venerdì 19 febbraio 2010

Con quella faccia un po' così.


Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo letto D.

Citazione contesca a parte, le facce un po’ così sono quelle che abbiamo trovato sabato scorso sul nuovo numero di D - non più Repubblica delle Donne, e che vedete qui sotto.



Ma prima di parlare di queste facce, vorremmo scrivere due righe in generale sulla nuova versione del femminile di Largo Fochetti.

Diciamo subito: la grafica ci piaceva di più prima. Quel carattere graziato e per di più corsivo che la fa da padrone nella nuova veste, ci sembra irritante e fuori tema con il resto della grafica. A parte le font utilizzate, non ci sembra che il resto della grafica abbia subito particolari scossoni.

Continuiamo ad apprezzare la qualità della stampa che rende giustizia alle belle foto presenti sul magazine. Fateci caso: quale altro periodico utilizza una carta così porosa da rispettare la brillantezza del contrasto e il nero pieno delle zone scure? Ok, lo sappiamo, sono seghe mentali da addetti ai lavori. Però, a noi addetti ai lavori, è una sega che piace molto.

Copertina (sotto): non ci convince la cornice bianca ai lati. Dà una sensazione di incompiuto, di irrisolto. E anche qui vale lo stesso discorso sulla scelta del carattere in corsivo.



Contenuti: non male. Come non erano male prima. I reportage sono fatti bene e si fanno leggere senza fatica.

Da un piccolo sondaggio fatto su moglisorellecuginemammesuocerezieamichevicinedicasaconoscenticassieredelsupermercatinosottocasa vien fuori che tutto sommato piace, che in giro c’è di peggio e che di gran lunga, il D di Repubblica, è meglio del femminile del nemico.

Ma torniamo alle facce di prima. Sono quelle che accompagnano le rubriche (alcune nuove) presenti nella prima parte del giornale.

Ma le avete viste bene? Ma dai! Hanno voluto fare i sofisticati anche in queste foto. Ma dai!!! Dovrebbero essere delle semplici e spontanee foto degli autori delle varie rubriche e invece sembrano fatte per Vogue.

Ma le avete viste bene? Ma dai!

Però, ciascuna di queste foto ha un grandissimo merito. Quello di averci fatto scoprire che:

Giampaolo Visetti, corrispondente da Pechino (noto a noi feticisti per averci raccontato da dio la tragedia di Beslan), ha una faccia decisamente allucinata. Ma l’hanno scattata a Beslan questa foto?




Vittorio Zucconi è drammaticamente invecchiato. E di colpo poi. Vittorio, torna in Italia. La Liguria ti aspetta.




Guia Soncini, la new entry di D, è maledettamente snob. Oltre che somigliare molto ad Isabella Ferrari. O è la Ferrari che somiglia alla Soncini?




Federico Rampini è inguaribilmente triste. Da quando è tornato negli States ha cambiato faccia. Ma dove sono finiti i riccioli di una volta, Federico?




E per finire, Sylvie Coyaud, vecchia conoscenza di D e storica voce di Radio Popolare . Ha una faccia indiscutibilmente curiosa, oltre che sconosciuta. Cara Sylvye, non sappiamo stabilire se è più spigoloso il tuo profilo o il tuo nome-cognome.




Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così, che abbiamo noi che abbiamo posato per D.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Visetti sembra Valerio Mastandrea "invecchiato per un film"...

nonunacosaseria ha detto...

ma perché hanno preso come collaboratore il nonno di rampini?

Esponja88 ha detto...

sbaglio o hanno smagrito la soncini con photoshop?

Enrico Maria Porro ha detto...

@anonimo: è vero!

@nonuna: bisognerebbe chiederlo a lui.

@jack: è vero, adesso magari pubblico qualche foto di guia prima del trattamento.

Giorgio ha detto...

Rampini è più ascetico del solito, inizialmente non lo avevo nemmeno riconosciuto.

Supersoul ha detto...

Sylvie Coyaud me la ricordo bene perchè qualche anno fa ogni mattina ascoltavo una sua rubrichetta su Radio Popolare, proprio mentre guidavo l'auto recandomi al lavoro. E ricordo che diceva sempre cose piene di buon senso, aveva un modo di porsi che mi ispirava intelligenza e simpatìa. E poi io amo tutto quello che ha a che fare con Radio Popolare...

Enrico Maria Porro ha detto...

Sylvye è bravissima. RadioPop le deve molto.

gurdulù ha detto...

Secondo me il carattere con le grazie sporca terribilmente la pagina e non facilita la lettura. Per non parlare del corsivo. DAVVERO MOLTO MEGLIO PRIMA.

Per quanto riguarda i contenuti: ma quanto spenderanno per tutte queste firmone?

Un anno fa hanno tagliato il compenso dei collaboratori, e poi hanno tagliato i collaboratori stessi. Intendo le new entry, non i vip, che per quelli, scherzi, i soldi si trovano anche in tempi di crisi epocale. E' per i più giovani che chissenefrega!!!

Ora ci sono le costosissime firmone in più: e noi lettori che cosa ne abbiamo in cambio? Solo tante trombonate in più. Con quel tono assertivo da "so tutti io", quella stucchevole sequela di commenti spesso stupidi...e basta!

Non si rendono conto che le opinioni ormai ce le hanno tutti, ma proprio tutti, anche i loro lettori?

Quel che manca è l'imformazione. Ma niente: meglio la fuffa dei commenti griffati che qualche tentativo di articolo dalla realtà. E chissenefrega se i giovani non possono manco cominciare, l'importante è trovare posto a tutti questi tromboni.

Un po' mi è piaciuta Elasti, ma la Soncini l'ho trovata saccente e irritante nel tono, molto mooooolto banale nel contenuto. Davvero niente di interessante.

Avete fatto caso che con tutta quella roba all'inizio del giornale sembra di non arrivare mai a un accidenti di articolo?

Tutti lì a menarsela perché sono fighi e bravi (questa mi sembra soprattutto la traccia della stucchevole Soncini), ma non bastava il nostro caro Zucconi - e basta! - a potersi permettere quel tono tutto particolare e poco giornalistico?

Nei primi due numeri della nuova versione, al posto dell'inchiesta italiana, c'è un articolo tradotto dal New York Times: e che palle!! Come se non ci fosse internet dove poterlo leggere direttamente, il NYTimes! Ormai l'inglese lo sanno tutti, non se ne sono accorti?

Almeno che si sforzassero di inquadrare quella roba all'Italia, no? NO.

Devono pagare le super firme vip, mica possono spendere in qualcosa di giornalistico davvero. A me D piaceva per quello, perché qualche bella inchiesta c'era quasi sempre. Avete notato qualcosa di simile nei primi due numeri? Io no.

D'altronde c'era da temere sin dalle prime comparizioni della nuova direttrice sul guirnale, con quelle due banalate striminzite che è riuscita a scrivere. Così ora ci ritroviamo un magazine molto più vacuo e spocchioso di prima. E brutto, perché quella grafica scoraggia anche i meglio intenzionati a leggersi qualche sommarietto: si fa fatica, l'ho detto, l'unica sensazione che mi da è di pagina "sporca".

L'unica cosa che invece mi è piaciuta davvero è la pagina che apre la rivista, quella con le domande strambe. Così rivolte al lettore lo coinvolgono e lo spingono a qualche fugace riflessione, spesso simpatica e spiritosa. Ma perché l'effetto resti è necessario che si sforzino di trovare domande intelligenti e particolari per ogni numero!

Insomma, voto finale 4+. E solo grazie all'idea delle domande iniziali.

Enrico Maria Porro ha detto...

Gurdulù, più eloquente di così...

grazie.