lunedì 11 gennaio 2010

Sofri.

C'è qualcuno che non ha digerito la sua poesia.

10 commenti:

Fabio P ha detto...

Vorrei dire due parole sul commento del tizio, ma per ora non ci ho capito una parola: sembrano quelle elucubrazioni senza senso che ti facevano studiare in seconda superiore. Ma l'ho letto solo due volte. Ci riprovo ancora qualche volta, e se riesco a oltrepassare l'Altro e i "vuoti giri di sol" forse riesco a trovare qualcosa che abbia un senso qualunque, poi ne riparliamo.

Luca Massaro ha detto...

Gentile Fabio P,
nel ringraziarla dello sforzo compiuto (due letture, unite - credo - alla lettura della poesia di Sofri - davvero troppo) le confesso di aver provato un certo rammarico nel suo accostare il mio vaneggiamento alle "elucubrazioni senza senso" della "seconda superiore", giacché io, la seconda superiore, non l'ho fatta: dalle medie son passato direttamente all'università.

P.S.
Ringrazio comunque E.M. Porro per avermi fatto conoscere questo "luogo" di feticisti. Frequenterò...

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Luca, benvenuto sul blog dei feticisti di Repubblica. Se vuoi continuare a seguirci saremo felici di averti tra glia amici. E se hai qualcosa da segnalarci scrivici. Ciao.

Anonimo ha detto...

Massa', ho letto l'articolo. Non le hanno mai detto che le seghe mentali fanno diventare ciechi?

Barbapapà ha detto...

Scusate, ma io non capisco perché si debbano esprimere forme così gratuite di critica.
Si può dissentire, per carità, sulla critica o sulla comprensibilità della stessa (anch'io ho faticato, a dire il vero), ma è scritta comunque con garbo e rispetto verso Sofri, e quindi bisognerebbe usare un po' di riguardo verso l'estensore.

Anonimo ha detto...

E chi l'ha detto? Sono andata anche io a leggermi la pappardella e concordo con i succitati. Quando si scrive qualcosa bisogna porsi il problema di farsi capire da chi legge e soprattutto anche il fatto che ciò che si scrive abbia un senso. Mi sembrano davvero parole in libertà che mirano al sublime ma si fermano al ridicolo. Se li scrivi per te stesso Ok, ma se poi li pubblichi per farli leggere e ti metti anche a criticare un testo di quel livello impancandosi verso i massimi si stemi allora no. Quindi mi dispiace, ma: nessuna pietà.

Ilaria ha detto...

Dimenticavo la firma

Anonimo ha detto...

Quoto vigorosamente Barbapapà.

Luca Massaro ha detto...

Gentil Anomimo (o gentile Ilaria se ho ben capito), innanzitutto grazie per avermi fatto scoprir la causa del mio portar occhiali al crepuscolo.
Dipoi, sia detto di passata, vorrei dirLe: io scrivo nel mio blog marginale cosa mi passa per la mente senza dover, spero, render conto ad altri che a me stesso e ai miei (abituali) quindici lettori. Se il tenutario di PPR (Enrico) ha avuto l'ardire di segnalare il mio brano è stato tutto un caso e una sua decisione, mi creda. Ma un caso felice, dacché esso m'ha consentito di conoscere questo blog ‘particolare’ che ho subito aggiunto nella mia lista di letture quotidiane. Tutto qui.
Riguardo a ciò che ho scritto: so benissimo di aver tentato un discorso difficile su quella materia particolare che la poesia è. Ma è un pensiero mio, traduzione - forse - di quel che in questi anni di frequentazione poetica m'è parso di aver compreso. Il tentativo mio era (e ripeto: forse) quello di sostenere che scrivere poesie a "tema" è cosa insostenibile (almeno per me). Se sono stato, in certi punti, "oscuro" mi dica in quali, entrando in argomento, magari sostenendo una tesi opposta, criticando (anche severamente) le mie ragioni (e, se di ragioni non ne trova in quel che scrivo, allora sostenga le sue e finita lì).
Infine: icché c'entra la pietà?

P.S.
Voglio infine ringraziare Barbapapà e Caterina per il garbo e lo stile.

Enrico Maria Porro ha detto...

Luca, benvenuto nel tritacarne di PPR. Scherzo, ovviamente. Io il tuo post l'ho apprezzato e quindi l'ho riproposto qui, sapendo benissimo che l'avrei dato in pasto a voci non sempre benevolenti, voci soprattutto anonime che non firmandosi sanno di avere un briciolo ( e basta) di coda di paglia. Barba e Cate sono due persone eccezionali, lo scoprirai cammin facendo.