domenica 3 gennaio 2010

Dalla Russia con stupore.



Ce lo aspettavamo, ma non così repentinamente: ieri infatti la "ferma" moscovita di Leonardo Coen è terminata. Il suo sostituto è
l'ex capo degli Esteri Nicola Lombardozzi che ieri si è presentato ai lettori sfoderando ben due pezzi.

Questa cosa dei due pezzi è curiosa perchè stride un po' con il recente impegno di Leonardo dalla capitale moscovita: a memoria d'uomo ricordiamo che non sia mai successo (salvo forse rarissime occasioni) che Coen firmasse due pezzi a pagina intera sullo stesso numero del giornale. Lombardozzi, invece, ha potuto farlo nel giorno d'esordio. Strano, vero?

Auguriamo in ogni caso buon lavoro al nuovo corrispondente da Mosca, confessandogli però che ci metteremo un po' ad abituarci a leggere il suo nome sopra a quello di Mosca.

A Leonardo facciamo un enorme in bocca al lupo, sperando di rivederlo protagonista di altri pezzi su Repubblica da, crediamo, Milano, la città che lo riaccoglierà a braccia aperte.

21 commenti:

Geppo ha detto...

Credevo che il nome di Coen facesse parte della lista di un piano di prepensionamenti che tutti i giornali italiani stanno portando avanti, visto che il suo nome compare nelle gerenze già alla fine degli anni Settanta.

jacopo ha detto...

Anch'io credevo come Geppo che Coen andasse ain pensione

Enrico Maria Porro ha detto...

Certo che Leonardo va in pensione. Il nostro augurio però è di leggerlo ancora come freelance.

aghost ha detto...

Veramente nulla irrita di più dei finti pensionamenti, cioè dei pensionamenti con l'elastico. Una pratica deplorevole, specie in tv, ora ci si mettono pure i giornali?

Mi ricorderò sempre la commozione dei mezzibusti rai nell'annunciare la pensione del telecronista Guido Oddo. Salvo poi ritrovarcelo paro paro nelle cronache di sci su TMC. E vi ricodate Bruno Pizzul? Pure per lui accorati rimpianti, peccato che qualche mese dopo era ancora li' a fare le telecronache delle partite come prima e più di prima.

Adriano De Zan, voce del ciclismo, ha fatto anche di peggio: ha lasciato il posto al figlio Davide. Solo in Rai i posti si tramandano di padre in figlio con la massima disinvoltura. Cosi' abbiamo il caso unico al mondo dove il conduttore di Quark è figlio del conduttore di Quark precedente.

Anonimo ha detto...

x aghost: rilancio la mia domanda di ieri. il lombardozzi di sky è figlio?

Anonimo ha detto...

l'unica figlia di lombardozzi ha vent'anni e studia medicina a roma

Geordie1897 ha detto...

mi informo di tutto ciò che riguarda la grande Russia, e m dispiace tanto che Leonardo Coen lasci Mosca.Mi divertivo molto a leggere i suoi articoli.
In bocca allupo Leonardo!
Auguri al nuovo corrispondente!!!!
lo terrò d'occhio constantemente!!!!

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Gerodie1897. se davvero terrai sott'occhio il nuovo corrispondente moscovita, facci sapere di eventuali cappellate o refusi che potrebbero sfuggirci qui in redazione.

Enrico Maria Porro ha detto...

Ho googolato lombardozzi ma non ho trovato nulla su eventuali parentami a sky.

aghost ha detto...

una volta fu pubblicata da qualche parte una lista di "figli di" che lavoravano in rai e nei giornali, o in posti pubblici di rilievo.

Era davvero impressionante!

Geordie1897 ha detto...

x Enrico Maria Porro: Ci proverò, cercherò di nn farmisfuggire nulla!!!
un saluto.

vecchio lupo ha detto...

Il caro Leonardo Coen va in pensione, ma è probabile che venga riutilizzato con una collaborazione. Lo merita.
Quanto a Lombardozzi, non è padre, nè figlio di altri giornalisti. Ma si è fatto le ossa come cronista di un quotidiano in Sicilia, paga bassa e molti sacrifici. Poi è sbarcato a Roma a Repubblica negli anni di Piazza Indipendenza. Passato agli Esteri ne è poi divenuto il capo e ora è stato mandato a Mosca, incarico di prestigio e a mio avviso meritato. Non avrà una segretaria-interprete (effetto dei tagli ai costi di Repubblica) e dovrà essere ospite, pagante, della redazione di un giornale forse inlese. Non sarà una vita facile per lui e la famiglia che coraggiosamente lo accompagna.
Vecchio Lupo

Enrico Maria Porro ha detto...

Vecchio Lupo: sei (o almeno dovresti essere) il secondo giornalista di Repubblica che posta commenti su PPR. Dopo Rastignac, ovviamente.

Giusto? o sbaglio?

vecchio lupo ha detto...

Non sbagli caro Porro. Vengo però da una scuola dura e vedo sempre più lontano...
Vecchio Lupo

aghost ha detto...

mi sbaglio o per le russie non bazzicava anche Giampaolo Visetti? Avevo letto alcuni suoi pezzi piuttosto belli...

vecchio lupo ha detto...

Sì, in Russia c'era prima Visetti, ingaggiato sul posto e quindi meno costoso. Poi è riuscito a venire a Roma e Mauro lo ha nutilizzato per altri reportages.
Vecchio Lupo9

Enrico Maria Porro ha detto...

vecchio lupo, credo di vaer capito chi sei, ma l'idea che ho la tengo per me...

rispondo anch'io ad aghost: visetti fu colui che venne mandato a beslan a seguire la strage degli innocenti nella scuola, ricordi? ricordate?

aghost ha detto...

Vecchiolupo, sarebbe interessante che ci spiegassi, se ne hai voglia, come funziona la faccenda degli inviati.

A me (ma credo anche ad altri) risulta abbastanza incomprensibile la logica: es. si mandano 3 inviati per le estrazioni ai mondiali di calcio, oppure Ciai apposta in Brasile per la faccenda Battisti. Lo so, il calcio tira più di un pelo di... Ma insomma, tre inviati... e mandarne poi uno apposta in Brasile... E parliamo di crisi dei giornali o di spese allegre?

Non sarebbe meno costoso servirsi di corrispondenti locali, da pagare di volta in volta come collaboratori esterni piuttosto che manternere un giornalista stipendiato in pianta stabile?

Che poi finisce che anche questo, per fare il pezzo e se il fatto è lontano da dove abita, guarda su internet e allora tanto vale che lo facciamo noi lettori direttamente dall'Italia.

Insomma mi pare che oggigiorno, ai tempi di internet, avere un corrispondente stipendiato a Washington, o in qualcunque altro posto, sia una cosa ormai priva di senso. O no?

vecchio lupo ha detto...

Risppondo a Porro e ad Aghost:
Caro Porro se hai capito sei formidabile. Tienilo pure per te. Grazie
-
Caro Aghost la feccenda degli inviati è complessa. A volte comunque rappresenta uno spreco di risorse soprattutto economiche, che l'amministrazione tenta ora di contenere evitando biglietti aerei in business class e alberghi a 4 stelle.
Può capitare che in un vertice politico o economico internazionale si ritrovino tre inviati di Repubblica: uno partito da Roma per seguire da vicino il ministro, uno rappresentato dal corrispondente sul posto (ad es. Londra) e uno partito da New York perchè vi partecipa il presidente Usa. In questo caso il più penalizzato (sul piano della scrittura) è il corrispondente da Londra.
Altro esempio: per un grande avvenimento sportivo internazionale comne ad esempiio le regate veliche, si possono ritrovare sul posto tre inviati: uno che rimarrà stabile finchè durano le regate, uno al seguito dell'imprenditore che sponsorizza il team italiano e uno che scriverà articoli di colore e sociali sul luogo delle regate. Il primo, quello stabile, verrà spesato dal giornale, il secondo è spesso invitato dall'ufficio stampa dell'imprenditore e quindi con costi dimezzati (aereo e albergo spesato), il terzo, a meno che non sia una grande firma, parte utilizzando giorni di ferie, un passaggio aereo gratuito (i modi sono vari) e qualche altra risorsa, per la soddisfazione di esserci e scrivere.
Altre volte sul luogo dell'avvenimento vi sono due giornalisti: il corrispondente poniamo da Mosca e l'inviato da Roma insieme al ministro o all'imprenditore. Negli ultimi anni il giornale è stato costretto a pagare il passaggio aereo con il ministro ed anche l'albergo. Ma con l'imprenditore queste due voci sono abitualmente gratuite.
In tutti i casi,tuttavia, il giornalista riesce a presentare una nota spese relativa a taxi, spuntini e altro, quindi ragionevole. E' famosa quella presentata molti anni fa da un grande giornalista, Saverio Tutino, che partendo nel giro di poche ore fu costretto ad acquistare sul posto un pigiama, il cui costo figurò nella nota spese. L'amministratore di allora pretese la consegna del pigiama, che rimase chiuso in cassaforte per oltre un anno.
A Repubblica per partire non è necessaria la qualifica di inviato: parte anche il giovane appena assunto e sull'articolo figura la scritta "dal nostro inviato".
Vecchio Lupo

Enrico Maria Porro ha detto...

Due cose per Vecchio Lupo: se mi mandi una mail ti dico chi sei...:)

la seconda: grazie infinite per le tue considerazioni sugli inviati: sono anni che sogno qualcuno che mi sveli queste cose... Se le hai scritte qui significa che non è niente di riservato. la lettura dei commenti è aperta a tutti e non richiede nessuna registrazione.

sono veramente indeciso se pubblicarle anche sul blog, alla mercè di tutti. cosa mi consigli? cosa mi consigliate?

vecchio lupo ha detto...

Ma sì, pubblica pure sul blog, può interessare tutti.
Vecchio Lupo