lunedì 19 ottobre 2009

C'è un match Monzon-Benvenuti anche oltreoceano.

E' quello tra il New York Times e il Washington Post.

25 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà l'influenza, sarà la stanchezza, sarà che me lo dicevano tutti "e prenditela quella terza media, e prenditela quella terza media", ma qui si vola troppo alto per me. Ne capisco ancora meno dell'articolo del Giornale sulle spiate cecoslovacche dell'immacolato Augias. (Tanto che perfino D'Avanzo ha detto, benigno, "Augias si saprà difendere benissimo da solo", scil. e non conti su di me, che io non ci ho capito una minchia). Ragazzi, un riassunto, per favore, che vorrei farmi bella con le amiche dalla manicure.

Anonimo ha detto...

A proposito di Monzon-Benvenuti. Oggi ho fatto un esperimento con un ragazzo del quinto liceo che ha la sventura di avermi come tutor, visto che sta facendo un'esperienza nel giornale per il quale lavoro. Gli ho fatto mettere a confronto Monzon (Repubblica) e Benvenuti (Corsera), chiedendogli di segnalare e riassumere le notizie interessanti che trovava da una parte e dall'altra. Si è impegnato, giuro. E dopo due ore mi ha presentato l'elenco più striminzito nella storia degli elenchi: sei notizie (sport incluso) su circa 140 pagine ispezionate. Per un diciottenne i giornali sono pieni zeppi di cose inutili, incomprensibili, lontanissime dalla (sua) realtà. Mi ha detto che su un pezzo del Corriere si è quasi addormentato. E' solo l'opinione di un ragazzino sfigato lobotomizzato da Maria De Filippi? Mica tanto: questo qui vuole fare il fisico, da grande. Siamo dinosauri.

aghost ha detto...

per le nuove generazioni l'interesse per quel che pubblicano i giornali tradizionali è certamente basso, ma anche per le vecchie temo non sia il caso di essere troppi entusiasti.

Se doveste dire, d'acchito, qual è la percentuale del giornale Repubblica che leggete con interesse, mediamente?

La mia difficilmente supera il il 30%. Significa che compro un prodotto giornalistico che al 70% non mi interessa. Sarà masochismo?

La vostra percentuale qual è?

Enrico Maria Porro ha detto...

Anonimo, perchè non ti firmi ed entri a far parte del carrozzone feticistico degli adulatori di Repubblica?

il tuo messaggio è uno straordinario spaccato della generazione facebook.

Enrico Maria Porro ha detto...

rispondo al sondaggione di aghost:

la mia percentuale è tra il 35 e il 40%. Io, per esempio, l'economia la salto a piè pari ma anche la cronaca nera etc...mi concentro sulle prime pagine di politica, la cultura e lo sport essendo un tifoso calcistico. gli spettacoli mi lasciano perplesso, secondo me si potrebbe fare di più.

Barbapapà ha detto...

Bella domanda. Non saprei esprimermi in termini percentuali, ma complessivamente leggo una parte consistente del giornale. L'interesse, e quindi l'attenzione, vacillano sulle mortifere pagine di attualità/costume/società che infestano il corpo centrale del giornale, fino ad invadere non di rado R2.
Direi che un 50% abbondante del giornale è da me letto.
In realtà io ho un mio vecchio espediente empirico per misurare la "consistenza" del giornale. A volte, per un kombinat di impegni familiari/professionali, mi capita di non riuscire a leggere il giornale (a parte la veloce scorsa iniziale) il giorno stesso e di dover rimandare al giorno dopo la lettura. Ebbene, qualche anno fa mi capitava di dover dedicare ancora molto tempo ad una edizione già vecchia, in quanto aggredita dalla quasi istantanea obsolescenza di molte notizie. Questo perchè il giornale presentava molte più inchieste ed approfondimenti veri (non le due misere colonnine odierne, affogate tra superflue foto e invadente pubblicità, che oggi è l'imbarazzante standard di molta nostra produzione).
Oggi la lettura postergata del giornale mi porta via, spesso e volentieri, una decina di minuti.
Sono fermamente convinto che la strada per l'attrazione di nuovi lettori non debba passare per articoli brevi, ma per articoli che veicolano (udite, udite) notizie. Se il giornale monstre da 80 pagine tiene lontani i lettori, allora asciughiamolo espungendo tutto ciò che in un mondo normale andrebbe catalogato sotto la rubrica Brevissime. Se io mi voglio rilassare non lo faccio certo leggendo su Repubblica una notiziola pescata su internet e già vecchia (vedasi bambino e mongolfiera).
Probabilemnte rappresento una categoria di lettori di un'altra epoca, ma io voglio notizie SELEZIONATE e APPROFONDITE ed in grado di fornirmi le giuste coordinate per capire dove va il mondo. Chiedo troppo?

aghost ha detto...

concordo, tanto per cambiare, con barba :)
Anche io apprezzo gli approfondimenti. perché voglio capire come va il mondo. Bene le notizie ma anche il commento e le riflessioni.

Leggo la cronaca politica, ma solo le cose piu importanti perché al 70% è fuffa. Poi qualcosa di cronaca, le pagine culturali in genere le leggo abbastanza, come pure quelle di tecnologia. Salto a piè pari tutto quello che riguarda il calcio. Leggo editoriali, articolesse e rubriche, tra queste ultime quella che ritengo tra le parti piu interessanti del giornale: la rubrica delle lettere. Che però a me pare troppo smilza. Farei rispondere qualcun altro oltre ad Augias, che batte la fiacca e non si sforza mai più di tanto. Infine leggo anche la pagina degli spettacoli, se vale la pena. Mi pare che manchi una rubrica di critica televisiva seria, tipo quella di Grasso sul Corriere, che apprezzerei molto.

Enrico Maria Porro ha detto...

Barbapapà, sai che anche a me a volta capita di avere degli arretrati da leggere. E sai cosa succede? Che leggere il giornale del giorno prima o addirittura di due o tre giorni prima mi provoca un eccitamento paticolare e maggiore che la lettura del giornale "di giornata". Feticismo da arretrati?

Enrico Maria Porro ha detto...

Rispondo ad Aghost: una volta c'era una rubrica di critica televisiva seria, la curava il grande Benaimino Placido, qualche vecchio feticista se la ricorderà, vero Frank o Barba?

Adeso dobbiamo accontentarci della rubrichetta (fabbrichetta) di Dipollina, che tra l'altro a me piace. Ma Placido era un'altra cosa.

Barbapapà ha detto...

Caro Aghost, condivido assolutamente quanto dici sulla rubrica delle lettere: è ingiustificatamente smilza e stride con quanto appropriatamente fanno i principali quotidiani, che invece largheggiano negli spazi dedicati. Oltretutto, queste lettere sono spesso testimonianze importanti di quanto avviene nella quotidianità non illuminata dai riflettori dei media. La voce dei lettori va valorizzata, non sacrificata.
Sei invece n po' troppo severo con Augias (anche se quel "batte la fiacca" mi ha fatto ridere!) che trovo sempre molto chiaro ed efficace nell'esposizione e nell'analisi dei singoli casi presentati. Il vero problema è che dovrebbe evitare sovrapposizioni con la parte politica, perchè dover rileggere quanto tutti già sappiamo e condividiamo è una perdita di tempo. Meglio sarebbe, al limite, dare spazio, come ogni tanto fa, alle voci dissonanti, quantomeno per far vedere che c'è diversità di opinioni anche tra i nostri lettori. C'è?
La pagina politica rimane evidentemente esposta alla pochezza della nostra classe politica. Ma, sarò retrò, trovo interessanti (se letti il giorno stesso...) i retroscena di Tito o, in tempi recenti, di Bei.
L'economia mi pare ben presidiata, anche se Mauro dovrebbe avere il coraggio di utilizzare questa struttura per coprire meglio il tema della crisi delle piccole e medie imprese, e relativo impatto sociale, al Nord.
Gli spettacoli hanno un andamento un po' altalenante, a volte parlano di temi di esclusivo interesse dei giornalisti che hanno scritto il pezzo. La rubrica televisiva invece a me piace: Dipollina è molto arguto, conosce approfonditamente il mezzo televisivo e segue con attenzione quanto di nuovo emerge nel satellitare (immagino sia molto amato a Sky...). Certo, ha il vizio di piacioneggiare strizzando in maniera compiaciuta l'occhio: è chiaro che si diverte e che non prende troppo sul serio quel mondo (la vita è altrove! yeah!). A me tutto sommato piace così. Inutile rincorrere Grasso, ognuno ha il suo stile e alla fine le sue opinioni si capiscono senza soverchie difficoltà.
Lo sport purtroppo non riesce ad affrancarsi dalla italica schiavitù della pedata. Io leggo solo Mura, a volte Crosetti e Bocca. Vorrei leggere più spesso Clerici e Audisio (anche se in tempi recenti non sono mancate le occasioni), trovo molto capaci Ferrara e Fuochi (sacrificatissimo a causa dell'età oscura in cui è oramai piombato il basket) e non vorrei più leggere Paolo Rossi (in una sua recente intervista alla Pellegrini per commentare la scomparsa di Castagnetti, le sue domande erano più che altro un modo per consentire alla Pellegrini di riprendere fiato...).
Siamo severi? Sì, ma come dice la Somma Caterina: critichiamo ciò che amiamo.

Barbapapà ha detto...

Come no! A parer mio. Straordinaria! Tracimava cultura a più non posso, offerta ai lettori con uno stile godibilissimo. Lontano anni luce da Dipollina, ma anche da Grasso.
Che fine ha fatto il grande Beniamino? Dopo la fine della rubrica si era trincerato in uno spazietto domenicale intitolato Nautilus e poi è sparito in silenzio.

Enrico Maria Porro ha detto...

Cari feticisti, questo post ha provocato una marea di considerazioni che è quasi un peccato lasciar qui seminascoste nelle pagine dei commenti.

C'è tanta roba buona e la tentazione di riportare tutto sul blog è parecchia. E' vero che gli spiders dei motori di ricerca vengono a scandagliare anche tra i commenti, ma il mio timore è che i lettori che vorrei che leggessero queste cose non la fanno la fatica di cliccare sulla scritta "commenti", a malapena leggono i titoli dei vari post e qualche volta il contenuto degli stessi. Mi riferisco a Giannini, Crosetti, Mura, forse Mauro e altri che dovrebbero conoscere ciò che hanno da dire i clienti del prodotto sul quale scrivono. Siamo o non siamo nell'era del Web 2.0? Dove i consumer si sono trasformati in prosumer? Echeccazzo!

se ho tempo ricamo su tutto e faccio un post.

Enrico Maria Porro ha detto...

Il Nautilus è affondato insieme al capitano Nemo.

aghost ha detto...

certo che ce lo ricordiamo Beniamino Placido. E lo rimpiangiamo. Dipollina è gradevole, ma non mi pare faccia una vera critica televisiva, fa piuttosto della critica di costume-televisivo per infilarci qualche sua arguzia. Io vorrei una rubrica di critica tv vera, tipo quella di Grasso o Rangeri...

Ribadisco che sarei assolutamente favorevole a dare molto più spazio alle lettere, e ci metterei i giornalisti a rispondere (e che cacchio, vogliamo interagire co' sti lettori o no?). Una bella rubrica che ricordo con piacere era quella su La Stampa di Oreste del Buono.

In qualsiasi giornale, le lettere sono una della parti più interessanti del giornale, ma lo spazio su Repubblica è davvero indegno per un grande giornale.

Per lo sport, dimenticavo, leggo Clerici, Mura qualche volta, Audisio per il pugilato, i pezzi sull'atletica.

Aggiungerei una considerazione per Serra, che mi pare imbolsito rispetto ai tempi gloriosi di Cuore. La sua "amaca" è spesso tristanzuola, e quando fa i pezzi impegnati rasenta la pedanteria, insomma non mi piace troppo ora che si è messo a fare il giornalista serio.

wild56 ha detto...

scusate la prosa indecente e le ripetizioni, ma a scrivere di getto va così :PPP

Anonimo ha detto...

OT, e poi se ci riesco rientro nella discussione (non criticatemi la rubrica delle lettere! si vede che è un po' che non date un'occhiata a qeulla del Corriere o della Stampa! Urge dibattito.) MA prima: Non può passare impunito il pezzo sulla neve di Mosca di oggi. So che tutto l'avete visto; so che nessuno l'ha letto; ma so che molti hanno letto esterrefatti l'incipit in prima pagina: palle di neve, papazzi di neve, mangiare la neve, e la mamma era tanto buona. Sono stati pagati dei rubli per quei pensierini indegni del quadernino a righe della terza elementare. Inoltre, magari io l'avrò saputo (come no), ma porprio *tutti* sapevano chi è il tizio che scrive? Una signora di mia conoscenza credeva che fosse il sindaco di Mosca (una tale Caterina, e si diceva: vabbè, è un sindaco, mica deve proprio saper scrivere…). Se critichiamo perché amiamo (grazie Barba per la citaz.), di quanto amore dobbiamo essere capaci per parlare di un pezzo del genere? Io *scoppio* d'amore! Altro che Aquaro. C'è del marcio in R2.

Anonimo ha detto...

Per lo splendido Aghost, oggi più stimolante che mai: risponderò a quasi tutto appena posso: tanta la carne al fuoco: ma una piccola critica politicamente corretta: si dica, nevvero, "articoloni", non già "articolesse", per favore. (Enrico già sa.) L'uso di "-essa" a scopo derisorio (per es. "dottoressa", resistrato come "scherz." [sic! pur se cito a mem.] in Tommaseo-Bellini, fine '800) potremmo lasciarcelo alle spalle. Vabbè, vabbè, il gergo, ma chi ci pensava, etc. etc. Fatemi contenta, suvvia. "Articolessa" fa ridere, lo so; ED E' PER QUESTO che preferirei non sentirlo più usare. Lo chiedo per favore, con tanta gentilezza, e un bacione a tutti.

victor ha detto...

@ enrico:
sono l'anonimo di cui sopra e mi unisco volentieri. adoro i carrozzoni, specie se feticistici.
E anche i giornali, che frequento per lavoro e per passione, anche se li vedo intenti a scriversi addosso e di traverso. Senza che nessuno pensi per trenta secondi a quel fesso che spende un euro (anche uno e venti) per farsi un'idea del mondo.

Anonimo ha detto...

Dato che nascosto dietro il post più oscuro di tutti i tempi si è svolto una specie di Concilio di Nicea del Feticismo di Repubblica, non posso esimermi da alcune considerazioni in forma di eresia (per il peso dei Maestri da cui dissento):
1) meglio Dipollina di Placido; lui parla di TV, Placido divagava di qualsiasi cosa, in modo così spudoratamente narcisistico che alla fine sembrava che lo facesse apposta; Dipollina scrive con i difetti ben colti dal sommo Barba (che però anche lo elogia, giustamente); ma non parla solo di quanto è colto e intelligente, come faceva il Placido – che poi fosse appuntamento irrinunciabile, questo non si discute – del resto, si potrà sempre fare a meno (oh, quanto facilmente!) di un Vito Mancuso che ti parla di quant'è figo lui in fatto di consustanziazione e assunzione di Maria, ma mai si potrà rinunciare a un tizio sensato che ti parla di quello che hai visto in TV la sera prima;
2) Augias per me è sacro – e vedo con piacere che l'Autorità Somma del Barba ne conviene; ogni volta che vi viene a noia Augias, prendete il Corriere, cercate la rubrica di Sergio Romano – che è solito discutere coi suoi lettori di argomenti di stringente attualità come le vere responsabilità della sconfitta di Lissa (come disse una volta Michele Serra) – , e vedrete come tornate di corsa all'ovile; agosto è il più crudele dei mesi, per la vacanza dell'Augias. Che poi mica lo leggo sempre, anzi; ma sono contenta che ci sia.
3) LE LETTERE DEI LETTORI. Non è questione di poche o tante. L'importante è che non consistano nella formula, ormai dilagante, secondo cui qualunque esimia testa di minchia prende carta e penna, e fa il suo riassuntino, solitamente scandalizzato, della notizia del giorno: prendete La Stampa, prendete il Corriere, e capirete quello che dico: quei giornali ne straripano orrendamente. Ogni tanto anche la Rep. cade in questo vizio; ma molto più di rado, Va da sé che le lettere dei lettori devono dare notizie nuove e di vita vissuta; in particolare, devono lamentarsi di Trenitalia; in alternativa, e sono le mie preferite, devono lamentare la brutalità delle forze dell'ordine. In ogni caso, lamentarsi e sfogarsi, sfogarsi e lamentarsi; mai fare quella roba che fa Maurizio Costanzo sulla prima pagina del Messaggero.
Rassumendo: mai dare di nuovo le notizie, sennò il giornale ve lo scrivete da soli e non lo andate a comprare in edicola; lamentarsi, sfogarsi, e, se non si sa cosa dire, dare addosso a Berlusconi da angolazioni impensate. Mai parlar male di Aquaro. Gli altri giornali sembra che abbiano chissà quali rubriche poderose perché sono piene di lettori che ripetono i fatti nel loro modo insopportabile, e, per quanto riguarda il Corriere, di tizi che chiedono a Romano cosa ne pensi del generale Bava Beccaris (gran brav'uomo).
4) Non tollero Gianni Clerici. E' vero, non mi interessa il tennis; ma credo che non riuscirei a leggerlo neppure se raccontasse la mia vita a puntate. Che volete farci?
5) Serra predica bene, penso che razzoli anche bene, ma non è questo il punto: a predicare come Serra sono capaci in tanti (e qualcuno lo fa anche molto meglio: Sofri); ma la "Satira preventiva" sull'Espresso, il 75 per cento delle volte, fa stiantare dal ridere; e io compro l'Espresso solo per quello. Serra dovrebbe tornare a fare anche le parodie; punto e basta.
6) Evviva la cronaca nera, e per i fortunati romani, ma non solo, evviva Massimo Lugli.

Barbapapà ha detto...

Finale pirotecnico di Sua Sommità!
La dose di stimoli è troppo forte. Non riesco a resistere a questa tentazione e quindi chioso.
1) è vero che Placido divagava, però faceva cultura con uno stile straordinariamente chiaro e oserei dire piacevolmente didattico. E in ogni caso faceva critica televisiva. Che poi quell'erudizione avesse anche motivazioni narcisistiche ci sta, ma io riesco sempre a perdonare chi sa comunicare in un italiano così semplice, eppure forbito.
2) condivido in pieno: la rubrica di Romano sembra un'appendice, noiosa, di un corso storiografico universitario. Forse rimpiange quei tempi (peccato non dicano qual è l'età di chi pone quelle domande);
3) rimango convinto che le lettere debbano avere più spazio, ma che non debbano essere il megafono della parte politica del giornale (qui non vale il repetita juvant). Anche a me le lamentele su Trenitalia (essendo ahimè un frequent traveller) piacciono assai;
4) NON TOLLERI GIANNI CLERICI?! Chi ha tale capacità di scrittura (unita ad una cultura umanistica così estesa) merita sempre, a parer mio, attenzione.
5) Su Serra divagherò più tardi sull'altro post delle rubriche;
6) abbasso la cronaca nera, salvo che non sia raccontata da Lucarelli. Da buon romano (d'adozione) apprezzo Lugli, ma non mi esalta.
Chiudo lamentando pubblicamente la gravissima assenza dell'ottimo Frank su un post che affronta temi portanti del nostro giornale. Frank dove sei? Batti un colpo! Abbiamo bisogno del tuo prezioso contributo.

Enrico Maria Porro ha detto...

Barba: Frank è impegnato a scansionare vecchi numeri di Repubblica. :)

Enrico Maria Porro ha detto...

Un caloroso e feticistico benvenuto a Victor.

Anonimo ha detto...

Per rispondere in modo anche solo appena adeguato al sommo Barba, ci vuole impegno, la mente chiara, aver dormito bene. Se ce la farò, più tardi. Ora voglio solo agganciarmi al nome di Beniamino Placido per raccontarvi un:

ISTRUTTIVO ANEDDOTO SU BENIAMINO PLACIDO
Da cui si ricava che persino lui a Rep. è stato vox clamantis in deserto.

Una ventina d'anni fa, Beniamino Placido (n. 1929) venne a tenere una conferenza sul giornalismo, alla Scuola ove ero allieva. Subito all'inizio, gigioneggiando da par suo, egli raccontò che, mentre veniva in treno, leggeva Rep., e, nel leggerla, mille volte si era chiesto "Ma questa persona qui citata quanti anni ha? Vorrei saperlo, accidenti". E allora ci disse: "Prima regola del giornalismo, prima delle cinque W: in ogni articolo, la prima volta che si cita qualcuno, se ne deve dire l'età. Tutti i santi giorni. Anche se tutti la sanno. E' obbligatorio. Al Times fanno così [il che non è sempre vero, ma non fa niente]"

Da allora, ogni volta che mi capita di leggere un giornale, e Dio solo sa se mi capita spesso, io non posso fare a meno di notare che non viene *mai* indicata l'età di nessuno. Anzi, ci manca solo che scrivano "E' morto l'uomo più vecchio del mondo. Era proprio vecchissimo". Allora, ripenso al saggio Beniamino (80) e alle sue parole inascoltate.

Enrico Maria Porro ha detto...

Cate, l'aneddoto di Placido è roba buona. Ne faccio un post appena posso.

Barbapapà ha detto...

Non so se sia così indispensabile avere l'informazione sull'età delle persone citate. Magari Beniamino voleva solo provocare la platea. Sicuramente è una domanda che spesso mi pongo, anche se non sempre mi disturba il non poterlo sapere.
Certo è che, se questa è una delle regole del giornalismo anglosassone, in Italia viene rigorosamente ed esclusivamente rispettata dai settimanali di gossip! Lì troverete nome, cognome ed età per ogni persona citata. Sempre.