lunedì 16 novembre 2009
Esercizi di stile: tocca ad Angelo Panebianco.
Oggi gli Esercizi di Stile di nonunacosaseria prendono di mira Angelo Panebianco (foto) editorialista del Corriere della Sera.
Prima di leggerlo, vi riportiamo una piccola introduzione dell'autore che vi aiuterà ad apprezzarlo meglio:
Recependo un'idea di Barbapapà, stavolta l'esercizio di stile riguarda Angelo Panebianco. Mi interessava rimarcare il fatto che spesso lui parte facendo finta di criticare la destra su una malefatta grossa come una casa e poi quando rileggi l'articolo in realtà ha criticato soltanto la sinistra. Ecco dunque come Panebianco potrebbe commentare nel suo stile un'udienza di un processo contro il premier:
Il dibattimento in corso a Milano ha appurato senza più ombra di dubbio che Berlusconi ha corrotto i magistrati e finanziato in modo illecito il proprio partito. Inoltre, nel corso delle udienze è emerso che il Cavaliere ha stuprato Noemi Letizia quando ancora era minorenne. Il comportamento, privato e pubblico, del presidente del Consiglio è senz’altro disdicevole e la condanna, ormai imminente, appare logica. Ma emerge un’anomalia tutta italiana e che riguarda proprio la procedura penale. In alcun altro ordinamento, infatti, è permesso deviare da quello che è l’oggetto del procedimento stesso. Se una persona viene rinviata a giudizio per furto, per esempio, non deve essere possibile che in aula essa venga poi, ancorché rea confessa, giudicata anche per altri reati non strettamente attinenti al furto di cui sopra. Ci deve essere una giusta separazione. Questa abnormità è figlia del potere conservativo della magistratura che, soprattutto negli anni più recenti, si è opposta a ogni tentativo di riforma della funzione giudicante e di quella inquirente. Non possiamo, quindi, che essere in parte d’accordo con chi ha rilevato l’inopportunità di procedere nei confronti di Berlusconi sulla vicenda penale che lo ha accomunato alla signorina Letizia. Nondimeno, non possiamo non notare che questo vulnus al diritto processuale penale se ha come madre la magistratura ha come padre lo schieramento di sinistra. Questa è infatti la seconda anomalia italiana: il Partito Democratico, erede della tradizione comunista, è prono agli interessi della magistratura. Non è certo così che si può perseguire l’interesse del Paese. Il popolo è sovrano, lo ricorda anche la nostra Costituzione, e ogni potere intermedio che si frappone fra il cittadino e la legge – sia esso il Partito Democratico o l’Associazione Nazionale Magistrati – è assolutamente “fuori ruolo”. Ne deriva la necessità di una riforma costituzionale dello Stato in senso presidenzialista, l’unica forma di governo che può garantire la stabilità e l’equilibrio istituzionale. Tuttavia, fintanto che il Partito Democratico non compirà la propria evoluzione verso una moderna sinistra europea saremo schiavi di un sistema involuto e incompiuto. Temo altresì che tale svolta non si compirà in tempi brevi e dovremo attendere anni: il fatto che le menti più illuminate e progressiste della sinistra italiana (Rutelli, Calearo) siano state costrette ad abbandonare la nave del Partito Democratico conferma questa mia sensazione.
Angelo Panebianco
p.s. – forse stavolta sono stato un po’ troppo duro nei confronti del Presidente Berlusconi. Spero non se ne adonti.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
6 commenti:
Sì, è lui!
Standing ovation. E... ad maiora!
grazie Barbapapà. Ma io il pezzo l'avevo scritto venerdì e pensavo di avere esagerato. Poi, ieri, ho letto l'editoriale di Galli della Loggia...
http://www.corriere.it/editoriali/09_novembre_15/editoriale-se-un-paese-finisce-in-un-vivolo-cieco-ernesto-galli-della-loggia_542fa358-d1bf-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml
quando la realtà supera la fantasia!
applausi per nonunacosaseria (e pernacchie a panisalbus)
aggiungo che in questo caso c'era ahimè poco da parodiare, visto che gli editorialisti del quotidiano di via solferino sono già da tempo la parodia di se stessi (e l'editoriale di egdl lo dimostra). e continuano a menarcela con "l'autorevolezza e l'imparzialità" del corriere..
vi ricordo che ieri umberto eco su rep. elogiava la libertà del corriere (assieme a quella di repubblica, naturalmente).
Giusto per non far sentir solo il suo amichetto GdL, oggi l’esimio Piggi Battista, nella sua esiziale rubrica del lunedì, se l’è presa con i “professionisti dell’antiCaimano”. Gente che avrebbe tratto fama e onori e soldi dall’aver trasformato la propria carriera in una “caccia al caimano”.
Con il suo consueto stile a metà tra il supponente e l’infastidito (verso la sinistra, sia chiaro), senza fare nomi ma in modo che siano riconoscibilissimi, descrive i protagonisti di queste brillanti carriere: il giornalista coraggioso, lo scrittore impegnato, l’ex-magistrato, il regista famoso. Tutti accomunati dal dover fama e onori e soldi all’aver combattuto il Caimano e tutti preoccupatissimi, a suo dire, che possa abbandonare il campo anzitempo con gravi danni per le loro carriere.
Questo è il Corriere della Sera, non da oggi.
Non so perchè ma dopo la lettura di questo delirio di Battista la memoria è riandata all’accusa rivolta da Sciascia ai “professionisti dell’Antimafia” con un articolo del 1987. Scritto, guarda caso, sul medesimo giornale.
Posta un commento