giovedì 12 novembre 2009

Piero Ottone decriptato.



Tornano a grande richiesta gli esercizi di stile di nonunacosaseria.

Oggi l'esercizio ha per protagonista Piero Ottone, decano dei giornalisti italiani.

Piero Ottone, da un po’ di tempo, ha uno stile di scrittura involuto, che gli impedisce di esternare quel che realmente avrebbe voluto dirci. Grazie a uno speciale software siamo però in grado di svelare il reale contenuto dei suoi articoli, decriptandoli.

Partiamo dall’ultimo articolo, comparso la settimana scorsa su Il Venerdì, nella sua consueta rubrica Vizi&Virtù. Ecco il pezzo originale di Ottone:

La vita pubblica in Italia si è imbarbarita. E pongo una domanda: tutto questo accade perché si sono risvegliati istinti primordiali che già nel passato erano presenti, allo stato dormiente; o si sono aggiunte nel corpo sociale nuove pulsioni, di cui non c’era traccia? In altre parole: eravamo barbari anche nel passato e non lo sapevamo, o eravamo diversi?
Non so quale delle due ipotesi sia più preoccupante. Non è bello pensare che i tratti barbarici siano sempre stati presenti: se così fosse, sarebbe difficile liberarsene, per tornare a una convivenza civile. Ma non è neanche incoraggiante il fatto che i tratti barbarici siano dovuti a un’infezione, ammesso che di infezione si tratti. In ogni caso, è brutto sentirsi dire dagli stranieri: siete sempre stati un po’ barbari, anche se non lo sapevate. Brutto accorgersi che la facciata di civiltà era precaria e che è bastato poco per mandarla in frantumi.
Ma forse è un errore considerare una comunità, quindi anche una nazione, come un organismo unitario. Sbagliato dire: l’Italia è questo o è quello, come se fosse un individuo. L’Italia è l’insieme di tante componenti, di tanti gruppi sociali diversi: ora prevalgono gli uni, ora gli altri. Può darsi pertanto che l’imbarbarimento al quale stiamo assistendo sia dovuto alla preponderanza nell’organismo nazionale di nuovi gruppi, che fino a ieri stavano per conto loro, erano sommersi, non si vedevano e non si sentivano. Adesso sono venuti alla ribalta. Prima non contavano, adesso contano. Vivevano nelle caverne: ora sono comparsi alla luce del sole. Se così è, si può concepire qualche speranza. Non si può aspettare che i nuovi venuti si inciviliscano: il fenomeno richiede tempo. Ma quando torneranno nelle caverne, il ritorno alle condizioni di vita civili potrà avvenire in breve tempo.


Ed ora mettiamo tutto nel software di decodifica ed ecco cosa ne esce:

Sabato scorso ero a cena allo Yachting Club Capalbio con un gruppo di amici ottuagenari e liberal come me. Assieme a noi, erano Lord Philip Comburthswon e Lady Marian Philleas-Growth, del Sussex che ci raccontavano la loro ultima interessante battuta di caccia alla volpe. Improvvisamente, a un tavolo vicino, ospiti di Vittorio Sgarbi, si sono seduti quattro neocavernicoli che hanno cominciato a sbraitare frasi irripetibili tipo “anvedi er Marrazzo, andava coi froci… ahò, ma io lo dicevo!” o “so’ tutti finocchi. Almeno er cavaliere va co’ ‘e puttane!” E poi Sgarbi ha pure ruttato.
Ho visto il ribrezzo negli occhi di Lord Comburthswon e Lady Philleas-Growth, lei ha addirittura detto a lui, sottovoce, “gli italiani sono sempre stati un po’ barbari”.
Ho fatto presente che è un errore considerare una comunità, quindi anche una nazione, come un organismo unitario.
Io non sono come quei cavernicoli, io sono persona che ha viaggiato, conosce le lingue, ha studiato e mai permetterei a qualcuno di confondermi con tale plebaglia.
Ebbene sì, ora sono rumorosi e vincenti in Italia, ma cavernicoli erano e cavernicoli rimangono.
Civilizzarli? Tempo sprecato. Correrei il rischio di ritrovarmeli ancora vicini di tavolo al ristorante. Riportiamoli nelle caverne e tappiamoli lì con l’uscita ostruita da grossi pietroni: con i metodi forti forse impareranno le buone maniere.


nonunacosaseria

20 commenti:

aghost ha detto...

bello :)

Ottone mi fa uno strano effetto: leggo sempre i suoi gradevoli pezzulli sul Venerdi, anche se rimango sempre con la sensazione di qualcosa di incompiuto. Cioè quando c'è da menare il colpo finale col randello, il randello non c'è. Sarà che forse preferisco uno stile un po' più "muscolare", tipo quello di Maltese.

Ottone poi me lo ricordo perché è stato "garante dei lettori" di repubblica, anche se nessuno ha mai capito cosa volesse dire. Una carica onorifica?

Barbapapà ha detto...

Esilarante! Grande nonunacosaseria!
Prosegui pure, ma ti prego di deciarti un giorno a qualcuno dei pensatori cerchiobottisti del Corsera: tra Panebianco, Galli della Loggia e Romano hai l'imbarazzo della scelta. Oppure l'esimio Pigi Battista o, brividi, servOstellino (magari turati il naso...).

Barbapapà ha detto...

Anche Gianni Corbi, non più tra noi, fu garante del lettore. Figura inutile. Un po' come l'ombudsman bancario.
Non ricordo un solo intervento in materia di difesa dei diritti del lettore (poi, vai a capire quali siano).

aghost ha detto...

"vai a capire" quali siano in italia, magari :)

Nei paesi anglosassoni credo che questa figura del garante dei lettori sia una cosa abastanza seria. Negli USA qualche tempo fa, non ricordo purtroppo bene la circostanza, un garante del lettori fece fare una figura barbina al proprio giornale, che dovette chiedere scusa pubblicamente. Ma un giornale che sbaglia e lo ammette, e magari chiede scusa, fa una gran bella figura.

Qualcuno si ricorda qualcosa di analogo da noi? Figuriamoci, tutti infallibili :)

Enrico Maria Porro ha detto...

Il garante del lettore di Repubblica potrei farlo io...attraverso il blog...

Barbapapà ha detto...

Assolutamente si, Feticista Supremo! Tu sei il vero Garante del Lettore perchè nessuno più di te difende i diritti del lettori, quantomeno quello di avere un giornale di qualità.

Facciamo partire una petizione con foto?! :)

aghost ha detto...

io potrei fare il garante dei vaticanisti-quirinalisti, che dite? :D

aghost ha detto...

mi è venuta un'idea... la pagella settimanale, o mensile dei giornalisti di repubblica... :D

Oppure un sondaggio permanente sui "top ten"...

Devono sentire il nostro fiato sul collo :D

Frank57 ha detto...

Quoto il Feticista Supremo come Garante.
E anche le altre idee che son venute fuori meritano attenzione.

Frank57 ha detto...

Pezzi deliziosi: continua, continua!

Esponja88 ha detto...

Io quoto la pagella settimanale di Aghost! E' un'ottima idea.. Ogni settimana potremmo votare nei commenti la firma che abbiamo preferito (ovviamente ci sarebbe da elaborare tutto il meccanismo). Rinnovo i complimenti a nonunacosaseria, assolutamente brillante :)

aghost ha detto...

grazie jack... io vedrei una specie di borsino dei "top ten"... chi sale e chi scende :) Cioè si vota tutta la settimana e a fine settimana si tirano le somme... Biosgna anzitutto selezionare i giornalisti da monitorare :) Si organizza una votazione di parptenza e chi ottiene i 10 migliori risultati entra in squadra.

In fondo non è cosi difficile da impostare, basta un banale sondaggio e qualcuno che tenga i conti...

Questa piattaforma di blog può fare i sondaggi?

Enrico Maria Porro ha detto...

Prometto che ci lavorerò sopra. Alla storia del sondaggio, intendo.

Grazie a tutti. Siamo un gruppo troppo figo.

nonunacosaseria ha detto...

ringrazio ancora dei complimenti. sto pensando a una cosa un po' particolare come prossimo esercizio di stile, vediamo come viene...

Barbapapà ha detto...

L’idea della pagella lì per lì mi aveva lasciato un po’ perplesso. Chi segue con costanza ed attenzione il blog è in grado di tracciare senza difficoltà una sorta di borsino dei giornalisti. Riandando con la memoria ai più recenti post, potrei affermare che Clerici e Merlo hanno avuto menzioni positive e Aquaro e Dipollina negative. Quindi, il blog è già per sua natura un termometro, assai analitico, del lavoro dei giornalisti di Repubblica.
Però tutte le attività richiedono sempre un momento di sintesi che aiuti le persone coinvolte a ripensare a quanto fatto o accaduto, a tracciare una sorta di filo rosso del lavoro svolto ed identificare le successive azioni. In questo senso l’idea di Aghost del borsino (più che le pagelle) mi ha alla fine persuaso.
In attesa di capire dal Feticista Supremo cosa ci può offrire la tecnologia per rendere agevole la canalizzazione delle informazioni e la loro rielaborazione, mi permetto di declinare un mio personale barba-decalogo di suggerimenti/considerazioni/caveat per strutturare questo stimolante ma delicato momento di sintesi.
1) nessun giornalista deve essere precluso perchè tutti coloro che appaiono con la propria firma sul giornale hanno il diritto di essere valutati. Non deve quindi essere la solita vetrina, nel bene e nel male, per le grandi firme e basta;
2) poichè deve essere una vetrina ecumenica, bisogna evitare che il borsino sia condizionato dalla maggiore o minore frequenza di interventi del giornalista (per importanza del settore o della firma o per la titolarità di una rubrica). Propongo quindi l’istituzione di due categorie: il miglior/peggior articolo (che può valorizzare anche chi compare di rado) ed il miglior/peggior giornalista (che, cumulando più contributi nell’arco dell’orizzonte definito, può diventare il borsino delle firme);
3) devono essere esclusi i prestigiosi commentatori esterni (le Urbinati e i Boeri, per capirci) perchè a noi deve interessare la valutazione dei giornalisti, quindi l’ossatura del giornale. Avere brillanti commentatori non basta per definire un giornale come interessante, ben scritto ed in grado di informare correttamente il lettore;
4) definizione dei criteri di valutazione: accuratezza delle informazioni, completezza della notizia, qualità di scrittura, etc.;
5) istituzione di un termometro “congiunturale”, ovvero la classifica (settimanale?) che misura la cronaca, ed un termometro “strategico”, che cumula i giudizi nel tempo ed identifica il trend di medio termine. Un articolo poco riuscito, o una settimana poco felice, non devono preoccupare se non quando filtrati attraverso il termometro “strategico”;
6) qualunque sia la frequenza scelta, i voti dei partecipanti andrebbero inviati al Feticista Supremo in un’unica mail separata (è un’ipotesi, in assenza di news sul supporto tecnologico) in modo da non interferire con la vita del blog, ove invece proseguirà l'abituale sforzo analitico su singoli articoli o prese di posizione del giornale etc etc;
7) votazione dei 3 o 5 migliori/peggiori articoli (con punteggi a scalare da +/-5 o 3 a +/-1) che darebbero vita alle due classifiche (primi 5? primi 10?) di cui sopra;
8) ciascun voto andrebbe sinteticamente motivato (un aggettivo o una singola frase);
9) da questa classifica non devono derivare giudizi sui singoli settori, poichè alcuni sono svantaggiati strutturalmente quanto ad interesse medio, ad esempio l’economia rispetto alla politica, nè si devono estrapolare valutazioni sulla linea del giornale. Per questi giudizi, che richiedono un contraddittorio, basta inserirsi nel flusso regolare del blog;
10) non sono ammesse menzioni negative di articoli di Scalfari. :)

Come vedi, caro Aghost, ho preso seriamente la tua idea. Credo che sia doveroso e rispettoso da parte nostra seguire un approccio metodico (non necessariamente il mio, per carità) nel momento in cui vogliamo arrogarci il diritto di sintetizzare brutalmente il lavoro (e la fatica) dei giornalisti con una classifica.
In altri termini, non sono ammessi perditempo in questo lavoro di valutazione...

aghost ha detto...

un parere al volo: mi stanno bene tutti i punti fino al 5 :)

Io sono per le cose semplici, già mandare i voti a qualcuno farebbe perdere l'interesse dopo l'entusiasmo iniziale.

Dico quindi che il borsino dovrebbe essere sempre visibile sul blog, e sempre votabile, ovvero una cosa che si aggiorna in automatico.

Forse lo dividerei in due: i "top ten" e gli "emergenti". Come giustamente rilevi, nessun giornalista deve essere escluso. Quindi possiamo votare tutti, ma poi la lotta si restringerà fatalmente tra i big, cioè i 10 giornalsiti che hanno ottenuto più voti.

Avremo quindi 2 situazioni, sintetizzate in un borsino unico: la lotta tra i top ten, la lotta tra li emergenti per entrare nei top ten :D

Nei top ten ci può essere chiunque, non necessariamente la firma famosa, perché entrano nei top ten solo chi incontra il gradimento dei votanti, e quindi chi è più votato.

Sulla classifica degli articoli la vedo più difficile: chi decide quali scegliere? Forse inzierei facendo il borsino, vediamo come funziona e poi, nel caso, lo ampliamo con la classifica anche per articoli... facciamo un passo alla volta.
Sul resto, mi esprimo poi :)

Enrico Maria Porro ha detto...

ragazzi non vi ho abbandonato eh!

ci sto ragionando sopra, mi sono stampato tutto e a casa con calma leggo tutto. poi vi dico.

Barbapapà ha detto...

Se la valutazione del giornalista parte dall'analisi del suo articolo, allora un borsino non può che essere la sintesi delle valutazioni di uno o più articoli segnalati dai lettori.
Personalmente non avrei difficoltà nell'indicare, al termine del definito periodo di analisi, i migliori/peggiori articoli (i punteggi si derivano in automatico) motivandone brevemente la selezione. In questa maniera si potrebbe prescindere dalla fama del giornalista ed avere il caso di un giornalista meno noto che balza nella classifica di periodo per un bell’articolo.
Un sistema di votazione concentrato esclusivamente sul nome dei giornalisti comporterebbe un elevato rischio di vedere le solite firme. Inoltre, se inserito in permanenza sul blog si darebbe la sensazione di voler votare ogni singolo articolo (che non mi pare sensato) o, all’opposto, di prescindere dalla produzione giornalistica (peggio ancora) ed il sistema sarebbe esposto al rischio manipolazioni (non nostre).
Io preferirei derivare il borsino direttamente dalla materia prima, che però va selezionata. In un giorno medio vi sono articoli che apprezziamo e altri che non incontrano il nostro gradimento. Per i casi più eclatanti noi usiamo il blog per commenti analitici. Con il sistema di selezione degli articoli allargheremmo la valutazione a pezzi che, per tante ragioni, non portiamo all'attenzione del blog pur essendone degni. E il suggerimento della breve motivazione d'accompagno serve da un lato a rendere serio il meccanismo (non è una votazione televisiva via sms: ti piace? Non ti piace?) e dall'altro a scoraggiare possibili manipolazioni.
Poi, se si teme che possano essere poco gestibili i contributi pervenuti (per elevata numerosità o eccessiva dispersione), nulla vieta che sia il Feticista Supremo, a sua discrezione, a selezionare preventivamente gli articoli e a chiedere poi il giudizio (vedremo poi cosa offre la tecnologia al riguardo).

Poichè ogni contributo di questo blog al miglioramento del giornale è strutturato seriamente, pari caratteristica dovrebbe avere, a parer mio, questo borsino. E siccome questo blog, grazie alle indiscutibili capacità del Feticista Supremo, raduna persone di indubbia qualità non mi pare irragionevole chiedere questo sforzo.

Non aggiungo altro perchè ho ahimè già scritto troppo (come sempre).
Mi affido, come tutti, alla lungimiranza, alla creatività ed al genio del Feticista Supremo, oramai assurto al rango di Garante del Lettore.

ps su Scalfari non transigo. :)

Enrico Maria Porro ha detto...

Ragazzi, Barba e Aghsot in particolare, dico la mia sul borsino-sondaggio. Lascerei stare il sondaggio sui singoli giornalisti, per il momento. Inizierei a fare un focus di prova sul peggiore/migliore articolo del mese scelto tra 10 opzioni. Dovete però aiutarmi a trovare i dieci pezzi migliori e peggiori. Uno dei peggiori potrebbe essere quello della Laurenzi da Samarcanda? Aquaro da Fort Hood? Il migliore quello di Saviano sull'uccisione del tizio in strada ipreso dalle telecamere? Quello recente di Merlo non ricordo su che argomento?

Pensateci, tutti.

Intanto io ho inserito nella barra a destra del blog, giù in fonod, seminascosti proprio sotto la foto della dolce Concita due sondaggi di prova: mi sembrano carini anche perchè o così o pomì, altro non riesco a fare con i mezzi di Blogspot...

Fatemi sapere.

aghost ha detto...

mio nonno, guardando l'asino, diceva "lungo la via se endrìza la soma" (tr. "lungo la strada si aggiusta il carico").

Direi quindi di partire, poi aggiusteremo il tiro. Continua pero' a non convincermi del tutto la scelta a monte degli articoli da votare. Perché io potrei leggere un pezzo che mi entusiasma a pag. 42, e col mio voto far uscire dall'oblio il giornalista x o y. La selezione preventiva insomma mi pare molto castrante :)

Capisco però che forse cosi le cose si complicano... boh non so, partiamo e poi vediamo.

PS: sarebbe una proposta indecente prevedere una registrazione al blog, in modo da esentare gli iscritti alla noiossima digitazione del captcha?
Io sbaglio spesso, e a volte dentro netnewswire mi sparisce anche il post che avevo scritto, con conseguenti bestemmioni paurosi...