LA GUERRA NEL CAUCASO
A Leonardo Coen non ne va bene una. Ok che è andato a Pechino a scrivere di Olimpiadi, ma dopo aver piantato le radici a Mosca senza che succedesse nulla, appena si allontana dalla Piazza Rossa muore Alexander Solgenitsyn e due giorni dopo scoppia la guerra nel Caucaso tra Georgia e Russia. E' anche vero che Leonardo ha commentato entrambi gli avvenimenti da Pechino , ma la cosa è quantomeno curiosa. Salutiamo con stima l'ottimo Leonardo, il suo Milan, con Ronaldinho, quest'anno può dargli molte soddisfazioni.
Chi ne approfitta, invece, è Pietro Del Re, che trovatosi casualmente a Mosca per sostituire appunto Coen, si è ritrovato tra le mani le due super notizie. Del Re sicuramente pensava di trascorrere più tranquillamente il soggiorno russo e invece si è visto catapultare nelle zone di guerra: prima a Gori, in Georgia, e poi addirittura a Tskhinvali, Ossezia del Sud, dove firma (insieme all'inviato de La Stampa Emanuele Novazio) un gran pezzo rischiando di finire sotto il tiro dei carri armati sovietici.
A dar manforte a Del Re, arriva il ben più esperto Renato Caprile (l'inviato de guera) mandato dalla redazione esteri quando il conflitto è sembrato allargarsi. Caprile prima dello scoppio delle ostilità si trovava già "in zona" essendo a Gerusalemme a sostituire il vacanziero Alberto Stabile.
LE OLIMPIADI DI PECHINO
A Pechino Repubblica batte il suo personale record di inviati: ben 12. Eccoli con le rispettive mansioni:
Emanuela Audisio: la signora dello sport è il fiore all'occhiello di Repubblica, ogni giorno sforna pezzi pregiati su tutti gli sport. Onnivora.
Marco Mensurati: promosso in qualità di cronacaro calcistico, batte sul filo di lana gli altri papabili inviati del pallone, ma si conferma portatore di malasuerte: infatti l'Italia esce ai quarti con il Belgio.
Mattia Chiusano: impegnato su varie discipline: scherma, ginnastica e altri sport minori.
Maurizio Crosetti: altra penna forte. Non deve dimostrare più nulla. Firma il pezzo a commento della cerimonia inaugurale. Presente tutti i giorni con la rubrica Chinatown.
Paolo Rossi: scrive di nuoto, di tennis e altro.
Federico Rampini: più che un inviato è un locale. Ormai ha gli occhi a mandorla. Presente tutti i giorni con la rubrica Diario da Pechino.
Leonardo Coen: di lui si è già detto più sopra. A Pechino rimonta sulla bicicletta, sua passione da sempre.
Fabrizio Bocca: si impegna come sempre in pezzi di routine.
Gabriele Romagnoli: non si firma come inviato perchè di Repubblica, lui, è un collaboratore esterno. Comunque è molto più inviato di molti inviati con la sua paginona quotidiana che porta il semplice nome di la gara in cui sminuzza una gara in particolare e ce la racconta con passione.Presente tutti i giorni con la rubrica Navi in bottiglia.
Emilio Marrese: riecco il redivivo Emilio. Dopo una lunga assenza da Repubblica (era a Il Venerdì) ritorna prepotentemente a scrivere di sport riuscendo, a volte, ad emulare lo stile caustico di Crosetti. Bentornato!
Antonio Dipollina: il televisionaro di Repubblica trasforma la sua rubrica abituale sulla tivù e la ribattezza Schermaglie Olimpiche. Alcuni passi sono da incorniciare.
Corrado Sannucci: arriva per ultimo a Pechino in concomitanza con l'inizio delle gare di atletica, di cui è il re.
Vittorio Zucconi: il grande assente di questi giochi. Non si è qualificato nei trials americani.
ALTRE DI CALCIO
Crosetti è a Pechino, Currò e Sorrentino sono in vacanza. Tocca quindi alle seconde linee di Repubblica commentare il calcio d'agosto delle grandi.
Emanuele Gamba si fa l'Europa in lungo in largo per seguire la Juventus, lui che è un granata doc.
Altrettanto fa Gianni Piva alle prese con le avventure europee di Inter e Milan.
Chiudiamo segnalando la latitanza viola di Benedetto Ferrara (ferie?), sostituito alla grande da Giuseppe Calabrese.
3 commenti:
Non c'è storia, Gianni Mura è una colonna portante.
Salutoni! :)
Antonio Cipollina non lo sopporto, è uno che vorrebbe veder giocare sempre le solite tre o quattro squadre, lui sarebbe per un trofeo tim o birramoretti tutto l'anno
Antonio Cipollina non lo sopporto, è uno che vorrebbe veder giocare sempre le solite tre o quattro squadre, lui sarebbe per un trofeo tim o birramoretti tutto l'anno
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