giovedì 12 marzo 2020

Due riflessioni da parte di un operatore di pronto soccorso in piena epidemia Coronavirus.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,

sono un operatore di pronto soccorso in piena epidemia e vorrei mantenere l'anonimato.

Ti mando due riflessioni.

Un illustre medico del Pronto Soccorso, alla trasmissione Tutta la città ne parla di Radio 3 ha evidenziato, in maniera magistrale, il punto di vista del medico di pronto soccorso. Mansione che ultimamente più che per la sua utilità, è finita al centro di fatti di cronaca per i rischi e le aggressioni che stanno diventando quasi quotidiane, soprattutto in determinate realtà urbane particolarmente problematiche. 

In diretta radio ha affermato "Molto si è parlato delle crisi delle terapie intensive dove accede circa il 10% degli infetti da cOVID 2019 [...]. Vorrei pero però ricordare il lavoro enorme svolto dai pronto soccorso [...] dove viene visitato il 100% degli infetti che richiedono ospedalizzazione ( più tutto il resto e i casi sospetti che vanno messi in isolamento fiduciario). [...] Un lavoro difficile, con rischio enorme di contagio per gli operatori. Già da due settimane abbiamo osservato un calo del numero assoluto degli accessi in pronto soccorso, sintomatico dell'abuso abituale che viene fatto dei servizi di emergenza dove l'urgenza "percepita" soverchia l'urgenza "reale".

Parole che andrebbero insegnate nelle scuole, perchè come diceva Jimmy Malone negli Intoccabili, "Se hai paura di incappare in una mela marcia non devi prenderla dal cesto, coglila dall'albero."

Parole pesanti come pietre che sono suffragate dai fatti.

Ti allego gli screenshot presi dall'app, attiva in Veneto, seconda regione più colpita dal virus, delle presenze in pronto soccorso alle 8 di mattina, negli ospedali principali della regione ( Venezia e Padova poi erano inserite fin da subito nelle "zone rosse").

Già di per sè un'app che segnala solo le code, mettendo sullo stesso piano tutti gli ospedali, sarebbe da rifletterci su. Ma tant'è, questa app esiste.

Come si può notare non vi è praticamente nessuno, se non casi di una certa gravità. Mentre fino a qualche settimana fa ci capitava di valutare giradito, dolori articolari presenti da settimane e via elencando, ora pare che tutti seguano i consigli, mangino e bevano in maniera salutare e facciano, per quanto possibile per le limitazioni, la giusta attività fisica. Incredibile.

Ci voleva il coronavirus per tenere lontana l'utenza che si rivolge ai pronto soccorso per patologie non gravi e soprattutto non urgenti. Un comportamento presente da anni che è un abuso verso il SSN e che ha in parte contribuito alle criticità oggi presenti nel sistema. 

Da rifletterci su magari andando a ripescare la lettera degli operatori del pronto soccorso di Jesi di qualche anno fa perchè infatti, caro cittadino "Il nostro posto di lavoro non è un ambulatorio, è un Pronto Soccorso, dove dovrebbero accedere le emergenze/urgenze ed è a quelle che ci dedicheremo per prima cosa, perché è il nostro dovere e se tu fossi una di quelle urgenze lo vorresti."

Ciao e grazie per lo spazio



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