martedì 8 settembre 2009

Clerici&Rossi.

Non è una ditta di imbianchini.

Ci sono voci che Gianni Clerici non abbia più voglia di farsi le galoppate in giro per il mondo a causa di alcuni problemi di salute.

Le voci sono confermate a pagina 53 di Repubblica di ieri dove c'è la cronaca degli Us Open da New York dell'inviato Paolo Rossi.

11 commenti:

nomadus ha detto...

Ciao Enrico Maria, volevo chiederti se per caso avevi firmato sul sito di Repubblica l'appello per la libertà di stampa giunto oramai a 285.000 firme (la ia è la numero 146.895). Un cordiale saluto.

Barbapapà ha detto...

Se l'assenza del buon Gioanin allo US Open è dovuta a questioni di salute, temo siano serie perchè posso capire la volontà di non sobbarcarsi le fatiche del viaggio, ma non l'impossibilità a scrivere un commento dopo aver visto gli incontri in tv. Speriamo di poter tornare a leggerlo prestissimo sulle pagine dell'amato foglio perchè il tennis senza i suoi sapidi commenti perde molto del suo fascino (che già oggi non abbonda vista la tanta mediocrità che circola sui campi di gioco). Oltretutto, e senza voler essere irrispettosi, quel Paolo Rossi mi apre alquanto deboluccio sul versante.
Complimenti, infine, per il blog: ero alla ricerca di notizie sulla sparizione di Clerici e mi sono imbattuto in questo surreale spazio. Sarò dei vostri quotidianamente (più o meno...). Ciao!

Anonimo ha detto...

Gianni non ha la tv a casa, quindi dubito che scriva articoli senza aver visto le partite.
L'assenza di Gianni è una grande mancanza; qualcuno di voi non si può informare mandando una mail alla redazione.
Paolo Rossi di tennis capisce poco, scrive articoli banali, che potrebbe scrivere chiunque, è un giornalista sportivo anonimo come pochi.
Scusate il tono ma la verità bisogna dirla.
Luca

Anonimo ha detto...

Gianni non ha la tv a casa, quindi dubito che scriva articoli senza aver visto le partite.
L'assenza di Gianni è una grande mancanza; qualcuno di voi non si può informare mandando una mail alla redazione.
Paolo Rossi di tennis capisce poco, scrive articoli banali, che potrebbe scrivere chiunque, è un giornalista sportivo anonimo come pochi.
Scusate il tono ma la verità bisogna dirla.
Luca

Barbapapà ha detto...

A dirla tutta, Clerici non ha bisogno neanche di vedere l'incontro per scriverci un articolo sopra. Come scrisse il grande Rhino Tommasi sul libro Il Grande Tennis: Gianni può scrivere un intero articolo senza fare menzione alcuna della partita cui ha assistito, ma vi dirà sempre il perchè... Lunga vita a quella gloriosa generazione di giornalisti!
L'aspetto che però mi intristisce è che non si riescano a trovare giornalisti che si siano abbeverati a questi pozzi di scienza sportiva. Lo stile (e la cultura) di Clerici sono evidentemente ineguagliabili, ma la competenza tennistica (per fare un esempio) è un qualcosa che si può imparare studiando (anche qui, senza pretendere di arrivare alla completa padronanza tecnica di Gioanin). E su questo versante anche a Repubblica non mi pare si siano formati degni epigoni. E' inutile sparare su Rossi: mi pare un onesto mestierante che saltella dal nuoto al tennis senza brillare e senza dare valore aggiunto.

Anonimo ha detto...

concordo con quello che dici,
i nuovi giornalisti sportivi di Repubblica sono tutti mi pare dei mestieranti, per parlare di tennis come di qualunque altro, sport bisogna esserne appassionati, averlo praticato, averlo studiato.
Rossi mi sembra come quegli studenti che preparano un esmae studiando sul bigino. Non da alcun valore aggiunto.
mi duole dissentire da te sull'altro punto; un giornalista per parlare di un match lo deve vedere. Se clerici parla di qualcosa che non ha visto lo dice; se poi a volte Gianni come in telecronaca o in un articolo parla di tutt'altro è perchè non ha ritenuto degno di nota quello che ha visto.
Fidati che se avesse scritto su un quarto di finale di un italiano in uno slam avrebbe parlato del match; è da tren'anni che un itlaiano non raggiunge la semiginale in uno slam.
saluti
Luca

Barbapapà ha detto...

In linea d principio è chiaro che bisogna vedere un match per parlarne. La mia però era una provocazione per dire che è meglio leggere un articolo di Clerici su un match da lui non visto piuttosto che leggere il resoconto di un Paolo Rossi che ha assistito al match. Oggi sul sito c'è la sua cronaca del match della Pennetta contro Serena Williams. Mi sono cascate le braccia su questo punto:
"Mi ha lasciato poche chance di prenderle il servizio" ha ancora commentato la numero uno d'Italia, svelando anche un particolare tecnico del match. "Mi aspettavo tirasse forte, ma più lungo. Invece le sue palle erano più corte del solito ed io, che mi ero posizionata più indietro, facevo fatica a recuperare. Incredibile forse, ma è così".
Ma dico io: tu sei un giornalista sportivo che ha assistito all'incontro ed il particolare tecnico te lo deve svelare la tennista?!
Tornando al buon Gioanin (dove sei?!), diverse volte ha scritto su incontri da lui non visti, ma su cui ha potuto raccogliere informazioni di prima mano da esperti fidati.
Tornando al tema della modesta preparazione di alcuni giornalisti sportivi di Repubblica, credo che uno dei problemi sia la preferenza accordata dal giornale alla qualità della scritturhiudo, che fa premio sulla tecnicalità dello sport. Per cui ti ritrovi tanta gente che scrive benissimo, che ti fa resoconti di puro "colore" ma non in grado di centrare l'aspetto tecnico della vicenda agonistica. Vogliono tutti essere Emanuela Audisio... Poi, e chiudo, è chiaro che io adotto un criterio molto severo uando leggo Repubblica per cui non tollero cali qualitativi neanche nello sport. Se applicassi la stessa severità con altri fogli, dovrei dar loro fuoco... Non essendo un piromane, è sufficente per me non dargli soldi...
Ciao!

Enrico Maria Porro ha detto...

Grandissimo Barbapapà.

Per Nomadus: qui in redazione abbiamo ovviamente firmato tutti.

Frank57 ha detto...

Adoro Emanuela Audisio, soprattutto quando scrive pezzi di ampio respiro. Gianni Clerici potrei definirlo il Brera del tennis. Gianni Mura è affascinante e rigoroso quanto basta.
Sulla qualità del giornalismo sportivo di "Repubblica" sono d'accordo con quanto ha scritto Barbapapà (benvenuto). Un tempo si poteva considerare la migliore redazione, dopo la Gazzetta. Mi sembra che la qualità sia andata opacizzandosi, anche se restano molto valide le incursioni di Gabriele Romagnoli, gli interventi di Corrado Sannucci e di Maurizio Crosetti. Peccato che Licia Granello da anni sia stata trasferita in... gastronomia, ma chissà cosa dev'essere successo.

Enrico Maria Porro ha detto...

Caro Frank, si vocifera che la Granello abbia avuto un violento litigio con Enrico Currò durante gli europei del 2000.

Ma sono voci.

Barbapapà ha detto...

Caro Frank57, il tuo elenco di firme è anche il mio, con Mura uber alles.
A me piace anche lo stile di Benedetto Ferrara, quando si occupa di Valentino Rossi, in uno sport ove posso accettare che la descrizione psicologica dei protagonisti abbia il sopravvento sulle gergalità motoristiche. Fatico ad inquadrare Enrico Sisti, mi pare un jolly che non ha ancora trovato un ruolo definito nè riesco a capirne le competenze. Un giornalista sottoutilizzato è Walter Fuochi che, a parer mio, è molto bravo (non fosse per qull'insopportabile "gol" con cui definisce i canestri: capisco che siamo nel paese schiavo della pedata, ma occorre rispettare il lessico di ogni sport!), ma paga purtroppo l'età oscura in cui è piombato ormai da anni il basket a causa dell'insipienza della Federazione. Certo, lontani sono i tempi in cui Alessandro Baricco ci commentava dagli States "the last dance" dei Chicago Bulls dell'indimenticabile Michael Jordan.
Grazie per il benvenuto, mi sento già a casa...