venerdì 27 novembre 2009
La nuova pubblicità del Corriere: sembra di sentir parlare De Bortoli.
Il verbo di Ferruccio De Bortoli fatto campagna. Ecco la nuova pubblicità istituzionale del nemico apparsa proprio all'interno del quotidiano di via Solferino. Vi invitiamo a cliccare sulla foto e leggere i testi eloquenti del De Bortoli pensiero.
I credits? Eccoli:
Agenzia di pubblicità: Ferruccio De Bortoli Comunicazione
Direzione creativa: Ferruccio De Bortoli
Art Director: Ferruccio De Bortoli
Copywriter: Ferruccio De Bortoli
Fotografo: Ferruccio De Bortoli
ps: ecco cosa ci scrive Lo Stampista:
Nella foto ci sono proprio tutti! L'uomo con la pipa che guarda di traverso il brizzolone Corriere, attendendolo al varco, è Repubblica. La Stampa è lì, al semaforo, da una vita in attesa di attraversare la strada verso nuove vie, ma sempre inchiodata allo stop. Sullo sfondo, Libero conversa con la guardia giurata/Giornale sulle ultime arringhe di Feltri ai nemici di Silvio. E non dimentichiamo il neonato Fatto Quotidiano, laggiù, placido nel passeggino.
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16 commenti:
Nella foto ci sono proprio tutti! L'uomo con la pipa che guarda di traverso il brizzolone Corriere, attendendolo al varco, è Repubblica. La Stampa è lì, al semaforo, da una vita in attesa di attraversare la strada verso nuove vie, ma sempre inchiodata allo stop. Sullo sfondo, Libero conversa con la guardia giurata/Giornale sulle ultime arringhe di Feltri ai nemici di Silvio. E non dimentichiamo il neonato Fatto Quotidiano, laggiù, placido nel passeggino.
Il messaggio lo trovo tecnicamente parecchio efficace.
Però è fuorviante, perché è dimostrato che gli Ostellino, i Panebianco, i Battista per quanto usino toni e modalità di scrittura differenti da Rep., Libero, Giornale sono anch'essi di parte. Il loro terzismo è solamente di facciata.
Hey Stampista. Geniale il tuo commento, lo prendo e lo inserisco nel post.
A me non piace, mi pare loffia anzichenò. Le figure bianche sembrano una galleria di seplocri imbiancati, dove "il Corriere" cammina indifferente, legge il giornale con lo sguardo basso o fa finta di non vedere. Il che potrebbe anche essere interpretato come di chi fa volentieri il pesce in barile :) Il tizio sulle strisce simboleggia il lettore? Ancora peggio :)
Poi, ci vuole ben altro che i proclami pubblicitari di buone intenzioni, la vera identità di un giorale la si vede nel tempo, giorno per giorno. E quella del Corriere è sempre stata, a mio avviso, di un discreto cerchiobottismo :)
Meglio un giornale fazioso piuttosto di uno che "naviga" (a vista). O no?
Ha tutto, sempre, questa allure fottutamente meneghino - mi scusino i milanesi ma la cosa non vale per i Ppr - nel senso degenere del termine: la pipetta, il vellutino, ma va'
Solidarietà a "the man who wasn't there" nel quale a buon diritto lo Stampista vede Rep.
Suggerimento per la contropubblicità: donna - senza minigonna ché farebbe troppo Unità - in scooterone sulla colombo con un casco formato da pagine di rep. "Vi tuteliamo il cervello"
più dinamico no?
A me sembra una pubblicità da lapsus freudiano, dettata dalla cattiva coscienza. Provate un po' a pensare a chi più di Ostellino, De Bortoli, Della Loggia, Panebianco e Alberoni corrisponda all'identikit della cariatide statuesca ancorata ad un proprio immutabile terzismo che ne sopisce ogni istinto vitale e ne soffoca ogni frizzo, lazzo o sana scoreggia creativa dietro la corazza immacolata del "benpensare", dietro la rigidità cerulea del "signora mia, e che sarà mai?", dietro la morte spirituale del "va tutto bene, madama la marchesa".
IL GECO
Ciao Geco e benvenuto sul blog.
Grazie mille per il messaggio e per la tua lucida analisi della pubblicità del nemico.
Continua a seguirci! Grazie.
complimenti al Geco, molto arbasiniano
D'accordissimo con il Geco.
occhio! dobbiamo scindere la parte tecnica del messaggio (che, ribadisco, per me è parecchio efficace), da quella - diciamo così - ideologica.
lo spot deve puntare alla pancia di chi lo guarda, trasmettergli una emozione, una sensazione immediata. e questa è quella del giornale che si distingue dagli altri, che è autorevole.
solo in un secondo momento interverrà la parte razionale che avverte: signori, ma chi è più immobile di un galli della loggia, di un panebianco? ma li vogliamo paragonare con i giannini, i rampini, i diamanti...?
verissimo. però l'editoriale di galli della loggia una volta, per quante cazzate dica e per quanto cerchiobottista possa essere, una volta su tre viene ripreso da altri giornali (magari proprio per la sua cerchiobottaggine). e lo stesso vale per panebianco. ecco, vedete quanto è complessa la parte razionale, quanti distinguo? conta solamente la parte emotiva in quel breve messaggio pubblicitario. e quella c'è, volenti o nolenti.
Occam: bella l'idea del "Vi tuteliamo il cervello". Se ho tempo la butto giù.
Il Geco arbasiniano sembra una rara forma di rettile ormai in estinzione.
Ah, musica per le mie orecchie! Quanti commenti interessanti, e tutti convergenti verso la medesima negativa opinione sui soloni finto-terzisti in servizio permanente effettivo al Corsera (grave, però, avete dimenticato Sergio Romano!).
Bell'esordio, Geco! Ti sei già acclimatato. Nelle giornate buie, se vuoi ritemprarti, leggiti il Panebianco d'annata di cui ci ha fatto recentemente dono nonunacosaseria.
La pubblicità mi pare malriuscita. Mentre è efficace il testo, la sua traduzione in immagini non arriva a segno comunicandomi freddezza, indifferenza, distacco esattamente come il giornalismo del Corsera che non suscita emozioni, non parla al cuore, non arrischia scelte di campo.
In tal senso trovo condivisibile l'interpretazione di aghost e la sua idea circa l'inutilità di tale pubblicità. E' solo un omaggio che De Bortoli ha voluto fare a se stesso, ringalluzzito dai complimenti che ha ricevuto a destra (guardacaso) per il suo recente braccio di ferro con Scalfari.
Infine, bellissima la pubblicità immaginata da Occam per Repubblica e azzeccato lo slogan: vi tuteliamo il cervello. Grande!
Sul Fatto Quotidiano di oggi, per la penna di A.P. (Antonio Padellaro?), c’era un articolo dedicato alla nuova campagna pubblicitaria del Corriere (che fra l’altro è anche televisiva). Il Fatto – troppo generosamente – la interpreta come una presa di posizione contro i “poteri forti della politica” e le pressioni del solito B., quando è palese che questa pretesa dichiarazione di equidistanza altro non è che l’ennesima frecciatina contro la concezione “faziosa” (scalfariana) del giornalismo.
Fa piacere vedere che siamo tutti d’accordo nel considerare quelli del Corriere ridicoli, e la loro pretesa indipendenza una barzelletta.
In particolare, attribuirsi una supposta “battaglia contro l’immobilismo” mentre si sbattono in prima pagina gli editoriali di Panebianco e Alberoni, personaggi che dell’immobilismo sono l’incarnazione più funesta, significa avere scarso senso del ridicolo. Onore quindi a Repubblica e a un giornalismo che avrà mille difetti, ma che almeno ha il coraggio di fare delle scelte di campo nette e precise, anziché dedicarsi alla nefasta pratica del cerchiobottismo.
segnalo dal blog di gilioli:
Piovono rane 29/11/09 14.00
Non se avete comprato il Corriere oggi, ma è divertente notare come apra sulla notizia che Berlusconi «non è indagato per mafia» perché «lo dice la procura» – e poi a pagina 5 spieghi serenamente che se uno è indagato per mafia, la procura deve sempre comunque dire il contrario.
In altre parole, si mette in prima pagina una notizia e cinque pagine dopo si spiega che non può essere una notizia.
Gli sforzi del terzismo a ogni costo hanno, talvolta, esiti spassosi.
(grazie a Paola Bacchiddu).
Hai ragione, Jack, a considerare molto generosa l'interpretazione del Fatto su questo inno pubblico all'ego di De Bortoli spacciato per campagna istituzionale (eppoi si lamentano di Scalfari...).
Non bisogna dimenticare che Flebuccio (azzeccata presa in giro di Dagospia) si è potuto nuovamente accomodare sulla augusta poltrona del Corriere proprio grazie al beneplacito di Berlusconi, dopo che a dicembre dello scorso anno aveva pubblicamente messo all'indice Mieli e Anselmi. E, come la storia ci insegna, quando il Cav. chiede una testa la ottiene, laddove può. Vedi recentemente anche Ruffini a Raitre.
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