Ieri. Interno, giorno, redazione Esteri di Repubblica
- Ahò, qui naa aggenzia dalla Francia ce sta scritto 'saucisson'. Che vorrà ddì?
- Somijia a sarciccia, no? E allora vuor ddì sarciccia.
- Scrivo "salsiccia" allora?
- Ma sì, che tte frega, è solo 'na breve de tajo basso a paggina 17, nun è nemmanco 'na paggina intera. Oggi. Interno. giorno, casa mia
- Scusa, sto leggendo Repubblica. Ma "saucisson" significa salsiccia, giusto?
- Ma no, significa salame. Cosa fai, traduci a orecchio? Meno male che non lavori a Repubblica.
- Sì, meno male.Fabio P.
3 commenti:
Eccellente, sto ridendo molto. Ma ci aggiungerei un pezzetto:
- E pinard che vorrà ddì?
- Ah questo non ce lo sò. Guarda er vocabbolario.
- Già che ce so' guardo pure saucisson?
- Ma no, nun sta' a perde tempo che c'avemo da fa', tanto vuor ddì sarciccia.
E così si spiega che la cosa non traducibile a orecchio sia stata tradotta giusta, a differenza di saucisson
bella anche la tua aggiunta gabriele.
Si sorride sempre volentieri. Grazie.
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