martedì 16 aprile 2019

Repubblica per Notre-Dame de Paris (e il giallo del restyling della testata).

Repubblica dedica 7 pagine, più la copertina, alla tragedia di Notre-Dame.

Il Corrierone 8 pagine, più la copertina.

La Stampa 5 pagine, più la copertina.

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La prima pagina di Repubblica resterà nella storia, purtroppo. Titolo e foto esprimono al meglio la vastità della tragedia. Dopo il pullman di San Donato, ecco il secondo caso in cui la testata è scavata nella foto. E anche qui si tratta di fiamme. 


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Sulla prima di oggi è scoppiato un caso relativo alla testata del giornale: aprendo il PDF da device (iPad e Smartphone) il logo di Repubblica appariva così.



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Per un attimo abbiamo pensato che Carlo Verdelli avesse sfruttato la tragedia di Parigi per svelare una eventuale nuova versione della testata, con lo stesso font utilizzato per i titoli, un tributo al carattere voluto dalla coppia Calabresi-Franchi.

Abbiamo quindi atteso con ansia l'arrivo in redazione della copia cartacea del giornale.

Nell'attesa, qualcuno ha scoperto che anche le versione della prima pubblicata da Luca Sofri in un tweet e inserita nella rassegna stampa del suo giornale online Il Post, presentava il logo con il nuovo look.

Certo che il cambio della testata sarebbe stato spiazzante. O quantomeno prematuro.

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La smentita ufficiale arriva con l'edizione cartacea, che presenta la testata tradizionale.


Purtroppo o per fortuna? La redazione di PPR è, come spesso capita, divisa.

Qualche minuto dopo arriva la conferma definitiva da un tweet di Repubblica, che presenta la prima con la solita testata.

In effetti nella visualizzazione del PDF da desktop appare tutto normale. Quindi altro non era che probabile difetto del PDF da device. Scusate i paroloni.



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A questo punto, il feticista che c'è in tutti noi si è messo a ragionare. È vero, la testata è la solita, ma è un filino più piccola. La Elle e la Erre misurano 2,4 cm. contro i 2,7 di ieri.

Inoltre, la testata di ieri e dei giorni scorsi misurava 17 cm. in lunghezza. Oggi misura 15 cm.
E' solo un caso o sono prove tecniche per la sua ricollocazione nella nuova prima pagina?
Ah saperlo.

Una cosa è certa: anche a occhio nudo è evidente la testata small.

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E comunque c'è chi non ha gradito il titolo della prima.

Per esempio Luca Sofri, sempre lui, su Twitter.


Quel "non c'è più" non gli va giù. Evidentemente non capisce il linguaggio figurato ed enfatico del titolo.
Ma si sa che Luca Sofri appartiene alla corrente degli Ermetici.

Ma se vogliamo propria dirla tutta, non è vero che la cattedrale di Notre-Dame non c'è più.

A rinforzare la posizione di Sofri ci pensa il tuittarolo Luca Melo.


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Parlando di cose più serie, le 8 pagine dedicate alla tragedia vedono in prima linea la corrispondente parigina Anais Ginori (dove avrà lasciato la creatura?).

Poi segnaliamo un bel commento di Bernardo Valli (che a Parigi ci vive), poi interviste di Guido Andruetto (a Gerard Depardieu) e Paolo Rodari al cardinale Poupard.

E infine Corrado Augias ci racconta la storia della cattedrale più famosa del mondo.

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ellekappa interpreta così la devastazione della cattedrale.


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Da segnalare un'interessante infografica colorata. Che però non è firmata, more solito.


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L'incendio di Notre-Dame ha portato alla decapitazione di parecchie pagine del giornale.

Per esempio quelle di Sport (solo un pugno di righe per Atalanta-Empoli) come sottolinea il lettore Signor Marco:

Caro Pazzo, oggi martedì 16 aprile solo 2 pagine di sport. A memoria una cosa del genere debbo sforzarmi di ricordarla.

Signor Marco

1 commento:

Calaber ha detto...

Caro Pazzo,
hai ragione. Indubbiamente bello il commento del grande Bernardo Valli. Peccato soltanto che l’articolo sia incappato in uno dei tanti refusi quotidiani che si depositano nelle pagine del giornale. Scrive Valli: “Ritorno indietro di quasi otto secoli, a quando nel 2014, un Te Deum nelle navate di Notre-Dame celebra la vittoria di Filippo Augusto a Bouvines su Giovanni Senza Terra [...]”. Intendeva dire, ovviamente, 1214, anno della vittoria di Filippo su Giovanni Senza Terra, che, però, bisogna pur dirlo, era alleato dell’imperatore Ottone IV avversario di Filippo, ma assente dal campo di battaglia, cosa che Valli non fa del tutto capire. Insomma, un passaggio storico del bel commento che avrebbe richiesto una migliore confezione.
Calaber