lunedì 11 gennaio 2010

Ezio Mauro da Fabio Fazio.

Mauro da Fazio per noi è come il formaggio con le pere: sopraffino.

Gustatevelo, feticisti!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Potrò dire "il dolce Ezio"?

Enrico Maria Porro ha detto...

Beh, dolce è Concita. Ma se vuoi.

Supersoul ha detto...

Un Ezio Mauro da applauso, senza alcun dubbio. Ma lo avevo visto di recente anche ospite dalla Dandini: anche in quell'occasione grandiosa performance. Quel che mi piace, a parte le idee che condivido, è il suo stile: parlare CHIARO anzi chiarissimo, esprimere concetti chiari con linguaggio chiaro (e poi, aò, non s'impappina mai!).
Invece ho molte perplessità sullo stile di De Bortoli quando va in tv, che è un insieme di diverse cose. Un pò gioca a fare il piacione-vanitoso-fascinoso...poi a volte fa affermazioni banalissime e scontate che lui pronuncia come annunciasse un oracolo...e poi ha un modo antipatico a volte di lanciare allusioni e/o avvertimenti a non si sa bene chi (probabilmente a chi lo critica).
Molto meglio Mauro, come dicevo, chiaro e diretto, molto concreto, nel linguaggio e nei contenuti.

aghost ha detto...

Ricordo De Bortoli a Trento, quando conduceva un incontro al Festival dell'Economia, ospite Romano Prodi, all'epoca presidente del Consiglio.

Ci fu una civilissima contestazione di persone (per lo più giovani) che protestavano per l'allargamento della base USA Dal Molin, e che entrarono compostamente nella sala con cartelli e striscioni.

"Flebuccio" in quell'occasione stroncò la protesta con fiero cipiglio, anzi con arroganza mai vista. Intimò sbrigativamente 1 minuto di tempo ai dimostranti per esporre le loro ragioni (dopo che gli scienziati dell'economia e i caporioni dell'informazione erano lì da giorni che si parlavano addosso!) poi, fece intendere, si levassero pure dai piedi.

Cinzia Bottene, casalinga nonché volto e anima della protesta di Vicenza, è stata fatta salire sul palco (con evidente fastidio di Flebuccio che si era vista rovinata la festa di regime con l'augusto ospite) e al presidente del Consiglio e alla platea ha spiegato il motivo della protesta: "È una vergogna che la città di Vicenza - ha detto la portavoce dei «No-base» - non venga difesa dal proprio governo. Non ci è stato concesso neppure di esprimere il nostro parere con un referendum. Ci stanno trattando in maniera ignobile. Mi sono sentita tradita" ha detto poi rivolgendosi esplicitamente a Prodi: "Presidente, l'ho votata sulla base del programma che parlava di riduzione degli impegni militari e di democrazia partecipativa, mi risponda su questo".

De Bortoli ha congedato quindi bruscamente la donna, mentre Prodi, che era rimasto impassibile, ha ripreso l'argomento di cui stava trattando come se nulla fosse accaduto. De Bortoli ovviamente s'è ben guardato da invocare almeno una risposta di circostanza ai contestatori e al pubblico che stava seguendo la conferenza (trsmessa anche in streaming).

Di quell'episodio, ho pensato che se De Bortoli usasse anche in minima parte quel tono aggressivo avuto coi contestatori quando intervista i potenti, forse godrebbe di ben altra considerazione.

Enrico Maria Porro ha detto...

Aghost, grazie per averci raccontato questo episodio che io personalmente non conoscevo.

Barbapapà ha detto...

Poiché si parla di direttori, approfitto per dire un paio di cose dell'uomo con la camicia bianca e le maniche arrotolate, Gianni Riotta.
In questi mesi si sta affannando per acquisire meriti presso il governo e la Confindustria, portando il messaggio dell'ottimismo e della speranza per una ripresa dell'economia attraverso un racconto dal basso, meritorio sia chiaro, di quanto sta accadendo nell'imprenditoria italiana. Non pago di ciò, ci deve però infilare qualche vezzo dei suoi e, quindi, ecco il lancio della nuova inchiesta Start Up Italia (la piccola impresa che cresce con l'innovazione) accompagnato da un simpatico origami che riproduce una banderuola tricolore (che può garrire al vento della ripresa!) e che ciascun lettore, armato di forbici e capacità manuali, può costruirsi da sé. Non avendo competenze economiche, l'unico contributo che Riotta può portare a queste inchieste è evidentemente di natura creativa...

Poi, nel suo sforzo di portare innovazione al giornale ben strutturato che ha ereditato da De Bortoli, cosa si inventa il giornalista anglosassone di ispirazione? Il riconoscimento Uomo dell'anno! Wow! Novità delle novità! E a chi lo assegna, alla prima uscita? A Tremonti! Fantastico!
Risultato: redazione incazzata perché si è vista pubblicamente coinvolta, nell'articolo che motivava l'ambito premio, in una scelta di fatto appannaggio del direttore.
Leggete al riguardo questo pezzo di Pino Corrias per Micromega.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/gianni-riotta-giornalista-dell%E2%80%99anno/
Veramente imbarazzante.

Riportatelo al TG1 e ridategli la rubrica Benjamin, per cortesia!

Anonimo ha detto...

Grande Barba, grazie.

Noto en passant, come curiosità, che al TG1 "Benjamin," come Walter Benjamin (!!!, al TG1!!!) è stato polemicamente rimpiazzato da "Billy," come la libreria Ikea. L'editoriale di apertura (non mi ricordo chi lo abbia fatto, forse Marco Frittella) derideva apertamente lo snobismo del precedente titolo riottesco. Ed è successa una cosa incredibile: il TG1 aveva ragione. Brividi.

(Sono l'inviata di PPR presso il TG1, un incarico alla Mastrogiacomo. (Non tutti i giorni, però.))

Barbapapà ha detto...

Caterina, se tu hai avuto i brividi nel ritrovarti in sintonia con il TG1 minzoliniano, io confesso che ho goduto assai per l'epurazione violenta della rubrichetta di camicia bianca Riotta. Oltretutto comunicata, con lo stile da te ricordato, attraverso un qualunque Frittella! (sì, posso vantare anch'io di aver vissuto quel momento in diretta). In quell'unica occasione ho pensato: grande Minzolini!

Per il tuo incarico alla Mastrogiacomo, meriteresti un'indennità di servizio dal Feticista Supremo!

Enrico Maria Porro ha detto...

Intanto un saluto a Caterina Mastrogiacomo, alla quale volevo ricordare che tutta sta faccenda del billy ha scatenato l'larità curiosa di Aldo Grasso che sul corriere si chiedeva il perchè della scelta di quel nome così buffo, non sapendo, come me, del resto, che billy è il prodotto più famoso dell'ikea.