mercoledì 20 gennaio 2010

A grande richiesta il ritorno di Gianni Clerici.



A grande richiesta, riproponiamo integralmente il pezzo di ieri di Gianni Clerici da Melbourne.

Per noi aficionados che abbiamo sofferto la sua assenza agli US Open è un rientro in grande stile. Bellissimo l'articolo di ieri con cui ha cercato di confrontarsi con la difficoltà a parlare di un gioco mentre in un altro continente si piangono i morti e si lotta disperatamente per sopravvivere. Eccolo:

MELBOURNE Appena sbarcato dall' aereo, sistemati i bagagli, raggiunto il tennis grazie al benedetto tram, mi son trovato sommerso da un pubblico eccitato e ilare, che si precipitava verso il campo centrale. Quell' atmosfera da sagra popolare, mi son detto, era probabilmente suscitata da un' esibizione e, incuriosito, mi sono avviato su per gli scalini che portano alla tribuna stampa. Mentre aumentava la sorpresa nel vedere il mio posto abituale presidiato da una bambina sugli otto anni, abbracciata al suo koala di pezza, mi è parso d' un tratto di scorgere, sul campo, tre donne accoppiatea un solo uomo. Incredulo, mi son stropicciato gli occhi, e mi son detto che doveva essere, quella, una conseguenza del jet lag, del fuso orario. Ma, guardando meglio, ho creduto di riconoscere Serenona e Kim Clijsters opposte a Federer e all' australiana Samantha Stosur. Ho ripulito gli occhiali, ma la scena rimaneva esattamente la stessa, tanto che, mi son detto, dopo il recente annuncio della rinascita del doppio misto si dev' essere andati oltre, sino ad uno sperimentale tripli sesso, grazie anche alla nota inclinazione di una delle ragazze. Ma, una volta di più, avevo sbagliato pronostico. Nel sedermi fianco al mio vecchio amico Collins, avrei saputo che quel che vedevo altro non era che un' esibizione benefica, in favore dei poveri haitiani. Sabato sera, continuava l' amico, di fronte alle immagini che giungevano da quell' isola devastata nel felice appartamento abitato dalla sua famiglia, moglie gemelli e servitori, Federer aveva avuto l' idea che dovrebbe visitare ogni essere umano meno sfortunato. E, con un paio di telefonate agli altri tennisti, aveva organizzato un' esibizione benefica, alla quale si poteva assistere per la modestissima cifra di dieci dollari australiani. Si erano così formate due squadre, denominata la prima rossa e l' altra blu, composte l' una dallo stesso Roger, da Hewitt, da Serena e Stosur, la seconda da Nadal, Roddick, Clijsters e Djokovic. Quasi attori di teatro, i tennisti indossavano microfoni che ci consentivano di ascoltare - beninteso in inglese - i loro commenti, spesso non meno spiritosi di quelli dell' arbitro, Jim Courier, ormai commentatore televisivo, e quindi versato nell' intrattenimento. Avrei saputo dal mio amico americano che non solo i tennisti si erano offerti all' esibizione, ma si erano anche quotati per una donazione non certo vile. Eppure, d' un tratto, mentre anch' io depositavo il mio obolo, così come avviene alla fine di una messa, mi son sentito attraversare da un' immagine agghiacciante, la stessa che aveva devastato lo schermo televisivo del mio aereo. Era quel tappeto di corpi lacerati che tutti siamo stati costretti a vedere, e abbiamo cercato di dimenticare, o di esorcizzare in tutti i modi, magari con qualche donazione.I ragazzi giocavano felici, gli spettatori ridevano delle loro facezie. Cos' altro si poteva fare, mi son detto? Non ho trovato una risposta e, nel suggerirmi di non essere troppo fariseo, me ne sono andato, ad occuparmi del tabellone del torneo. Federer ritornato il favorito N. 1, Nadal forse risanato, Serena lievemente infortunata dopo la finale di Sydney perduta con la Dementieva, il ritorno della Henin attesissimo, la Sharapova sempre più bella, sponsorizzatissima, fotografata. Beato te, vecchio Clerici, mi sono detto.

Gianni Clerici per La Repubblica

2 commenti:

Nemo ha detto...

Giornalista brillante, geniale, ironico. Strepitoso.

Anonimo ha detto...

direi anche grande scrittore e profondo conoscitore del mondo del tennis

Luca