sabato 7 novembre 2009
Nasce oggi il nuovo inserto di Repubblica: sarà vero che si sono fatti un Cult così?
Come ampiamente annunciato da un paginone intero su Repubblica di ieri (vedi foto sopra), oggi vede finalmente la luce il nuovo inserto del sabato R2CULT.
Pare che Mauro tenga molto a questa sua nuova creatura e che la redazione spettacoli e musica si sia fatta un discreto culo per sfornare un prodotto che, nelle attese, dovrebbe compensare il flop di R2.
Peccato che in via Solferino, nelle stanze del nemico, abbiano avuto la stessa idea (prima di Mauro) e sabato e domenica escono pure loro con un inserto (senza nome?), anch'esso annunciato ieri con un paginone (foto sotto).
Insomma, le talpe nelle redazioni sono vive e vegete.
Chi vincerà la guerra del weekend?
Qui di seguito riportiamo tre interessanti commenti sulla questione in oggetto.
Il primo è tratto dal sito www.affaritaliani.it :
La sfida fra Corriere della Sera e Repubblica si sposta sul terreno della cultura. Almeno nel weekend. Sabato 7 e domenica 8 novembre partono infatti le due nuove sezioni del quotidiano di De Bortoli dedicate a “Tempi Liberi” e a “Cultura”, mentre Ezio Mauro risponde con il varo di "R2 Cult".
In entrambi i casi si tratta di guide, arricchite da interviste e recensioni, per la scoperta di eventi, appuntamenti, spettacoli, libri, viaggi e tecnologie per passare il fine settimana, cercando di ingolosire i lettori (sempre più restii all'acquisto dei quotidiani cartacei) con nuove sezioni "di servizio".
Un ulteriore conferma dello spostamento dei giornali verso l'approfondimento, dato che lo spazio delle news è ormai presidiato in maniera più efficace e tempestiva dal web.
Il secondo commento è tratto dal blog di Michele Boroni:
Nell'editoria italiana è in atto uno "scontro" tra i due principali quotidiani italiani: Repubblica e Corriere della Sera. Si comportano come due bimbetti annoiati di provincia.
Posso capire questo comportamento su cose accessorie come gli allegati. Ma a volte vanno oltre.
Tipo stavolta: uno cambia il direttore dell'allegato femminile e l'altro fa la stessa cosa.
Oppure: da domani il Corriere dedicherà sette pagine dedicate ai Tempi Liberi (un po' come aveva fatto qualche anno fa con il non fortunatissimo inserto diretto da Maria Luisa Rodotà) e per tutta risposta Repubblica inaugurerà R2 Cult dedicato ai consumi culturale, mischiando l'alto e il basso blabla... (domani Eco e Galimberti sulla mania delle playlist).
L'ultimo commento è del nostro Barbapapà che risponde, in parte, alle domande lanciate da Caterina in un recente post:
Credo che l’incostanza, assolutamente detestabile in quanto si trascina da tempo, della pubblicazione della rubrica cinematografica sia destinata ad essere risolta domani con l’arrivo del nuovo inserto R2 Cult, pubblicizzato oggi con un paginone intero, e che promette di assorbire anche l’Almanacco dei Libri allargando nel contempo il raggio d’azione a cinema, musica, dvd ed altro. In tal modo si dovrebbe riuscire anche a dare ordine alle recensioni musicali che appaiono senza ordine e spazio adeguato sulle pagine degli spettacoli: l’ultimo CD di Dalla l’altro ieri è stato relegato in un modesto colonnino. Da parte mia pretendo solo che questo nuovo inserto rimanga attivo anche l’estate, quando di recensioni (cinematografiche in primis) non se ne vede più una. Speriamo poi che sfruttino l’occasione per richiamare Aquaro dagli Usa ed affibbiargli una rubrica sul rock...
Barbapapà
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8 commenti:
Vorrei esprimere la mia pacata opinione su R2Cult: è un'assurdo errore; e la pacatezza sta nell'assenza di parolacce.
Il primo impatto è stato: uff, un altro inserto pubblicitario su qualche salone dell'auto; vediamo di prendere le giuste misure per estrarlo e distruggerlo col fuoco. Questo l'impatto della grafica su di me.
Se c'erano due cose funzionanti su Rep., esse erano: 1) le pagine della Cultura, fortunatamente sopravvissute intatte alla catastrofe R2; 2) la pagina dei film del venerdì, curata dall'irreprensibile Nepoti.
I più evidenti risultati dell'operazione R2Cult:
1) al sabato non avremo più le usuali pagine della Cultura, che non so a cosa corrispondano nella nuova versione: alla copertina (!), evidentemente, perché pp. 40-43 ("Libri") non sono altro che il vecchio "Almanacco" senza alcun ritocco, né miglioria (non mi piaceva, non lo leggevo, e già lo rimpiango amaramente; se non altro lo potevi saltare più agevolmente). R2Arte andrà a cannibalizzare la II e III pp. della Cultura del lunedì; Teatro e musica idem: in entrambi i casi senza aggiungere nulla, se non irritare i lettori affezionati al vecchio formato (vd. sotto).
2) Ma veniamo alla pagina "R2Cinema": eh, no, finché si parla di Festival, o di commenti in altre zone e in altri giorni, va bene; ma affidare la recensione principale a Natalia Aspesi, no, non si può. Forse è già successo altre volte, non ci giurerei, ma la sua presenza oggi sembra programmatica, e questo non va bene. La recensione principale è di Nepoti, e punto. Non si possono relegare Nepoti, e con lui il buon "italianista" D'Agostini, in quelle insultanti colonnine. Di che colpa oscura si è macchiato Nepoti? Qui si perdono lettori a fiumi. A questo punto diventa quasi un puntiglio secondario notare la grafica demenziale dei titoli delle quattro colonnine: poiché di cinema sono assai appassionata, ho fatto un balzo sulla sedia al leggere dell'uscita di una commedia di cui ancora non avevo sentito affatto parlare, "Dimenticate i Monty Python", e dello sconosciuto dramma "Una promessa mantenuta"; i titoli invece sono scritti in fondo, in caratteri minuscoli, non so, neanche in corsivo, neanche tra virgolette, tutto grassetto, tutto indistinto.
Al sesto giorno di cattivissimi pensieri: voto (R)2.
(Senza contare che i film nuovi escono al venerdì, non al sabato!)
io spero proprio che Aquaro non lo richiamino e che invece di far lavorare sempre le stesse persone diano un po' di spazio ai nuovi.
e vogliamo parlare poi dello spazio dedicato a Quadri per il teatro e di quello alla Aspesi per il cinema? Perché manca uno spazio altrettanto grande per la musica?
IL NEMICO
A una prima lettura mi sembra più "guida" quella del corsera (che infatti mantiene la pagine di cultura a parte), Cult lo trovo bello anche se perfettibile.
LA GRAFICA
Nei titoli esplosione di Rockwell Extrabold ma ottimo il Rockwell leggero ripreso anche nei capilettera e soprattutto il Bodoni: una "autocitazione" dalle pagine culturali. Bene i fili, si portano tantissimo (restyling di "Internazionale" docet) e stupende le perle di Gipi.
RUBRICHE
"Telecomando" è un buon modo per rivedere lo spazio dedicato ai programmi di cui qualcuno si lamentava giustamente su ppr (e a proposito: oggi, sabato, è stato un errore non richiamare "Un giorno in Pretura" sul processo Aldrovandi, attualissimo nei giorni del caso Cucchi). Belli i soppalchi e il trafiletto bartezzaghiano (rimarrà solo suo?) che fa molto domenicale-del-sole (a proposito: mi piace di più Cult).
CONCLUSIONI
Appena volti pagina e riparti da Spettacoli il resto del giornale sembra già vecchio.
PSx caterina: la pagina di cinema sabato secondo me ci sta (vedi Foglio, la migliore di tutte, a mio parere), semmai non mi convincono i credits tutti in grassetto anziché solo nel titolo dell'opera recensita (vedi anche nella pagina Teatro; al contrario, nei trafiletti di musica di assante manca proprio il titolo in grassetto: oggi quello di Norah Jones è al terzultimo rigo)
PS: Se la pagina Arte è, da oggi, anticipata al sabato, lunedì che ci aspetta? Si attendono pronostici ...
Ciao Federico e benvenuto sul blog dei feticisti di Repubblica. Grazie per il commento , continua a leggerci e se vuoi mandaci altri contributi da pubblicare sul blog.
Caterina: non ho più parole.
La storia degli esercizi di stile di Aquaro ci ho messo un po' per capirla.
Geniale anche l'idea di creare PPR2 Cult. Adesso mi metto lì e faccio il logo.
Non avevo grandi aspettative su R2 Cult. Quindi nessuna delusione, sicuramente molto fastidio per alcune scelte. A giudicare dal lancio sottotono direi che, al di là degli sforzi, anche la stessa Repubblica non vi ha riposto grandi ambizioni. Anche perchè queste iniziative non servono a guadagnare copie, ma solo a darsi quel tono da giornalismo anglo-sassone da week-end.
Graficamente lo trovo molto elegante. Quanto a struttura, niente di inatteso visto che ha assorbito, come da premessa di lancio, le recensioni di cinema, teatro, dischi, l’Almanacco dei Libri.
Le prime tre pagine sono un tentativo di risarcire i lettori per l’assurda sparizione delle pagine di Cultura. Ha ragione Caterina quando lamenta che i cambiamenti di questo tipo non devono andare a cannibalizzare le sezioni portanti del giornale. Come purtroppo avvenne quando fu introdotta la sezione Domenica, sempre a scapito della Cultura.
Un inserto, per definizione, è un nuovo elemento che si aggiunge ad una struttura preesistente. Non c’è ragione perchè ne debba assorbire parti se non ne assolve anche le relative funzioni (e non è questo il caso). Oltretutto se il buongiorno si vede dal mattino, qui ci sarà spazio per tanta aria fritta (vedi il duo Eco&Galimberti a discettare di playlist).
La sezione Libri a me non fa rimpiangere il modesto Almanacco, anzi lo ha asciugato efficacemente. E, in più, ci abbiamo guadagnato un Bartezzaghi, quindi va bene così.
La sezione Arte è stata presa di peso dall’edizione del lunedì, quindi va bene ma vale la domanda di Occam: cosa ci attende lunedì al posto di quelle due pagine?
Sezione Teatro & Musica. Confusione indicibile! C’è tutto e niente dentro: il Teatro che prima aveva una pagina intera il lunedì, adesso gode di un terzo di spazio in meno. Ci sono classica e lirica schiacciate in un colonnino e c’è l’inspiegabile inserimento Rock&Jazz a segnalare futuri concerti. Totalmente da rifare.
Cinema. Anche a me risulta difficile digerire che le recensioni delle prime debbano essere lette il sabato e non il venerdì, giorno canonico di uscita in sala dei film.
L’imperioso, discutibile arrivo della Aspesi con l’assunzione della titolarità della rubrica sana invece un limite che il giornale si trascina da tempo. Non è pensabile che la Aspesi recensisca i film di cartello alle mostre di Venezia e Cannes e la rubrica settimanale venga affidata ad altri. Così almeno si guadagna in coerenza: lei diventa a tutti gli effetti il critico di riferimento. Come Caterina, anch'io preferirei che questa sezione, Mostre comprese, fosse interamente affidata agli specialisti Nepoti e D’Agostini. Sospetto che la scelta del giornale derivi da un complesso di inferiorità che soffre nei confronti del Corriere, che prima aveva Kezich (della cui perdita Repubblica non s’è mai fatta una ragione) e adesso Mereghetti. E a Largo Fochetti pensano di rispondere con il nome "massimamente" pesante della Aspesi. Come se la chiara fama della giornalista trasferisse automaticamente credibilità ed importanza alla recensione. Bisognerebbe avere coraggio e credere nei propri professionisti, quali Nepoti e D’Agostini (che pure amo poco) sono. (segue)
Sezione Tempo Libero. Qualcuno invece mi deve spiegare perchè il rock, o se preferite la musica leggera, debba essere relegata nello spazio Tempo Libero. Come dire: dopo che ti sei doverosamente acculturato con cinema, teatro, libri e arte quel poco di tempo libero che ti rimane puoi spenderlo cazzeggiando con la musica rock. Perchè la rubrica deve essere catalogata sotto la voce I CD? La musica è musica. Perchè deve essere identificata con il suo supporto di fruizione? Perchè deve essere relegata ad un paio di misere colonnine, che non consentono di primo acchito di capire qual è il disco di cui si sta parlando (dei REM non c’è neanche il titolo del disco recensito!) e di sintetizzare la recensione con i pallini? E ancora, perchè in quella pagina vi deve essere uno spazio “saper spendere” che non serve a nulla, se non forse a rimediare quattro spicci di pubblicità, neanche occulta? Quel “soppalco” (Occam) va liberato, previa disinfestazione, da questa volgare intrusione commerciale ed il relativo spazio recuperato per recensioni musicali più ampie e numerose.
Repubblica non teme confronti con alcun giornale sulle competenze musicali dei suoi giornalisti. Diamogli una sezione ad hoc ed una pagina intera, quindi dignità. Assante e Castaldo, ribellatevi!
Da quella pagina io poi estirperei la parte della televisione, con la sola esclusione del Telecomando (buona idea, hai ragione Occam). Ne parlano tutti i santi giorni dei nuovi programmi, ma perchè devono togliere spazio a recensioni per parlarmi di una fiction che potrebbe essere analizzata serenamente sulla sezione quotidiana della tv?
E via anche i videogiochi e i DVD! Esiste XL (ma anche il Venerdì) appositamente per queste cose, non sprecate prezioso spazio ad altro con quel misero colonnino solo per dire “noi ci occupiamo anche degli interessi dei gggiovani”. Sezione da rifare completamente.
In sintesi. Se proprio lo si ritiene indispensabile questo inserto, lo si focalizzi bene sull’obiettivo: una guida al meglio degli eventi e delle produzioni artistiche del momento. Io preferirei dedicare ad ogni sezione (Cinema, Teatro, Musica, Libri) una-due pagine in giorni separati della settimana. Come si faceva prima con il Cinema di venerdì, i Libri di sabato, il Teatro il lunedì. Mancava solo la Musica. Ciascuna arte aveva la sua visibilità, magari da perfezionare, ma aveva visibilità ed un potere di attrazione maggiore. Così invece si rischia l’effetto caleidoscopico che alla fine ti lascia un bel po' di confusione in testa. Speriamo che il tempo aiuti i curatori dell’inserto a migliorarlo. E a renderlo estraibile, non per soddisfare le velleità da piromane di Caterina, ma per rendere ancora più chiara la sua funzione di guida che va conservata senza dover lavorare di forbici sul giornale.
Chiudo con una questione marginale, che a me però interessa assai. Parlo del metro di giudizio in uso per valutare le opere: i pallini rossi. Ma a chi diavolo è venuto in mente di adottare un scala con sei (sei?!) livelli di giudizio? Immagino la discussione tra critici: secondo te è un film da vedere o da non mancare? A me le faccine non piacevano, ma erano solo 4 e coprivano correttamente e in maniera semplice le varie possibilità di giudizio. Erano di fatto una evoluzione dei simboli che in cronaca di Roma hanno contrassegnato per anni i film (pallino, triangolo, quadrato, stellina). Perchè cambiare il metro di giudizio? Perchè non mantenerlo inalterato, e quindi riconoscibile nel tempo? Son decenni che Il Messaggero adotta le quattro stelle: criterio valutativo semplice e intuitivo (non a caso adottato dallo stesso Mereghetti nella sua opera annuale). Qui no. Qui dobbiamo cambiare per non si sa quale motivo. Forse per veicolare meglio il messaggio della novità? Forse per adeguarci ad XL? Mistero.
Se questo bizzarro schema valutativo deve essere il nuovo standard, chiedo solo che non venga più cambiato per i prossimi 50 anni.
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