giovedì 10 dicembre 2009

Repubblica e il PD.



Caro Feticista Supremo, confesso di provare un brivido di piacere ogniqualvolta la firma di Scalfari compare sulla prima pagina del giornale, fuori dalla consuetudine domenicale. E’ segno che un’urgenza lo spinge a commentare qualche recentissimo fatto, riguardante spesso interventi di altri giornali sulle vicende politiche. Così è stato anche oggi nell’editoriale “La principessa ed il rospo da baciare” in cui passa in rassegna recenti commenti di Ferrara su Scalfari stesso e di Galli della Loggia e Ricolfi su Bersani.

Ho particolarmente apprezzato l’atteggiamento assunto da Scalfari in questi giorni verso Bersani. Il duro editoriale di Maltese di domenica scorsa (già brillantemente esaminato nel blog di Costa da te segnalato) ed il commento critico di Ezio Mauro a Sky TG24 sulla rinuncia di Bersani a partecipare al No B-day mi erano sembrati una aggressiva presa di posizione del giornale contro il PD, quasi una volontà di imporre al partito un unico modo di fare opposizione (lotta dura e di piazza, alla Di Pietro).

Anche Scalfari domenica ha espresso favore verso la manifestazione (a volte non è sufficiente parlare solo del peccato, ha scritto, ma occorre soffermarsi sul peccatore, soprattutto se recidivo) e riserve sulla mancata partecipazione di Bersani, ma in una forma che ho apprezzato molto. “Quando si parla di territorio e di democrazia che nasce dal basso, bisogna poi andarci su quel territorio e batter le mani a quella democrazia che nasce dal basso e che chiede sbocchi politici e strumenti politici per affermarsi”. Criticare l’ondivago e imbarazzato PD per non aver colto in pieno il senso di quell’onda dal basso è legittimo, scaraventargli addosso una ingiustificata rabbia come ha fatto Maltese no.

Potrei sbagliarmi, ma mi pare che Scalfari, oggi, abbia provato ad addolcire i toni del giornale verso Bersani riportando l’attenzione su quanto vorrà fare in Parlamento, a partire dalla Giustizia e dal dialogo sulle riforme. Da Repubblica mi aspetto esattamente questo: una valutazione critica del PD in merito alla sua capacità di elaborare concrete proposte politiche e di coagulare attorno a sé fasce di elettorato da tempo disilluse con un programma chiaro, senza ambiguità o ecumenismi prodiani (ricordate il programma di 281 pagine?). Non toni survoltati alla Di Pietro sull’indifferibile urgenza ad esserci in piazza (la cui ragion d’essere ho pienamente condiviso, a scanso di equivoci), che adombrano una pregiudiziale posizione del giornale contro di lui.

Assai appagante poi l’esaltante finale odierno dedicato ancora una volta ai cantori del finto-terzismo che criticavano la sinistra quand’era al governo, perchè non andava incontro alla destra, e la criticano adesso che è all’opposizione, perchè non offre appoggi al governo di destra. “Terzisti? Non sembra proprio, stanno sempre dalla stessa parte.”. Applausi!

Infine, non ritenendo opportuno (anche se mi piacerebbe) candidare Scalfari ogni volta che attacca i finto-terzisti, vorrei proporre l’articolo di domenica scorsa “Perchè Cosa Nostra fa la guerra al Cavaliere” per il PPR+ di dicembre. Molto efficace, anche se non nuova, la ricostruzione del rapporto mafia-politica al punto da essere una chiave di lettura politicamente convincente delle vicende giudiziarie del Cavaliere.

Barbapapà

Ringraziamo Altan per la gentile concessione della vignetta.

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