domenica 2 dicembre 2007

Usa: prime scintille di campagna elettorale. Ma gli inviati americani di Repubblica, quando servono, non ci sono.

E' partita la campagna elettorale per le primarie del partito democratico negli Stati Uniti. Repubblica, nel numero di sabato, ha dedicato due pagine due all'evento. Solo che sono successe due cose che hanno un po' scombusssolato le risorse americane del giornale diretto da Ezio Mauro.

Andiamo con ordine.

Il corrispondente abituale da New York, Mario Calabresi, venerdì è partito per Vienna, cittadina dello stato del Virginia, per seguire un importante comizio elettorale della candidata principale Hillary Clinton. Ma il comizio non si è mai tenuto. La causa? Quattro persone dello staff della Clinton sono state sequestrate, poche ore prima dell'inizio del comizio, a Rochester, nel New Hampshire, all'interno del loro ufficio elettorale, da uno squilibrato che poi si è arreso ed è stato arrestato. Quindi niente comizio della Clinton a Vienna e niente pezzo forte dell'inviato Mario Calabresi.
A proposito, qui sotto potete vedere alcune prime pagine di quotidiani del New Hampshire che riportano la notizia.









E a Rochester? Chi c'è andato? Nessuno.

Infatti Calabresi era a Vienna, Vittorio Zucconi non si muove da Washington ormai da tempo e quindi ecco che il pezzo forte di cronaca viene affidato al terzo collaboratore americano di Repubblica: Alberto Flores D'Arcais che però ha scritto il pezzo standosene al calduccio del suo ufficio di New York. Non sapremo mai se Mario Calabresi sarebbe andato a Rochester per saperne di più. Fatto sta che su tre risorse americane, almeno una poteva prendeere mezz'ora di volo per andare sul posto.

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