giovedì 12 novembre 2009

"Corri cavallo, corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò". Tanto paga Repubblica.



Caro Feticista Supremo,
la rubrica "E io pago!", da te ideata e implacabilmente portata avanti dall'ottimo Aghost, oggi ci fornisce l'ennesimo discutibile episodio di spreco di denari da parte del nostro amato giornale.

Sfoglio l'inserto Viaggi (foto sopra) e mi imbatto in Laura Laurenzi inviata a Samarcanda. Inviata a Samarcanda?! Ohibò!
L’incipit è memorabile: “Samarcanda è un luogo della mente e dell’anima più che un posto reale con le sue moschee (...)”. Dobbiamo inviare una giornalista in Uzbekistan per sentir declamare queste banalità? O leggere come ha trascorso la sua giornata ora per ora (ma dico io: arrivo faticosamente a Samarcanda, posto lontanuccio anzichenò, e devo pure stressarmi con un tour de force che manco i giapponesi a Roma...)? O scoprire che alle 19 è stata al “bar Fratelli, nel quartiere russo, nessun turista ma molto interessante”. Spiegare perchè, no eh? Oltretutto, a cosa serve la doppia pagina (a parte la bella foto centrale) se non dà le informazioni di servizio del caso: quanto costa andarci? Quali alberghi si consigliano? Ristoranti? E nella seminascosta mappa (foto sotto) non sarebbe più opportuno inquadrare la posizione dell’Uzbekistan (e, al suo interno, di Samarcanda) rispetto all’Italia, anzichè segnalarci ove è ubicata Samarcanda in Uzbekistan? O si ritiene che i lettori abbiano perfettamente in testa l’atlante geografico fin nei dettagli?



L'unica nota positiva è che a Samarcanda parlano tutti italiano. Almeno abbiamo risparmiato sul traduttore...

In breve: articolo assolutamente inutile che non aggiunge alcun valore. La mia sensazione è che, da quando Viaggi è stato rivisitato in forma cartacea e posto all’interno del giornale (anche per agevolare la piromane Caterina, I suppose), vi sia la tentazione di dargli una forma più giornalistica con gli inviati e i loro reportage e, nel contempo, sia aumentata la bramosia dei giornalisti di sfruttare l’occasione sia per apparire sul giornale che per farsi qualche bel viaggetto, a spese nostre.

Se questo inserto ha finalità di servizio, tutto ciò non ha senso.
Non porta lettori (ma chi si comprerebbe un inserto sui viaggi per leggersi l’articolo della Laurenzi su Samarcanda?) e aumenta i costi.
Molto meglio, allora, sarebbe far fare questi reportage direttamente ai lettori, un po’ come fa la trasmissione tv della Licia Colò, Alle falde del Kilimangiaro. Non spendi una lira, crei un’area di interesse per una fascia consistente di lettori (gli italiani vanno ovunque nel mondo ed hanno la fisima di apparire) e magari ti ritrovi pure un bel reportage che non sia il solito resoconto, pensoso e denso di citazioni, di una gita turistica dell’inviato di turno.

Massimo rigore sul versante sprechi. Repubblica deve dedicare risorse a raccontarci l’Italia ed il mondo (ma non su questo versante). Per informare i lettori sulle possibili destinazioni di un viaggio, fornendo loro un quadro esaustivo delle possibilità che offre una meta turistica, è sufficiente affidarsi ad internet come fonte informativa.

Barbapapà

28 commenti:

aghost ha detto...

A Samarcanda parlano tutti italiano? Urka! E da quando? Questa sì che è una notizia!

Ovviamente sottoscrivo tutto quanto scritto da Barba, anche se all'inizio, leggendo nel titolo "Samarcanda", temevo si trattasse del solito marchettone in favore de pedantissimo e insopportabile Vecchioni. Invece no, meglio così.

Questo inviatume è inutile e sprecone.
Di solito questi viaggi sono intrallazzi dei giornalisti, che magari colgono due piccioni con una fava, cioé il viaggio-vacanza gratis o quasi pagato dal giornale con la scusa del reportage. Non so. Comunque un'assurdità. L'inserto viaggi resta, in questa forma, una cosa abbastanza demenziale, e temo che l'unico scopo reale sia di creare spazi pubblicitari.

Un po' come "D", una cosa senza senso, un mattone di 450 pagine zeppe di pubblicità dall'inizio alla fine: già per cercare il sommario (sic) bisogna sfogliarne una ventina.

Ugh, ho detto.

PS: il programma della Colò è inguardabile

Lilith ha detto...

Nell'inserto sui viaggi di ieri c'era però un bell'articolo che riguardava l'east end di Londra, quartiere che perderà il suo originale assetto entro il 2012, poichè è stato scelto come destinatario di grandi strutture sportive per le olimpiadi che si svolgeranno nella City.

Barbapapà ha detto...

Se tu, caro Aghost, avessi letto l'articolo della Laurenzi oggi sapresti che l'italiano è diffusissimo a Smarcanda!

Ieri leggevo su Dagospia che Marco Politi (il vaticanista. Non ti scaldare, Aghost!) è stato prepensionato da Repubblica nell'ambito del drastico piano di riduzione costi messo in atto recentemente dal giornale (in linea con la tendenza del settore). Il Fatto ne ha giustamente approfittato e se lo è portato in casa (come ci ha raccontato per tempo il Feticista Supremo).
Non voglio mettere in relazione lo stato di crisi dell'editoria e gli sprechi che stiamo biasimando. Però, oggi più che mai, con diffusione e entrate pubblicitarie costantemente in calo è obbligatorio per chi gestisce un giornale misurare con estrema attenzione il rapporto costi/benefici di qualsiasi spesa si voglia sostenere. E' chiaro che, quando si esercita un'attività intellettuale quale è il giornalismo, è complicato riuscire a trovare la giusta quadra di questo rapporto perchè i benefici ottenuti dal raccontare, bene, il mondo li osservi solo nel medio termine.
L'unica cosa certa però è che quello di ieri su Viaggi è "inviatume inutile e sprecone", come hai giustamente sintetizzato tu, e proprio perchè non è infrequente a Repubblica va enfatizzato e stigmatizzato sempre. Perchè nel lungo termine una gestione oculata delle risorse forse (forse) può rendere un filino meno dolorosa un'operazione di ristrutturazione (e con questo non voglio certo affermare che avremmo salvato Politi, perchè credo costicchi un bel po').

Se D non ha senso, hai mai provato invece l'ebbrezza dell'horror fetish di Velvet?

Per Lilith: però per raccontare l'East End di Londra Repubblica non ha inviato appositamente un giornalista.

Fabio V. ha detto...

Magari la Laurenzi era a Samarcanda in gita con la Coop e a Repubblica hanno colto l'occasione al volo per farle scrivere due righe. Il tutto a costo 0.

Anonimo ha detto...

Comunque massimo rispetto per la Laurenzi... che in fascino rivaleggia benissimo con la Dolce Concita...

aghost ha detto...

scusate se insisto, ma sono tardo: non ho letto l'articolo della laurenzi ma, almeno, ha spiegato perché a samarcanda "tutti parlano italiano"? Nella mia ignoranza, mi pare una notizia interessante o no? :)

aghost ha detto...

riguardo la crisi dell'editoria, se morde negli usa mi figuro come morderà in italia dove la credibilità dei giornali è già cosi precaria.

Rimedieremo con altre sovvenzioni pubbliche alla stampa?

Enrico Maria Porro ha detto...

Per anonimo: giù le mani da Concita...

Per Aghost: se riesco ti mando l'articolo, scrivimi una mail.

Per Fabio V.: la laurenzi di solito scrive di sfilate etc...magari era là per altri motivi. lo scopriremo solo vivendo...

Barbapapà ha detto...

In realtà, non è molto chiaro leggendo l'articolo. Forse è l'effetto Vecchioni...
Comunque, visto sei mooolto interessato all'articolo, eccoti il link:

http://viaggi.repubblica.it/articolo/fiabe-spezie-e-moschee-samarcanda-la-citt-dell-anima/219501

Buona lettura. :)

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie Barba. Ho inserito il link nel post.

aghost ha detto...

l'ho letto, una vera solfa. Sembra il classico articolo copia&incollato da qualche guida o un bignamino rapido da "Turisti per caso".

Magari la Laurenzi non ci ha manco messo piede a Samarcanda (come quelli che facevao le cronache della Guerra del golfo, "embedded" in albergo sul bordo piscina a 800 km di distanza), pero' sai che fico avere la firma sotto al pezzo "dal nostro inviato a Samacanda, Laura Laurenzi" :)
Mah.

Anonimo ha detto...

Buongiorno!
Un appello (se ne fanno tanti) raccogliamo le firme per abolire il Delirante D Donna. Ho smesso di comprare il Nostro il sabato perchè mi rifiuto di contribuire alla deforestazione per quel mare di #@*****. E' impaginato da un grafico miope fatto di acido, le foto ritraggono ragazzine anoressiche, smunte, emaciate e imbronciate, i servizi di interior design rasentano la follia tra case nosocomio e scatole di scarpe minimal senza anima. Compro La Stampa, il sabato finchè ci sarà D.
ciao e scusate lo sfogo
kriss

aghost ha detto...

scusate se divago: avete fatto caso che nelle foto di moda oggi le modelle hanno sempre un'espressione tristissima, stralunata se non apertamente depressa?

Per non parlare dei luoghi in cui sono fotografate: garage desolati, squallidi giroscale, capannoni dismessi.

Ce ne fosse una allegra o che almeno sorrida. E' ormai parecchi anni che me lo chiedo, ma non sono ancora riuscito a darmi uan risposta. Secondo voi perché?

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Kriss, benvenuta sul blog. Secondo me d di Donna è l'inserto "menopeggio" di Rep. Io, personalmente, trovo mpiù brutto il Venerdì di D.

Enrico Maria Porro ha detto...

Aghost: va di moda così.

Barbapapà ha detto...

Feticista Supremo, immagino tu stia valutando i due inserti esclusivamente dal punto di vista grafico...

Sulla domanda di Aghost, non saprei dire.
Potrei ipotizzare che si ritiene più facile attrarre l'attenzione del lettore, in tempi di crisi, solo con immagini che siano in linea con la depressa realtà quotidiana del paese. Come dire, se veicolassimo questi messaggi pubblicitari solo con immagini di modelle allegre in contesti supertrendy forse il lettore medio si innervosirebbe pensando alla propria situazione. E questo commercialmente non è efficace.
Però un approccio del genere contrasterebbe con l'idea del "sole-in-tasca" portata avanti con entusiasmo dal Venditore Principe di questo paese.
Quindi, boh!
E comunque io ho smesso di sfogliare D da qualche anno...

Anonimo ha detto...

Invece Repubblica non paga proprio.. La Laurenzi era a Samarcanda per fatti suoi e ha proposto la sua testimonianza al giornale. Quindi niente marchette, niente viaggio vacanza pagato dal giornale, niente ritorno pubblicitario (dubito che l'Apt di Samarcanda voglia investire in pubblicità su Repubblica!). Non sempre le cose sono così contorte....

aghost ha detto...

l'ultimo post "anonimo" chiarisce le cose, mi pare dal di dentro :)

Ma sul giornale c'era scritto "dal nostro inviato a Samarcanda?" Io non so perché ho letto solo la versione one line ma, se cosi' fosse, non mi sembrerebbe molto corretto nei confronti dei lettori...

Avrebbero dovuto mettere: "dal nostro inviato in vacanza a Samarcanda" :)

PS: comunque il pezzo glielo avranno pagato no? :)

aghost ha detto...

e continua il mistero inquietante del perché a samarcanda "tutti parlino italiano" :)

Barbapapa' ha detto...

Se cosi e', tanto meglio e mi scuso con la Laurenzi. Anch'io non comprendo perche' sia stata apposta la falsa dicitura "dal nostro inviato" ingannando, per questa via, i lettori e alimentando la sensazione di uno spreco, non infrequente, di risorse (con i tempi che corrono). E l'inserto Viaggi si presta molto a queste tentazioni (ma non solo, si pensi al calcio).
Se vi e' poi un accordo informale per cui i giornalisti che vanno in vacanza al rientro redigono un resoconto per l'inserto, allora lo si dica esplicitamente nel prossimo numero, per chiarezza e trasparenza verso i lettori, e si eviti di scrivere " dal nostro inviato". Altrimenti vi sia la consapevolezza di un ritorno di immagine negativo tra i lettori più attenti.

Rimane la modestia dell'articolo in questione (che lascia oltretutto Aghost con un dubbio atroce!) e la complessiva poverta' informativa delle due paginate. Sia detto senza polemica perche' a me questo inserto non interessa.

Continueremo a vigilare in questo blog affinche' il nostro amato giornale usi le proprie risorse per consentire ai lettori una conoscenza più approfondita del mondo corcostante, cosa che da tempo non avviene con la doverosa (e storica) costanza.
I viaggi ce li organizziamo da soli.

nonunacosaseria ha detto...

al di là della precisazione (si presume interna dalla redazione di repubblica) e del caso specifico, io penso che la questione sia un'altra. ossia: ha senso oggi, nell'era di youtube, di google earth, della tv via satellite proporre su carta stampata reportages di questo tipo? io dico che il gioco vale la candela solamente se a fare il servizio è uno che non solo è bravo bravo, ma ha nelle corde anche questo genere di articoli. per dire: io gianni mura ce lo manderei a samarcanda, turani no. ma non perché turani non sia bravo, semplicemente non è nelle sue corde. il servizio televisivo ti racconta per immagini, l'articolo di giornale ha le foto che non sono immagini e il resto è affidato al racconto del giornalista che deve ricreare le suggestioni che altrimenti sarebbero affidate alle immagini televisive. non è così facile.
se laura laurenzi fosse andata a samarcanda non perché in vacanza, ma perché inviata appositamente, la scelta in linea di principio non sarebbe stata sbagliata perché mi pare una che certe caratteristiche le ha. diciamo che stavolta era poco ispirata... può succedere di scrivere qualcosa di meno valido, no?
sono stato un po' confuso, ma spero di essermi spiegato (come disse il lenzuolo).

aghost ha detto...

quoto nonuncosaseria: o sei zucconi (bravo a raccontare nei viaggi la provincia americana) o rumiz nella transiberiana, altrimenti forse è meglio lasciar perdere.

I bolsi articoli su "viaggi" non convincono nessuno. Perlomeno credo la maggior parte dei lettori di repubblica che si vedono affibbiato il molesto inserto :)

Occam ha detto...

tornando alla laurenzi a samarcanda per i fatti suoi, anche il clerici di oggi su tonga (R2) rientra in questa nuova tendenza? l'ottimo Scriba era dato a reggio calabria fino a pochi giorni fa, lo so che non significa niente ma...
è giallo

Barbapapa' ha detto...

In realta' Clerici ha scritto su Tonga, ma non era li. E non e' la prima volta che scrive sulla sua "amata isola".

Non sono invece affatto convinto che fosse a Reggio Calabria. Ha vergato un paio di articoli di commento, mentre la cronaca della finale era appannaggio del mediocre Rossi, in loco.

Barbapapa' ha detto...

Tornando a nonunacosaseria, quanto hai scritto sarebbe assolutamente condivisibile se stessimo discutendo della sezione tradizionale del giornale. Ma qui stiamo parlando di un inserto che deve assolvere essenzialmente ad una funzione di servizio. In tal senso l'inviato a Samarcanda, o in qualsiasi altra parte del mondo, non serve ad alcunche'. Esistono le guide per questo. Ed un giornalista non potra' mai avere lo spazio sufficiente in un inserto del genere per raccontare, anche in maniera suggestiva, paesi con storie millenarie.
Viaggi deve volare più basso e non assorbire più risorse economiche del dovuto. E con questo non voglio affermare che sia in perdita (sarebbe bizzarro, a dir poco).

Anonimo ha detto...

Non ho letto l'articolo, in quanto "Viaggi" continua, come sempre, a finire nel primo cassonetto differenziato ma penso che a Samarcanda "tutti" parlino l'italiano in quanto tale città, come molti altri luoghi del mondo, è infestata da innumerevoli orde di pirla con i baveri delle polo rialzate e i maglioncini sulle spalle, segni inconfondibili del genio italico che ci ha reso famosi nel mondo.

aghost ha detto...

penso sia come sospettavo: i "tutti" che parlano italiano sono in realtà i commercianti, quelli che stanno al mercato, i taxisti, i portieri d'albergo ecc, noblesse oblige insomma. Non c'è quindi nessun misterioso afflato di fratellanza che la dichiarazione improvvida della Laurenzi ("a samarcanda tutti parlano italiano") lasciava intendere.

nonunacosaseria ha detto...

@barbapapà
Mah... non so... un inserto come Viaggi o si differenzia da una guida e quindi propone resoconti alternativi (tipo, appunto, uno Zucconi che se ne va a Samarcanda e fa il suo bel pezzo di colore) oppure non ha senso.
Però potrei anche sbagliarmi perché io certe cose non le leggo (detta così sembra che Viaggi sia una sorta di Le Ore).