giovedì 19 novembre 2009

Chi è il rincoglionito? Noi, lui o la Platzer?



Leggiamo sul blog di Lorenzo Cairoli:

Forse stamattina sono poco lucido io, ma a leggere l’intervista di Tiziana Platzer a Monicelli per ‘La Stampa’ c’è qualcosa che non mi torna. E che mi sembra una grande cretinata. A un certo punto si legge:

Poi il maestro italiano si è imbattuto in Roberto Benigni, a Torino per stare a fianco della moglie Nicoletta Braschi impegnata al Teatro Carignano con Tradimenti di Pinter. «Roberto è un giullare toscano straordinario – ha detto l’indimenticabile autore di film come La Grande guerra, Un borghese piccolo piccolo e Amici miei – più un comunicatore che un attore, un uomo in grado di parlare davanti a 40-50.000 persone portando loro cultura». E pensando al premio Oscar per La vita è bella, ha aggiunto: «L’avrei voluto per L’armata Brancaleone, poi le cose andarono diversamente».

Ora: se la memoria non mi inganna ‘L’armata Brancaleone’ è del 1966, il suo sequel ‘Brancaleone alle Crociate’ è del ‘70. Benigni nasce invece nel ‘52. Nel primo Brancaleone avrebbe avuto 14 anni, nel secondo 18, e comunque il suo esordio nel mondo dello spettacolo risale solo al ‘72. Il che esclude che Benigni potesse essere un papabile per qualsiasi ruolo del film.
Perciò che senso ha questa frase: “L’avrei voluto per L’armata Brancaleone, poi le cose andarono diversamente”? Diversamente, da che?

2 commenti:

Gabriele ha detto...

Secondo me è limpido: avrebbe voluto l'Oscar per L'armata Brancaleone, e invece lo diedero a un altro film.

lorenzo ha detto...

Adesso sì, è quasi limpido. Anche perchè gli hanno cambiato il titolo.
Sull'online. (Benigni? Un giullare straordinario)
Ma sul cartaceo, a pagina 42 il titola vecchio resta(Il titolo è Benigni? L'avrei voluto nell'Armata Brancaleone)e la confunsione regna sovrana