mercoledì 3 marzo 2010
I.N.R.I.
Caro Pazzo Per Repubblica,
di "imprecisioni" sui quotidiani ce ne sarebbero a pacchi ogni giorno, ma questa che ti segnalo mi ha colpito perchè riguarda una questione che mi sta a cuore.
Leggo sulla prima pagina di repubbica.it, oggi alle 15:50: "Crocifisso, la corte di Strasburgo accoglie il ricorso dell'Italia. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dal governo italiano contro la sentenza che imponeva di togliere la croce dalle aule scolastiche. Frattini: "Vivo compiacimento". La questione alla Grande Camera".
Ecco qui il link.
Nelle ore successive molti altri giornali hanno confermato la questione negli stessi termini, dando il ricorso per accolto e la questione definitivamente chiusa con gran soddisfazione dei propugnatori dell'identità italiana (o cattolica. O cattolicoitaliana. Boh). Solo pochi danno informazioni più verosimili. Fra questi l'ANSA che alle 16:08 riferisce che "La Corte europea dei diritti dell'uomo ammette il ricorso dell'Italia contro la sentenza che imponeva di togliere la croce nelle scuole. Il governo italiano aveva presentato il ricorso contro la sentenza del 3 novembre scorso, che aveva bocciato la presenza del simbolo nelle aule scolastiche. Il caso sara' esaminato dalla Grande Camera nei prossimi mesi. Il ministro degli Esteri Frattini ha appreso con 'vivo compiacimento'"
Ecco qui il link.
Non si capisce da dove sia partita la notizia dell'accoglimento del ricorso, ma sarebbe bastato un po' più di approfondimento, o un po' meno di sete di sensazionalismo (avrei voluto scrivere di peggio, ma mi trattengo), per accorgersi - e riferire correttamente - che, se la Grande Camera deve ancora pronunciarsi, allora la Corte non può aver ancora accolto un bel niente. Il ricorso presentato dall'Italia può al massimo aver superato il vaglio di ammissibilità previsto dall'art. 43 comma 2 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, che prevede che il ricorso avverso le sentenze della Corte Europea sia ammissibile solo in casi eccezionali.
Quindi un collegio deve aver giudicato ricevibile l'impugnazione evidentemente ritenendo che (secondo quanto previsto dall'art. 43) la questione sollevi gravi problemi di interpretazione o di applicazione della Convenzione o dei suoi protocolli o che ponga comunque importanti questioni di carattere generale. Il che è anche condivisibile.
Non si capisce poi da dove arrivi, nè cosa significhi, l'affermazione contenuta nell'articolo di Repubblica che "Questo ultimo passaggio [la decisione della Grande Camera] non è obbligatorio ma, nella pratica, è quasi sistematico". Cioè, se un ricorso è giudicato ammissibile poi la Corte lo accoglie automaticamente? Bella tutela dei diritti, sarebbe questa, da parte di una corte dei diritti dell'uomo.
E tutti a darsi gran pacche sulle spalle per questo "grande successo dell'Italia".
Il grande successo, per ora, è che il ricorso non è inammissibile. Il che può anche essere un risultato difficile da ottenere, ma è tutt'altra cosa rispetto all'accoglimento del ricorso stesso.
Un saluto cordiale
Michele
Arriva un auto-update di Michele:
Mi faccio un auto-update.
Oggi, 3.3.2010, la homepage di repubblica.it ha cambiato il titolo, che ora è "Crocifisso, la corte di Strasburgo AMMETTE il ricorso dell'Italia".
A Repubblica si sono accorti che la Corte non ha accolto il ricorso, ma l'ha ammesso. Buon per loro.
Molti altri, fra cui il corriere online e tanti politici di ogni schieramento, sono ancora convinti che il ricorso sia stato accolto e che la quetione sia definitivamente chiusa (mentre pare che il portavoce della Grande Camera, Stefano Piedimonte, abbia sottolineato che il rinvio del caso alla Grande Camera "non pregiudica in alcun modo la decisione finale in un senso o nell'altro". E vorrei ben vedere).
Ciò che colpise è che ancora una volta l'informazione, anche e soprattutto delle grandi testate, si è adeguata al meccanismo delle beta version: l'importante non è arrivare sul mercato con un prodotto perfetto ma arrivare sul mercato per primi; ci penseranno poi gli utenti a individuare i bug permettendo di correggerli.
Non so se sia un bene o un male, ma sarebbe bene quanto meno capire il meccanismo.
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5 commenti:
Mi faccio un auto-update.
Oggi, 3.3.2010, la homepage di repubblica.it ha cambiato il titolo, che ora è "Crocifisso, la corte di Strasburgo AMMETTE il ricorso dell'Italia".
A Repubblica si sono accorti che la Corte non ha accolto il ricorso, ma l'ha ammesso. Buon per loro.
Molti altri, fra cui il corriere online e tanti politici di ogni schieramento, sono ancora convinti che il ricorso sia stato accolto e che la quetione sia definitivamente chiusa (mentre pare che il portavoce della Grande Camera, Stefano Piedimonte, abbia sottolineato che il rinvio del caso alla Grande Camera "non pregiudica in alcun modo la decisione finale in un senso o nell'altro". E vorrei ben vedere).
Ciò che colpise è che ancora una volta l'informazione, anche e soprattutto delle grandi testate, si è adeguata al meccanismo delle beta version: l'importante non è arrivare sul mercato con un prodotto perfetto ma arrivare sul mercato per primi; ci penseranno poi gli utenti a individuare i bug permettendo di correggerli.
Non so se sia un bene o un male, ma sarebbe bene quanto meno capire il meccanismo.
il "meccanismo" è semplice, ed è quello della propaganda. Infatti anche io ieri leggendo distrattamente la notizia come riportata dai giornali, ho inteso che la UE aveva "riammesso" i corocifissi nelle scuole italiane.
Siccome della notizia non me ne po' fregà de meno, come si dice a Roma, nom ho approfondito, pero' intanto è passata un'informazione distorata.
E' la stessa operazione fatta dal tg1 quando dice che Mills è stato assolto anziché prescritto.
Nell'uno e nell'altro caso, l'informazione mainstream ne esce gravemente screditata
Avete ragione e l'intervento di Michele è stato appropriato. Analogamente ad aghost, anch'io avevo colto che era stato accettato il ricorso e la questione era chiusa, suffragata dal "vivo compiacimento".
Il meccanismo è chiaro e perverso nello stesso tempo. La falsificazione della sentenza Mills ha però raccolto, in un gruppo su Fb, oltre 100mila firme ad una lettera di protesta indirizzata ai vertici Rai. Sembrerebbe che le persone si stiano scuotendo dalla passività, anche se non può essere mai dimenticato che il digital divide, unito ad una certa pigrizia caratterizzano moltissimi elettori (siamo nel periodo) e che la fonte primaria di infomazione resta la tv.
Il meccanismo ricorda tanto da vicino quel gioco che si faceva da bambini, vale a dire il telegrafo senza fili, per cui una frase detta all'inizio e poi passata da orecchio a orecchio, ne usciva alla fine completamente diversa. Insomma, fuor di metafora, siamo lì.
@aghost e @Frank57
Anch'io, come voi, ho pensato d'istinto a una distorsione voluta.
Poi mi sono accorto che l'art. 43 della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo (che disciplina i casi di appello) dice "Un collège de cinq juges de la Grande Chambre ACCEPTE LA DEMANDE si ...". E anche il comunicato della Corte ha usato le stesse parole: "Le collège de cinq juges de la Grande Chambre (qui statue en appel), réuni les 1er et 2 mars 2010, a ACCEPTE' LA DEMANDE de renvoi présentée par le Gouvernement italien..."
Solo che "accepte la demande" significa "giudicare ammissibile l'impugnazione" e non "accogliere il ricorso".
Forse in questo caso non si tratta di malizia propagandistica ma di faciloneria e traduzione maccheronica.
Anche se non so quale delle due ipotesi sia peggio.
@luzmic, difficile pronunciarsi anche sul meno peggio.
Grazie per il chiarimento.
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