martedì 10 marzo 2009

Altri due commenti dai lettori. Ovvero, il Web 2 che avanza.



Della serie: poi mandiamo la fattura a Repubblica per questo servizio di Web 2.0. Caro Ezio, i commenti dei lettori sono importanti! Sono il futuro!

Wild56 scrive:

"i lettori incazzati sono un buon segno. Se lo sono è perché amano il loro giornale, altrimenti se ne impipperebbero e ciao.

Le mie personali ricette: tagliare drasticamente le pagine politiche, che hanno stomacato tutti, non se ne può più di pagine e pagine di aria fritta, magari per commentare l'ultimo rutto di Casini. Il fondo lo si toccò anni fa con la polemica di Cossiga sul "trattino" del centrosinistra, una cosa avvilente che andò avanti demenzialmente per giorni.
Poi ci si lamenta che si perdono lettori?

Aumenterei i commenti critici, le analisi: insomma un giornale moderno deve FARMI CAPIRE I FATTI, oltre a darmi le notizie. Aumenterei la pagina delle lettere, quasi sempre quella più interessante del giornale. Infine aumenterei fortemente l'interazione con la rete, il contributo dei lettori per dare spunti a articoli, inchieste eccetera.

Insomma sveglia, anche i giornali sono come i partiti, che vivono in un modo tutto loro. E' ora che anche Repubblica si apra seriamente a internet, è assurdo che la testata cartacea sia praticamente estranea a quella on line. Ugh, ho detto."


Andrea scrive:

"Beh, se ognuno qui dice la sua, pure io voglio farlo. Ci pensavo stamattina leggendo il giornale sull'autobus.
Ciò che farei è, oltre alla riduzione di formato (che permette una lettura più facile su treni, autobus e via dicendo), una riduzione drastica delle immagini. Ci sono troppe immagini didascaliche inutili (tutti sappiamo che faccia hanno Berlusconi e Veltroni, e allora che ci frega di avere tre foto per ognuno di loro?). Ci vorrebbero meno foto, ma più "narrative", capaci di trasmettere qualcosa e arricchire gli articoli.
In questa maniera si compenserebbe la fisiologica riduzione degli articoli che la riduzione del formato comporta: articoli corti provocano la riduzione di informazioni dettagliate e spiegazioni, porterebbe a un'atrofizzazione del pensiero, dell'analisi. Darebbe il via a semplificazioni e stereotipizzazioni. Inaccettabili.

Dimezzerei le pagine di politica, di cronaca e di sport. E meno lenzuoli su Obama, suvvia. Sono un po' il riflesso di un Italia chiacchierona e inconcludente, che fa progetti astratti e si lamenta sempre. Non alimentiamo questa spirale. Un giornale dovrebbe informare e formare un popolo.

Infine, via R2 (alzino la mano quanti sono che lo leggono tutto, assiduamente). Meglio puntare sulla qualità di un settimanale come il Venerdì, sul Diario della settimana e sulle pagine domenicali."

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