sabato 23 gennaio 2010

Brunetteide 2, la risposta.



Ieri nella pagina dei commenti c'era la livorosa replica di Brunetta all'articolo su di lui del giorno prima a firma di Francesco Merlo.

Ecco la lettera di Brunetta:

Caro direttore, Francesco Merlo mi definisce “fantuttone”, del che lo ringrazio, perché immagino sia il contrario di fannullone.
A conferma di questa sua tesi, non rinuncio a rispondergli, come faccio sempre, con rispetto per le cose che scrive, senza condividerle affatto. Osservo,
preliminarmente, che per utilizzare gli artifici retorici occorre essere bravi, e non sempre Merlo dà il meglio di sé: non è esemplare invitare a parlare seriamente, evitando gli insulti e gli attacchi personali, e poi far seguire una raffica dei medesimi, e non è elegante affermare d’essere spiritosi ed ironici, specie se l’unica smorfia che si provoca è di perplessità.
Ma il punto rilevante è altro, non volendo sfuggire alla contestazione principale: non si può fare, contemporaneamente, il ministro e il sindaco. A parte il fatto che queste cose le stabilisce la legge, che appunto lo consente, e che pertanto quelli che s’impancano a tutori dell’etica collettiva potrebbero, magari a tempo perso, darci un’occhiata, resta che è totalmente sbagliato il presupposto da cui Merlo parte: c’è conflitto d’interessi. Roba da matti, quindi gli interessi dello Stato sarebbero diversi da quelli di un Comune? Ma a quale secolo è rimasto, Merlo? Ci sono, all’esatto opposto, delle possibili sinergie, tanto è vero che tutte le persone ragionevoli auspicano collaborazione fra le istituzioni e le rappresentanze elettive, non sospettando minimamente che lo scontro sia la premessa del buon governo.
Quindi, non solo credo di potere fare il ministro, nell’interesse dell’Italia, e il sindaco, nell’interesse di Venezia, ma sono assolutamente convinto che le due cose si facciano meglio (specie la seconda) se le si fanno assieme.
Resta il problema della presenza sul “posto di lavoro”. Capisco che certe visioni ideologiche abbiano fatto restare taluni all’epoca fordista, che è pur sempre
meglio della guerra fra Comuni, ma il lavoro, nella versione odierna, ha caratteristiche diverse.
Non credo che Merlo, per scrivere, debba necessariamente trovarsi al giornale, immagino possa farlo anche da altrove. Sono sicuro, del resto, che se si applica riesce a farlo anche meglio.


Ed ecco la controreplica di Francesco Merlo:

Lei, signor ministro, condanna come vizio il doppio lavoro degli altri e lo esalta, per sé, come virtù. Il fantuttone, le ricordo, non è il contrario del fannullone, ma è un fannullone indaffarato.
Faccio infine notare che la legge sull’incompatibilità (1953) è molto controversa perché vieta al sindaco di diventare deputato ma dal 2002, grazie ad un’interpretazione “allegra”, non vieta al deputato di diventare sindaco.


Ringraziamo Occam per la segnalazione.

5 commenti:

Supersoul ha detto...

Brunetta ha la stessa simpatìa di un calcio sui marroni.

Enrico Maria Porro ha detto...

O del cacio sui marron-glaces...

Carmen ha detto...

É interessante notare che Brunetta per difendersi cita argomenti utilizzati proprio da Merlo nell'articolo in cui conió il neologismo "fantuttone".

Merlo scriveva questo

"Il professore Brunetta cambia il lavoro con la maledizione biblica.....in un mondo dove, al contrario, il lavoro cerca di farsi creativo, divertente, ubiquo. Com' è ubiquo il lavoro del procuratore..."

...del giornalista e del sindaco, conclude Brunetta.

Merita la rilettura:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/10/28/la-ricetta-ottocentesca-di-brunetta-il-fantuttone.html

Supersoul ha detto...

adesso avete sentito che vuol mettere in guerra i giovani coi pensionati anziani?

dalle mie parti si direbbe: "stuquè al gà na testa che slà un pèss al s'anniga" (metàfora ittica)

Enrico Maria Porro ha detto...

azzardo: emiliano di ferrara?