giovedì 16 maggio 2019

Il retweet di Oliviero, gli sfoghi amari dei lettori e il giornale puparo del governo Pd-M5S.

Intanto Oliviero Toscani ci ha ritwittato. 

E sticazzi.


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E poi, sempre su Twitter, Valerio Berruti (redattore di Repubblica esperto di motori) ha risposto al nostro interrogativo di ieri relativo all'inserto Motore:
Proprio così. Il terzo numero di RMotore ha ancora la vecchia testata e la vecchia grafica. Naturalmente per ragioni tecniche legate ai tempi di chiusura. Dal prossimo numero si cambia: Rep MOTORI e nuova grafica. Appuntamento a giugno.
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/1:

Ciao Pazzo,

la nuova Repubblica è una sintesi incredibile di brutto per un quotidiano.

Ma Rinaldi o chi per lui, si è reso conto di tutti quei titoli occhielli e varie amenità che più neri e brutti di così, in giro non ve ne sono?

Possibile che qualcuno nelle riunioni di redazione non abbia  alzato la mano alla Fantozzi, per dire semplicemente “per me è una cagata pazzesca"?

Impossibile, non ci credo . Quei lettori che scrivono adoranti temo che potrebbero definire bella anche la Pravda.

Io stimo moltissimo Verdelli e lo ritengo un grande facitore di giornali. Così come credo alle enormi potenzialità di un giornale che ha pochi rivali in Europa per intelligenza e creatività.

Io discuto solo l’organizzazione del giornale in termini di Sezioni e l’abito grafico che, mia personalissima opinione, è di rara mediocrità.

Aprite la finestra e fate entrare un po’di colore. Magari quelli del cielo. Ora grigio e poi splendidamente azzurro! Ma il nero no vi supplico!

AWB

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Con colpevole ritardo segnaliamo questo trafiletto firmato ieri da Marco A. Capisani su Italia Oggi.


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Sempre su Italia Oggi segnaliamo questo trafiletto in prima pagina che riguarda il nostro Diretùr e il suo ultimo libro.


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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/2:

Ciao Pazzo,

per me la nuova Repubblica di CV è un nì. 

Buono il nuovo stile grafico dei titoli e titoletti (tranne l'apertura) che, secondo alcuni, è da manifesto funebre, mentre io ci vedo un ritorno all'antico (sembra di rivedere le prime annate del giornale) che, in questo caso, non mi dispiace affatto, più pulito, più incisivo, più leggibile. 

Il "cambio di passo" dei contenuti, ossia della "politica" del giornale, è tutta da valutare: va bene le inchieste, va bene non fare sconti, ma un giornale che si vuole prestigioso e autorevole dovrebbe mostrare una direzione, condurre il gioco, essere avanti insomma, anche con la scelta degli argomenti, non andare dietro, farsi trascinare od ossessionare dalle vicende quotidiane di questo o quel politicante (ieri B., oggi S.). 

E questo mi porta agli orrendi titoloni di apertura, che, come primo effetto, sembrano quasi rimpicciolire, umiliare la testata (già abbastanza soffocata, schiacciata dalle manchette su entrambi i lati). 

E poi: un titolone che si prende mezza pagina per un rutto del Capitano, quando casca il mondo, quanto spazio vorranno dargli?

Io penso che queste aperture urlate (diciamo pure sguaiate) possono acchiappare qualche lettore magari una volta, due, tante, ma alla lunga diventano una specie di pugno in un occhio, e questo, a parer mio, mal si concilia con l'idea di un giornale - mi ripeto - autorevole e prestigioso, che può mostrarsi e dimostrarsi "battagliero", perché no, anche in una veste composta e misurata: autorevole, appunto.

Mario

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Ieri, sul Foglio, il direttore e nostro amico Claudio Cerasa parla di Repubblica come giornale che "si candida a fare il puparo del governo pd-M5S".




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