martedì 5 gennaio 2010

Senti chi parla.

Oggi Repubblica parla a pagina 42 con toni scandalizzati del fatto che in Italia non si è ancora trovato un distributore per il film "The road", e questo solo perchè il film viene ritenuto "troppo deprimente".

Da dove sarà venuta quest'idea ai distributori italiani? Forse proprio da Repubblica, dove il simpatico D'Agostini il 7 settembre scriveva da Venezia: "Come si fa a raccomandare il film di John Hillcoat dove non vediamo altro che un padre e un figlio laceri e disperati vagare tra le cupe e desertiche macerie di un mondo alla fine? Tutto il rispetto per il romanzo di McCarthy e per Viggo Mortensen (è il padre), ma il cinema non è una punizione".

Fabio P.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Bravo Fabio P., ma quoto D'Agostini. Dopo avere letto "La strada," sono stata talmente depressa che per tre giorni non ho mangiato carne umana.

Fabio P ha detto...

Cosa fai? Quoti d'Agostini? E lo sa la mamma che dici queste parole?

Anonimo ha detto...

"Quoto" è una bellissima parola!

Siccome non è la prima volta che vengo ripresa dai puristi per questo mio vezzo (dal lat. vitium), dirò ufficialmente, una volta per tutte, che non intendo smettere di usare le seguenti parole ed espressioni: "quoto," "straquoto," e "quoto Bob al cento per cento," e finanche "al mille per cento," nonché "al quadrato," "al cubo," e "all'ennesima potenza."

E quoto Wikipedia s.v. "quotare":

«Quotare è una italianizzazione del verbo inglese "to quote" che significa letteralmente "citare", "mettere fra virgolette". Nata su Usenet ed ora largamente utilizzata nei forum, questa tecnica si usa per rispondere ad un utente riprendendo una parte del messaggio da lui pubblicato.
Nell'uso corrente questo verbo viene usato anche con il significato di "essere d'accordo" con l'opinione di qualcuno, anche fuori dal contesto informatico».

Fabio P ha detto...

immagino che al tuo moroso tu scriva anche TVTB

Anonimo ha detto...

infatti.

jacopo ha detto...

me sei veramente tu Fabio P. o questo che scrive è un'altro col tuo nickname? Perché non mi pareva che sostenessi queste posizioni e soprattutto non mi pareva che usassi questi toni..

jacopo ha detto...

volevo dire "col suo-di Fabio P. cioè-nickname"

Fabio P ha detto...

Non ho capito quali sono le posizioni e i toni. Trovo solo ridicolo il gergo da blog e chat eccetera. Come ha scritto un anonimo qualche giorno fa, lasciamoli ai quindicenni. E ho troppo rispetto per la lingua italiana per vederla strapazzare in questo modo (già mi sta sui cabasisi, per dirne una, che si dica "digitale" invece che "numerico" - digitale a casa mia indica le dita invece la traduzione alla c. di c. di "digital", dove digit in inglese significa cifra). Ma insomma stiamo andando fuori argomento: questo blog serve ad altro, direi.

gpp ha detto...

segnalo che su Repubblica di oggi c'è un pezzo di Gabriele Romagnoli dedicato alla vicenda di questo film che nessuno vuole proiettare. Romagnoli dice: "Mai criticare un film seza vederlo, e neppur elogiarlo".
A chi si riferisce ?

Anonimo ha detto...

E' una citazione da "Mio fratello è figlio unico" di Rino Gaetano. Piuttosto, come la prenderà D'Agostini?

Anonimo ha detto...

Riguardo al pezzo di Romagnoli di oggi: non credo che GR, con la citazione iniziale di Rino Gaetano (bravo Anonimo), volesse punzecchiare D'Agostini, se è questo che Anonimo suggerisce. GR si sta rivolgendo a sé stesso, ripromettendosi di non esagerare con le lodi a "The Road," che non ha visto, nella sua polemica con i dtributori italiani che non vogliono distribuirlo.

Dubito, però, che GR veramente non abbia visto il film. Mi sembra un po' troppo bene informato… 

Comunque, articolo molto bello e sottoscrivibile parola per parola. A parte, forse, quando si lamenta della presenza nel film di "flashback colorati con Charlize Theron moglie scomparsa di Viggo Mortensen [del meraviglioso VM, ndr], del tutto superflui e persino irritanti." Anche nel libro vi sono "flashback colorati" di questo tipo, e la loro presenza nel film mi semberebbe, così ad occhio (il film non l'ho visto), adeguata. Uno di questi flashback è citato da GR stesso nell'ultimo paragrafo; ditemi voi se non è "colorato." Il ricordo della moglie (che non si capisce bene cosa abbia fatto: si è uccisa?) è una presenza importante nel libro, e sarebbe stato assurdo tagliarlo.

Anonimo ha detto...

Strano che Romagnoli non abbia citato Non è un paese per vecchi, sempre da McCarthy, che è al sesto posto nella Top Ten dei film stranieri del decennio di Repubblica.

Anonimo ha detto...

Riguardo alla questioncella del "quotare," ho accolto le osservazioni di Fabio P come scherzose e amichevoli, e in tale spirito ho risposto.

Credo, infatti, che in questo blog viga la tacita regola che si criticano gli errori e le imprecisioni di Repubblica e altri giornali, ma non quelli, veri o (come in questo caso…) presunti, dei commentatori stessi. Altrimenti chissà dove andiamo a finire, signora mia…

Ma non allontaniamoci dalla Strada…

Enrico Maria Porro ha detto...

Grazie Cate per quest'ultima precisazione. Se dovessimo davvero sparlare dei nostri errori e refusi (soprattutto nei commenti e soprattutto massifeticista) non andremo a casa più e si perderebbe il senso del blog.

Enrico Maria Porro ha detto...

Sai Cate, nell'impossibilità di ieri ad accedere ad un computer per postare qualcosa su Beniamino Placido, ne ha fatto le spese anche questo bell'articolo di Gabriele Romagnoli, sicuramente degno di un post su PPR. Comunque vedo che mi hai sostituito degnamente qui, nello spazio dei commenti.