mercoledì 14 luglio 2010

Bruno Vespa decriptato.



Ecco l'ultimo esercizio di stile di Nonunacosaseria:

I fedeli lettori di Nonunacosaseria sanno che il suo titolaredispone di un potente software in grado di decriptare le parole di politici e autorevoli editorialisti di importanti quotidiani nazionali.
Stamani Bruno Vespa ha sentito l'esigenza di scrivere al Corriere della Sera a proposito della famosa cena di giovedì scorso a casa sua.
Riporto sia la lettera pubblicata sul Corriere, sia (in corsivo e caratteri amaranto) la versione originariamente scritta dal popolare conduttore televisivo che esprime al 100% il suo reale e inconfessabile pensiero.

Caro direttore,
in questi giorni molti giornali, tra cui il tuo, mi hanno chiesto di commentare la cena che si è tenuta giovedì scorso in casa mia. Ho rifiutato perché non è nelle abitudini di un padrone di casa parlare di quel che accade tra le sue mura domestiche. Se oggi accetto tuttavia il tuo cortese invito è perché continuo a leggere ricostruzioni fantastiche che, oltre a tradire la verità dei fatti, lasciano immaginare che alcuni degli ospiti abbiano avuto ruoli ai quali sono totalmente estranei.

Caro direttore,
in questi giorni molti giornali, tra cui il tuo, mi hanno chiesto di commentare la cena che si è tenuta giovedì scorso in casa mia. Ho rifiutato perché era mio interesse che montasse un po’ la curiosità mediatica e i quotidiani - e i loro retroscenisti - ne parlassero il più possibile. Non a caso ho scelto la sera di giovedì, il giorno prima dello sciopero. Mi si chiederà perché avevo tale preoccupazione.


La storia è questa. Il 7 luglio 1960 uscì sulla edizione aquilana de «Il Tempo» il mio primo articolo, come dire?, professionale. Gianni Letta aveva appena lasciato quella redazione per trasferirsi nella sede centrale del giornale. Lui aveva 25 anni ed era ormai un affermato professionista, io ne avevo 16. A cinquant’anni da quel giorno, ho programmato un mese fa una cena invitandovi alcune persone alle quali sono legato da antica amicizia e altre che mi onorano di un più recente rapporto di amichevole stima.

La storia è questa. Come saprai, ogni anno – in autunno, per la precisione – esce un mio poderoso libro che ripercorre tutto il chiacchiericcio politico dei dodici mesi precedenti, arricchito della mia personalissima visione del mondo (non manco di rileggere a modo mio pure grandi eventi della storia patria), nonché di ulteriori e imperdibili dettagli: per esempio, il menu assaporato durante una cena a casa di Caia, il modello della cravatta indossata da Tizio durante l’incontro con Sempronio e altre amenità del genere. Il volume vende parecchie migliaia di copie: pochi lo leggono veramente, quasi nessuno da cima a fondo, ma come regalo per Natale ad amici e parenti ai quali non si sa cosa regalare è perfetto. Allora mi sono detto: perché non invitare un bel po’ di bella gente a casa mia con la scusa dei miei 50 anni di attività? Rappresentanti dell’Italia di oggi: il 74enne presidente del Consiglio, il 76enne cardinale, il 75enne finanziere, il 63enne governatore della banca centrale, il 75enne potente sottosegretario... Personaggi ideali per potermi vantare le prossime settimane di fronte alla pseudovipperia italiana (Paolo Mieli è lì che rode, lo so) e scrivere almeno un capitolo del mio prossimo libro.

Durante la cena — erano presenti anche alcune signore — si è parlato di tutto, dalla situazione internazionale alla crisi economica e sono stati toccati anche temi meno impegnativi. Una conversazione piacevole, discreta e del tutto normale. Quando Berlusconi e Casini hanno avuto uno scambio di battute sulla situazione politica, nessuno degli altri ospiti (il cardinal Bertone, il governatore Draghi e il presidente Geronzi, oltre a Letta) ha pronunciato una sola sillaba. Non una che è una. Parlare perciò di «cena politica» e addirittura di pressioni della Santa Sede per un ipotetico ritorno dell’Udc al governo è irriguardoso prima che falso. Come è falso parlare di cena combinata per favorire l’incontro tra due leader politici.
Durante la cena, ovviamente, c’erano anche delle signore. E, come usava ai bei tempi andati, mentre esse parlavano dei temi meno impegnativi (le vacanze, i gioielli...), gli uomini conversavano circa la situazione internazionale e la crisi economica: il cardinale, infatti, si è lamentato che quest’anno il Vaticano ha incassato di meno; situazione, invero, deprorevole. Quando Berlusconi e Casini hanno avuto uno scambio di battute sulla situazione politica, la discussione si è animata assai: soprattutto il cardinal Bertone ha sollecitato Pier a entrare nel governo. Ma di questo ora non posso parlare, per un preciso impegno con i miei editori, la Mondadori e la Rai, nonché con i miei invitati. Qualcosa di più lo leggerete sul libro che sto scrivendo e che, ricordo, uscirà a novembre e non vedo perché dovrei svelarvelo ora. Comprate il libro, piuttosto!

Sono amico di Casini da 25 anni e sia lui che Berlusconi hanno incrociato costantemente la mia vita di cronista negli ultimi due decenni. C’erano tutte le ragioni, insomma, per invitarli entrambi.
Negli ultimi 25 anni ho votato sia Casini (ai tempi gloriosi della DC e in seguito quando era con il centrodestra) che Berlusconi (che, come si saprà, è il mio editore di riferimento, avendo io una rubrica su Panorama).

La cena doveva restare riservata non perché fosse «segreta», ma soltanto perché era una privatissima occasione. Capisco che chi aveva interesse a smentire un inesistente tête-à-tête Berlusconi-Casini abbia fatto trapelare i nomi degli altri ospiti. Ma mi spiace che personalità lontanissime dalla politica si siano viste attribuire ruoli ai quali sono totalmente estranee. Grazie e cordialità.
La cena, dunque, doveva essere resa nota, ma non nei suoi contenuti, almeno fintanto che non fosse uscito il mio libro (a novembre, lo ripeto per l'ennesima volta). Grazie e cordialità.

Nonunacosaseria

6 commenti:

fulvio49 ha detto...

ma come si fa???
La fantasia al potere era uno dei motti del '68. Pare che, almeno per quanto riguarda il potere giudiziario, la fantasia sia davvero giunta al potere.
Come si fa a scambiare 4 sfigati che magari si riunivano per giocare a briscola e tressette per un'associzione segreta? Ma ci rendiamo conto? ma daiiiii
sveglia!!!! qui ci vuole craxiana memoria, dai!!!!

Supersoul ha detto...

Dopo questa lurida messinscena in cui il "nostro" ha personalmente cercato il contatto con personaggi politici di primo piano tentando di spianare loro una via L'INSETTO NON PUO' PIU' AVERE LA FACCIA TOSTA DI RIPRESENTARSI A FARE IL CONDUTTORE EQUIDISTANTE IN TV. Che si vergogni.

Barbapapà ha detto...

Ieri grandi risate su Repubblica con Dipollina che, nella rubrica di critica televisiva, commentava brillantemente la versione estiva di Porta a Porta.

Duilio73 ha detto...

Fulvio, va bene che qui tutte le opinioni sono ben accette.
Ma forse stai un po' esagerando...

Fulvio49 ha detto...

@duilio73
mi sembra che quando tu nascevi io ero già stanco della lotta al potere. Ora ho cambiato idea e riconosciuto che eravamo tutti invasati.... E allora?

Duilio73 ha detto...

@Fulvio49 E allora ti sei risposto da solo...