mercoledì 16 giugno 2010

Noio volevam magnar.



Ieri. Interno, giorno, redazione Esteri di Repubblica

- Ahò, qui naa aggenzia dalla Francia ce sta scritto 'saucisson'. Che vorrà ddì?
- Somijia a sarciccia, no? E allora vuor ddì sarciccia.
- Scrivo "salsiccia" allora?
- Ma sì, che tte frega, è solo 'na breve de tajo basso a paggina 17, nun è nemmanco 'na paggina intera.


Oggi. Interno. giorno, casa mia

- Scusa, sto leggendo Repubblica. Ma "saucisson" significa salsiccia, giusto?
- Ma no, significa salame. Cosa fai, traduci a orecchio? Meno male che non lavori a Repubblica.
- Sì, meno male.


Fabio P.

3 commenti:

Gabriele ha detto...

Eccellente, sto ridendo molto. Ma ci aggiungerei un pezzetto:
- E pinard che vorrà ddì?
- Ah questo non ce lo sò. Guarda er vocabbolario.
- Già che ce so' guardo pure saucisson?
- Ma no, nun sta' a perde tempo che c'avemo da fa', tanto vuor ddì sarciccia.

E così si spiega che la cosa non traducibile a orecchio sia stata tradotta giusta, a differenza di saucisson

Enrico Maria Porro ha detto...

bella anche la tua aggiunta gabriele.

Frank57 ha detto...

Si sorride sempre volentieri. Grazie.