mercoledì 24 giugno 2009

Fuori dai denti.



Finita l'anestesia e scemato il dolore, eccomi da voi a commentare la discussione scoppiata intorno al blog.

L'idea di questo blog, nato nella primavera del 2006, è quella di raccontare vita, morte, miracoli e curiosità del quotidiano La Repubblica. Tengo sotto controllo inviati, corrispondenti, cronisti, opinionisti. Quando sono per strada fotografo chiunque abbia in mano una copia di Repubblica.
E fotografo anche le pile di Repubblica impilate fuori dalle edicole di Milano e pubblico le foto sul blog nella rubrica "Dichiarazioni d'amore".


Ho riportato l'incipit della presentazione del blog (che trovate qui a destra) per rispondere alla discussione che da qualche giorno sta animando questo blog.

Nelle prime sei righe di quella presentazione c'è il concentrato del sapore che questo blog dovrebbe avere. Un blog ruspante, a volte naif, amatoriale e molto, molto spensierato.

In quella che io chiamo redazione non ci sono giornalisti professionisti (salvo un paio di collaboratori che però non ci tengono particolarmente a farlo sapere), né pubblicisti. Siamo tutti lettori appassionati di Repubblica innamorati a tal punto di questo fottuto giornale da arrivare anche ad odiarlo, certi giorni.

La mia idea non era (non è) quella di vivisezionare gli articoli e i commenti degli illustri inviati. L'idea è (era) quella di scherzare e di giocare con chi questo giornale lo scrive, lo disegna e lo stampa. E, perché no, lo legge.

E' vero, come dice Authan, che da qualche mese la maggior parte dei post si è concentrata sulla notifica dei refusi. Specie quelli più stupidi, specie quelli riportati sul repubblica.it, dove la fretta di postare le cose ti porta più facilmente a sbagliare. Ma è anche vero che, come altri hanno segnalato, il secondo (primo?) quotidiano italiano ha l'obbligo di curare i minimi particolari e così non ci va che certe cazzate vengano scritte per distrazione o poca professionalità. Cavolo, ci vuole davvero poco a dare una scorsa ai nomi degli inviati, ai titoli delle schede, alle didascalie delle foto. Lo si deve fare per rispetto, per educazione, per professionalità.

E poi, i ripetuti errori nella testata di R2 non vi sembrano gravi? Stiamo parlando di Repubblica, non della Gazzetta di Pontremoli. Con tutto il rispetto per la Gazzetta di Pontremoli.

Quindi ben vengano le critiche, che servono a far crescere il blog e a tenere in caldo la nostra passione per il giornale di nonno Scalfari. Però vorrei tanto che queste critiche venissero lette anche da chi il giornale lo fa, in un'ottica di Web 2.0, quella fastidiosissima definizione con cui viene chiamata quella nuova forma di fare internet che appartiene non solo a chi propone i contenuti sulla rete, ma anche e soprattutto a chi quei contenuti li fruisce e ha il diritto di condividerli, di crearli e di demolirli.

Mettiamocelo bene in testa: gli utilizzatori della rete non vogliono più sentirsi dire "compra questo prodotto perché fa bene". Questo concetto appartiene alla vecchia formula della comunicazione. Sulla rete è il consumatore finale che decide se un prodotto è buono e fa bene.

Ecco perché quando su PPR si accendono le polemiche vorrei tanto che di là dal cancello ci fosse qualcuno pronto a leggerle. Siano essi segnalazioni di stupidi refusi come commenti ad articoli di prima pagina. Anche se noi, qui a PPR, preferiamo continuare a segnalare i primi.

PS: sarà certamente un caso, ma da quando abbiamo abbassato il livello dei post, si è automaticamente alzato quello dei visitatori. Oh Cristo! Vuoi dire che ci stiamo ingossippando anche noi? Come il nostro beneamato quotidiano? Se lo sa Vittorio Feltri ci dedica la prima pagina di Libero.

PS2: sì, quella nella foto sono proprio io.

8 commenti:

aghost ha detto...

cito: "Mettiamocelo bene in testa: gli utilizzatori della rete non vogliono più sentirsi dire "compra questo prodotto perché fa bene". Questo concetto appartiene alla vecchia formula della comunicazione. Sulla rete è il consumatore finale che decide se un prodotto è buono e fa bene"
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Condivido. Aggiungo anche che ciascuno del suo blog fa quel che gli pare. Andare a caccia di refusi può essere divertente all'inizio, ma alla lunga stanca (chi lo fa e, credo, chi legge).

A me piaceva l'evoluzione del blog in una sorta di "comitato di lettori" e non di meri correttori di bozze, per di più agratis.

Accanirsi sui refusi, sulla forma più che sulla sostanza, mi pare in definitiva poco entusiasmante.

Perché mai i lettori non possono dire la loro al giornale tipo "10 pagine sui ballottaggi sono troppe, chi se ne frega!", oppure "basta gossip su berlusconi, insistete piuttosto sul caso mills".

Insomma ribadisco, a me piacerebbe molto di più uno scambio (vero) giornale-lettori, insomma la critica "costruttiva" ai contenuti, agli articoli e perchè no alla linea editoriale...

Se siamo i clienti del giornale, non dovremmo avere diritto a dire finalmente la nostra?

Enrico Maria Porro ha detto...

Giusto aghost, condivido. Però occhio a non far diventare questo blog un forum. Non è quello che si vuole. Si vuole però, come dici tu, che il lettore dica la sua, concetto suffragato dal fatto che su questo teritorio si ha la quasi certezza di venire letti da chi dovrebbe ascoltare le nostre osservazioni.

se vuoi puoi proporre tu il primo "dibbattitto".

Anonimo ha detto...

Condivido la scelta di non cambiare Ppr, perchè altrimenti, se ci si dedica al commento degli articoli e al dibattito, allora questo diventa un blog politico. Niente di sbagliato, ma cambia radicalmente.

Frank57 ha detto...

E io proprio all'incipit del blog mi rifacevo, perciò (sono sbrigativo data l'ora e mi scuso) vorrei tanto sapere, per esempio, perchè anni fa Licia Granello venne spostata dalle pagelle alla Nazionale di calcio alla cucina.
A me piace conoscere i dietro le quinte del quotidiano che leggo e non mi piacerebbe che questo blog così particolare si trasformasse in forum.

Unknown ha detto...

brevissimo, e per punti, anche disordinati, perché oberato di lavoro:

- Pazzo per Repubblica è un'iniziativa privata (giusto?) di un appassionato del giornale, attento al giornale, innamorato del giornale. Ma da considerarsi assolutamente esterno al "sistema Repubblica". Perciò è un libero forum di lettori che dicono "questo va bene, questo non va bene". Non è un caso che altri giornali nazionali non abbiano omologhi di PPR. Ma questo è solo un vanto per noi lettori

- beccato in pieno il concetto 2.0: la mattina all'edicolante pago la mia copia. Mai mi permetterei di criticare i vari Leggo, epolis, metro: me li regalano, facciano come credono. Siccome la pago, pretendo. Dieci anni fa avrei scritto al direttore una lettera, francobollandola: oggi gli mando una mail, e scrivo su PPR (che viene letto in redazione)

- qui si può dire la "nostra" fin che si vuole. Io non sono un collaboratore di PPR, ma tutte le volte che ho scritto sono stato pubblicato: un caso? non peso. Però, ripeto, non può diventare il forum ufficiale. Quello va chiesto alla redazione di Repubblica (e quoto anonimo)

- i refusi: sintetizzi bene: è Repubblica, non il giornaletto della Parrocchia!

- la buona parte dei nostri discorsi di questi giorni sono in realtà il preludio alle grandi mutazioni che si prospettano all'orrizzonte; mi riferisco naturalmente al discorso "articoli online a pagamento". Piuttosto apriamo un dibattito su questo. Non si tratta di politica, ma di comunicazione

buona giornata

Enrico Maria Porro ha detto...

Sulla Granello girano voci che sia stata fatta fuori da Enrico Currò dopo una memorabile litigata agli europei del 2000.

authan ha detto...

Sono Authan, colui che ha dato il via alla discussione sui refusi. Dopo aver gettato il sasso, me ne sono andato in vacanza, non pensavo di scatenare un dibattito.

Penso che ad ogni modo si sia colto lo spirito della mia critica. Senza pretendere di comandare a casa d'altri, chiedevo solo un piu' di sostanza negli articoli. E se il blog in parte si dovesse "politizzare" o "forumizzarsi" io non ci vedo nulla di male, anzi. Il mio blog, dedicato alla trasmissione radiofonica "La Zanzara", su Radio24, e' politicizzato ed assomiglia molto ad un forum. A me - lo dico "fuori dai denti" - piace proprio cosi'.

Saluti a tutti.
Authan

PS: scusate eventuali refusi nel mio testo... :-)

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Authan, conosco bene il tuo blog contro Cruciani, una volta ti leggevo tutti i giorni, poi adesso un po' meno. cruciani però lo ascolto ancora, anche se la maggior parte delle volte lo cazzotterei per ciò che dice e cper come tratta gli ascoltatori. comunque è uno bravo e preparato e sinceramente a quell'ora, tornando a cas in macchina, è l'unica cosa decente che c'è da sentire.