Riceviamo e volentieri pubblichiamo (e ci riserviamo di rispondere non appena ne saremo in grado fisicamente).
Un pugno e una carezza du un fedele vostro lettore abbonato al feed RSS.
La carezza: l'idea di questo blog, un contraltare critico e non sdraiato verso Repubblica, è straordinaria.
Il pugno: ci sono troppi micropost dedicati agli stupidi refusi, che sono gravi finché volete, ma ad un certo punto chissenefrega. Non dico che tali post vadano soppressi, ma neppure devono essere prevalenti.
Quanto sopra è detto e pensato senza voler mancare di rispetto al vostro lavoro, ci mancherebbe. Il mio intento è solo quello di stimolare un po' più di inventiva e di contenuti aventi un qualche spessore, alzando il livello dell'asticella e dello spirito critico. In una parola, vorrei più sostanza.
Perché non commentare di volta in volta un articolo? Una volta Merlo, una volta Ceccarelli, una volta Scalfari, Sofri, Lerner, Boeri, ecc. ecc. Scrivono cose sensate? O sciocchezze? Condividete o no? Omettono qualcosa o sono da urlo tanto sono perfetti? Sono questi i temi che vorrei leggere. Sapere che nel titolo a pagina 44 c'è una Z in piu mi è insignificante.
Manca il tempo? Non è obbligatorio postare tutti i santi giorni.
Salutoni e buon lavoro.
Con stima, il fedele lettore
authan
2 commenti:
Credo che l'attenzione sui refusi possa sembrare ingiusta, spesso ingiustificata e di bassa qualità culturale.
Ma da un giornale importante nel panorama editoriale italiano ci si aspetta sempre il massimo.
Il refuso indica una profonda superficialità.
Indica che chi scrive lo fa in fretta, non rilegge ciò che ha scritto.
Ciò è trascurabile per chiunque di noi, ma non per un professionista.
Per quanto riguarda il commento agli articoli dei vari editorialisti, credo che ciò non possa prescindere dall'analisi dei contenuti di detti articoli, ciò avrebbe la conseguenza di creare tutta una serie di commenti si taglio politico, e credo che questo blog, molto saggiamente, se ne tenga alla larga.
Io la penso così, poi sarà Enrico a dire la sua.
Fabio V.
caro authan,
posso anche essere d'accordo in linea di massima: effettivamente sul blog ci sono troppo spesso post sui refusi.
però su un giornale come Repubblica, uno dei maggiori quotidiani italiani, certe sviste non dovrebbero esserci. punto e basta.
qualche tempo fa ero a cena con un inviato di Repubblica, uno dei pezzi da 90 del giornale; naturalmente si è parlato, anche, di giornali e di editoria (era appena "scappato" Calabresi). Durante la cena ho confessato di essere un assiduo lettore di questo blog, e ho riportato alcune delle più comuni creitiche che qui vengono espresse: i refusi (ormai a quintali) e l'idiozia dell'impaginazione delle testatine di richiamo.
Sulla prima ha confessato che hanno appena "perso" un ottimo correttore di bozze (e si vede), sull'altra conveniva.
Io di lavoro faccio il grafico, e non potrei mai permettermi un refuso su uno stampato: sarebbero dolori, e giustamente chi mi paga non sarebbe così contento.
Visto che il quotidiano lo compero, mi aspetto lo stesso dalla redazione.
PS: tanto per gradire, io che di musica non capisco molto, oggi ho un dubbio: ma per elisa è stata composta in do minore oppure in la minore? perché nella stessa pagina di repubblica di oggi ci sono entrambe le affermazioni (cfr pag 35)
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