Nicola Porro (nessuna parentela col Feticista Supremo), vicedirettore del Giornale, ha intervistato Scajola, gli ha fatto esporre i suoi argomenti, e poi sul suo blog ha scritto che non gli crede.
"Dico subito che non credo al ministro che ho intervistato. Non dico che debba andare in galera. Non dico che debba essere indagato. Dico una cosa banale: 610mila euro per 180 metri quadri nel centro di Roma, non sono il prezzo di mercato".
Geniale.
(via Wittgenstein)
2 commenti:
il passaggio più interessante è quando afferma che un'intervista non è un articolo di opinione. come se la scelta di fare talune domande anziché altre non fosse, di per sé, già una scelta "di opinione".
per esempio: un conto è chiedere "3.400 euro è un insulto alla nostra intelligenza, non trova?" e un conto: "non le sembra poco?" per poi accontentarsi della risposta e procedere oltre chiedendo "ma ritorniamo al punto. le signore papa...". altre domande incalzanti di porro: "ma qualcuno dunque dice una clamorosa bugia?", "e allora tutta questa vicenda è una clamorosa balla?", "lei è un testimone?", "come valuta le reazioni politiche"?
sapete cosa penso?
un tempo c'eraluca telese che sul giornale cartaceo (che gli passava lo stipendio) scriveva cose di un certo tenore (e magari si inginocchiava di fronte alla meloni o al dell'utri di turno da intervistare) e poi andava a scrivere sul forum dei fans di travaglio concetti un po' diversi vantando il suo essere di sinistra.
ecco, porro non dice che è di sinistra, ma anche lui comincia ad accusare qualche sindrome bipolare...
penso che il giornalismo sia diventanto un brutto mestiere, dove si debbono avere anzitutto doti di equilibrismo notevoli.
O è sempre stato cosi?
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