venerdì 15 marzo 2019

Blog a scartamento ridotto (MiniTav).

Ci allontaniamo per qualche giorno.

Spiace mollare la presa in un momento così frenetico, ma abbiamo bisogno di ricaricare le pile dei vagoni.

più tossici di voi potranno leggere qualche aggiornamento sul nostro account Twitter.


2 commenti:

alebigigher ha detto...

La fascia verticale nella prima pagina di oggi, martedì 19 marzo, è bianca e non più con lo sfondo grigio-azzurro. A me non dispiaceva lo sfondo colorato, magari avrei scelto un colore più tenue, che facesse risaltare meglio le scritte (e che personalmente avrei messo in tutte le pagine)

Anonimo ha detto...

Qualche considerazione personale sul nuovo corso de la Repubblica a guida Carlo Verdelli da un lettore che è stato conquistato da questo quotidiano sotto la direzione di Mario Calabresi.
Aspetti positivi:
-Una bella prima pagina con una grande foto ed il titolone scavato nella foto (come quella di lunedì 11 marzo) mi piace, ma che non sia la normalità: giusto che in particolari occasioni la si sfrutti, quando il supporto fotografico è indispensabile o quando la qualità della foto è eccelsa, ma lo stile de la Repubblica è un altro ed è bene che non lo si snaturi;
-Il colore nelle infografiche, sono più chiare;
-I sottotitoli a fianco del calembour (molto belli quelli di giovedì 7 marzo a fianco del titolone “Nì Tav”);
-I rimandi nelle pagine dei commenti;
-La rubrica Telecomando;
-L’allegato RMotore;
-I boxini celesti;
-La marchetta rossa de L’Espresso nella sottotestata il venerdì ed il sabato;
-Le marchette degli inserti settimanali;
-Lo Sport del lunedì non più estraibile: giusto renderlo parte integrante del giornale;
-L’eliminazione della colonna “Idee”: ingessava troppo la programmazione della prima pagina;
-Il cambio di denominazione da “Fusi Orari” a “Mondo”: tra l’altro sarebbe auspicabile una più stretta collaborazione con Limes che insieme a L’Espresso ed Internazionale è uno dei pochissimi periodici di qualità che si trovano in edicola;
-Inoltre potrei essere favorevole ad un’eventuale spostamento della testata al centro del giornale (prima però andrebbe vista: ora come ora sono ormai abituato ad avere la testata a sinistra), a patto che non sia un mero espediente per aggiungere uno spazio pubblicitario anche a sinistra della testata oltre a quello già presente a destra e che dunque la dicitura “la Repubblica” sia contornata da un dignitoso bianco: altrimenti meglio lasciarla come è ora.
Aspetti negativi:
-Le foto negli editoriali della sezione “Lettere e Commenti”;
-Lo stile più urlato che trasudano i titoloni: tra l’essere più simili a il Giornale, Libero ed il manifesto o a The New York Times non credo ci debbano essere dubbi di ogni sorta. E l’argomentazione de “la Repubblica battagliera” non regge: titoli del genere su la Repubblica non si sono pressoché mai visti, quindi mi piacerebbe che fossero l’eccezione e non la regola;
-La striscia fucsia anziché rossa nella marchetta di Affari & Finanza (comparsa domenica 10 marzo);
-La striscia giallo senape anziché nera nella marchetta di Robinson (comparsa domenica 10 marzo ma già ritornata nera domenica 17 marzo);
-Il titolone colorato, da utilizzare solo in particolari occasioni: bene l’”8” in rosa comparso venerdì 8 marzo, senza senso la scritta “Tav” in verde comparsa sabato 9 marzo;
-Il calembour, da usare con parsimonia: è impensabile trovarne uno efficace ogni giorno (vedere il manifesto);
-La fascia celeste dei programmi in prima serata nella programmazione tv;
-Un’eventuale stravolgimento del lavoro grafico di Francesco Franchi che a mio parere ha migliorato notevolmente il giornale;
-L’abolizione dei ritratti di Marta Signori: li avrei levati solo dalla prima pagina dove non mi hanno mai fatto impazzire;
-Le pagelle di Sebastiano Messina;
-Il colonnino “su Repubblica.it”;
-Il richiamo del sito sotto la testata, fortunatamente già scomparso: l’integrazione tra cartaceo e digitale non passa certo per questi particolari, anche perché i lettori over 70 del cartaceo nel 95% dei casi a malapena sanno usare il telefono, gli under 70 il sito probabilmente già lo visitano;
-La numerazione romana di Robinson, non si addice ad un inserto fresco ed elegante quale Robinson;
-L’abolizione delle icone delle rubriche;
-Il titolo dell’”Amaca” di Michele Serra: preferivo di gran lunga il capoverso gigante, non credo che il titolo sia utile per articoli così brevi.
Gab