturale e civile che dia carne e sangue al giornale e che detti l’agenda politica e culturale.
E ancora due o tre firme capaci di trasformare il giornale non in pensoso laboratorio di idee, ma capaci di tradurre la politica e di incendiare con proposte e idee il dibattito spesso stancamente scolastico.

E poi, i numeri di diffusione sono striminziti ovunque e la crisi della carta stampata è un fenomeno globale.

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Ritorno alla grande di Refus:

Da bravi odiatori e rosiconi, stamattina (ieri n.d.F.S.) appena abbiamo visto la firma di Alessandro Baricco sulla prima di Repubblica, siamo andati a caccia di un refuso. E lo abbiamo trovato!


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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,

tu che hai udienza ai piani alti di Repubblica puoi chiedere ai grafici Sommi se per caso fa loro schifo dare un po’ di colore a quelle algide e livide cartine che vengono ogni giorno impunemente pubblicate? Chiedo eh.
È così difficile magari copiare dalla consorella Stampa?

Ciao. Paolo S.



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Riceviamo dall'amico Frank:

Io non sono riuscito a capire se l'eroe francese sia stato sposato oppure no.
Il Corsera si contraddice nella stessa edizione (quella di domenica 25 marzo).

Anais Ginori scrive che prima di morire ci sia stato il matrimonio (25 marzo), salvo poi negare il 26 marzo.

25 marzo
Corriere della Sera




25 marzo
la Repubblica




26 marzo
la Repubblica

1 commento:

Gianni Corti ha detto...

PPR, scrivi che Odifreddi avrebbe dovuto risparmiarsi le critiche all'etica del giornalismo. E perché mai? Rivelare che Scalfari scrive fake news è un aiuto alla crisi dei giornali, che è anche crisi di credibilità. Imbavagliare sperando che i lettori non si accorgano di nulla mi sembra un pessimo servizio al giornalismo. Lo scritto di Calabresi è solo omertoso e non mi è piaciuto per niente. Ai fatti si replica coi fatti, non con accuse personali. E' vero o no che Scalfari scrive fake news? Sì, è vero. Dunque ha ragione Odifreddi, non Marione. Pessima gestione dell'episodio.