lunedì 11 gennaio 2010

I tailleur di Poiret per la marchesa di Casa Torres.

Credevo fosse difficile far peggio dell’insulso “D”, finché non ho visto “Velvet”. L’ho trovato nella Repubblica di sabato scorso: confesso, non l’avevo mai visto. Ebbene, è semplicemente scandaloso. Un’accozzaglia demenziale di pubblicità, inframmezzata da articoli demenziali. Per di più scritti in corpo 11 (o 9?). Mi casca l’occhio su quello dedicato a Cristobal Balenciaga (e chi cazzo è?): “C’era una volta un ragazzino basco che sapeva rifare i tailleur di Poiret per la marchesa di Casa Torres”.

Era l’imbrunire, e sulla montagna, dove abito, è echeggiato un sinistro e belluino “fanculooooooo”.

Aghost

13 commenti:

Supersoul ha detto...

sottoscrivo, Velvet o D, stessa roba. Materiale da spazzarcisi non dico che cosa. Ma forse il tipo di carta manco è adatto.

Barbapapà ha detto...

Grandissimo aghost!
Sì, Velvet è puro horror.
Credo che neanche Jacopo, vincitore del titolo Il Più Grande Feticista in un sondaggio di qualche mese fa (grazie all'insana archiviazione delle copie di D!), si spinga a conservare anche solo una pagina di quell'affare lì.

Barbapapà ha detto...

Visto che ci siamo inoltrati nelle desolate lande del nulla giornalistico... Oggi leggo in prima pagina il seguente richiamo di un articolo della Aspesi:
"Toy boy", se lei ha trent'anni più di lui.
Poi le righe di accompagno in prima pagina:
"Non si vorrebbe essere banali, ma avrà senso ancora stupirsi ed elettrizzarsi perché una signora si prende un amante giovinetto, quando le donne l'hanno sempre fatto, nella realtà, in letteratura, nel cinema, in televisione, dalle regine alle portinaie?".
La risposta ad una siffatta retorica domanda dovrebbe ragionevolmente essere NO e si dovrebbe chiudere la questione lì. Ed invece Repubblica e la Aspesi rispondono con tre pagine su R2... Purtroppo, ancora una volta, il buon Enrico Franceschini viene risucchiato nel solito vuoto pneumatico di questa sezione, chiusa oggi in bellezza da un articolo sulle "virtù del pettegolezzo".

Forse bisognerebbe cominciare a fare una raccolta di firme per l'abolizione di R2.

aghost ha detto...

io per la verità una portinaia con un amante giovinetto non l'ho mai vista. Anzi non ho mai visto neppure una portinaia. Qui nel nord non si usa. Dove vivrà l'Aspesi?

aghost ha detto...

riguardo velvet: qualcuno mi dica che, almeno, con quella roba (velvet) ci gudadagnano, vi prego!

Barbapapà ha detto...

Aghost, è chiaro che ci guadagnano con Velvet. Sarebbero pazzi ad editare una rivista in perdita...

aghost ha detto...

Barba, ma se non la legge nessuno chi ci guadagna? Qui dientro tutti abbiamo detto che Velvet fa schifo. Davvero le aziende buttano via soldi per fare pubblicità su un giornale-ciofeca che finisce direttamente nel cassonetto?

Questa cosa mi convince poco... sarebbe interessante a questo punto il parere di un infiltrato dell'ufficio marketing...

Enrico Maria Porro ha detto...

con la pubblicità su velvet vanno sul velluto.

Barbapapà ha detto...

Aghost, il mio è un ragionamento di tipo economico. Non essendo le aziende editoriali organizzazioni no-profit è normale che ciascuna inziativa avviata abbia una propria contabilità analitica, ovvero un conto economico che dica se essa, alla fine dei calcoli, è in utile o in perdita.
Se Velvet fosse in perdita sarebbe stata già chiusa da tempo (magari accadrà a breve, chi lo sa). E questo prescinde dalla tua condivisibile osservazione che di giornalismo non si tratta.

Secondo i dati di ADS, reperibili su Primaonline, nel periodo ottobre 2008-settembre 2009
Velvet ha venduto in media 103.288 copie (di cui 98.068 in edicola).
Per darti qualche termine di paragone,
Cosmopolitan ha venduto 162.174 copie (di cui 139.760 in edicola),
Marie Claire 161.560 copie (di cui 83.821 in edicola), Elle 144.296 copie (di cui 83.934 in edicola),
Amica 149.475 copie (di cui 88.765 in edicola),
Flair 140.698 copie (di cui 105.408 in edicola).
Quindi, Velvet non sfigura affatto rispetto ai competitor (spero di averli individuati correttamente perché non li conosco bene) e, cosa più importante come tu ben sai, vende ad un target di lettori/consumatori ben identificato che pubblicitariamente ha molto più valore. Quindi, non dovrebbe stupire se l'iniziativa, in termini economici, rende e continui ad essere veicolata.

Con lo stesso ragionamento ti spieghi anche la pervicace insistenza con questi maledetti collaterali che nulla hanno a che vedere con il giornalismo. Se non per il fatto che impongono quegli articoli di accompagno, che rubano spazio a notizie vere e di interesse generale.
Repubblica non è più un giornale, è un'azienda editoriale e quindi le distorsioni che vediamo sono facilmente spiegabili.
Certo, poi non ci si deve stupire se i quotidiani hanno il fiato corto. Per usare un linguaggio aziendale, i giornali devono tornare al loro core business: produrre notizie ed inchieste.
Ne parliamo da sempre, mi pare. Ma rimaniamo inascoltati, nonostante siamo tra quei pochi che si ostinano a comprare ogni giorno una copia di Repubblica. Tranne la domenica, nel caso tuo. :)

aghost ha detto...

Ma scusa Barba, mi stai dicendo che Velvet è venduto in edicola??? (giuro non lo sapevo, pensavo fosse uno dei tanti inserti che scaravento con disinvoltura nel cassonetto). E che ci sono 100 mila pazzi in Italia che lo comprano? Sono davvero costernato... la realtà supera la fantasia più demenziale.

A questo proposito, mi torna in mente un fatto. Anni fa ho lavorato brevemente per la filiale trentina del Sol24ore. Li' il famoso fiscalista Frizzera si era inventato la rivista "La Settimana fiscale". In qualunque altro paese, per un'idea simile sarebbe stato preso a sassate, invece qui è stato un clamoroso successo editoriale.

Nella mia stolidità, ho sempre considerato un incubo, anzi un orrore, vivere in uno Stato dove il fisco scandisce la tua vita settimalmente. Ma evidentemente mi sbagliavo. E di grosso.

Barbapapà ha detto...

Sì, Aghost. Centomila persone comprano quel mattone di pubblicità.

Grande l'episodio di Frizzera. Sì, è un paese strano il nostro...

Anonimo ha detto...

Mi sorprende sempre leggere alcuni commenti del tipo "duri e puri". Oltretutto da parte di quelle stesse persone che poi magari dicono di: non comprare il giornale la domenica e quindi non conoscere il Domenicale; di non sapere che "Velvet" si ha la facoltà di acquistarlo o meno, e via dicendo.
Così come non sopporto quelli che dicono di "gettare nel cassonetto" molti degli allegati: non lo trovo rispettoso, soprattutto nei confronti di chi ci lavora con impegno e forse anche qualche frustrazione. Avete mai pensato che magari anche i giornalisti non concordino in pieno o abbiano perplessità sugli argomenti da trattare? o forse pensate che sono tutti nella condizione di scegliere (e comunque anche questo è un mito da sfatare) come Zucconi, Merlo, STella, ecc. ecc.? La stessa Audisio, che scrive la serie degli artisti della moda da quando è uscito Velvet, non mi pare che se scrive di sport è la prima nella classifica italiana e poi se scrive di Balenciaga con lo stesso stile invece spinge Aghost a urlare nella notte...Se non gli interessa l'argomento, perché lo legge? A me Saviano non piace, mi pare che scriva sempre lo stesso articolo però non è che mi metto a sghignazzare: anche chi scrive fa fatica!
Non facciamo finta di non sapere che le riviste di moda sono l'unica fonte vera di denaro per le aziende editoriali: altrimenti che senso avrebbe Cosmopolitan (una donna del nostro tempo, minimamente ragionante e presente a se stessa non solo non lo comprerebbe mai ma neanche seguirebbe alcuno dei consigli deliranti che forse hanno fatto scuola al genere escort...). I prodotti di lusso (e la moda è tra questi) sono gli unici che ancora si possono permettere di comprare pubblicità perché mentre il salame Negroni al massimo arriva in Francia, le borse di Versace, le giacche di Armani, i profumi di Dior, sono all over the world...tant'è che i dati di vendita della profumeria schizzano in alto quando c'è crisi economica. E' vero, per concludere, che molti, forse la maggioranza, non leggono e non amano i supplementi femminili (e non solo quelli), ma se anche 100 mila persone comprano e leggono Velvet (e di dati lettura quindi sono più alti) e 130mila comprano Cosmpolitan, vuol dire che a loro piace, anche se Aghost li ritiene una ciofeca...
Credo che continuare ad averli sia megli di non averli più, anche se non ci piacciono.
Rastignac, triste, solitario y final

Enrico Maria Porro ha detto...

Rastignac, questo sfogo merita di avere uno spazio privilegiato e non nascosto enlla sezione commenti. Lo pubblico subito.