martedì 13 aprile 2010
La morte di Berselli: l'omaggio dell'Unità.
Addio a Edmondo Berselli, biografo acuto di un paese impazzito
di Gianni Sofri
È difficile tratteggiare in poco spazio la figura di Edmondo Berselli, scomparso ieri a Modena, dopo una lunga malattia, a 59 anni. Intanto, Berselli era una figura di intellettuale poliedrico, non classificabile ed etichettabile. Era stato editore, giornalista, scrittore, ma senza permettere ad alcuna delle sue attività di diventare esclusiva, di fare di lui uno specialista, meno che mai accademico. Berselli scriveva sempre per tutti: non, come a volte accade, per i colleghi intellettuali. E tuttavia era capace di entrare di volta in volta nei campi della sociologia o della politologia, portandovi contributi originali e stimolanti. Nessuno ha saputo descrivere meglio di lui l’Emilia, sua regione di nascita, e pochi sapevano come lui descrivere l’evoluzione sempre più rapida di una società nazionale per la quale ogni giorno di più si rivelano inadeguati gli schemi tradizionali. Di quegli schemi appunto Berselli era insofferente, e li faceva oggetto di attacchi polemici più spesso ironici che aspri e gridati. In questo, era coerente con il suo carattere, beffardo e pungente, ma mai aggressivo.
Prosegue qui.
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